Morfologia
II
capriolo (Capreolus capreolus) appartiene all'ordine
degli Artiodattili, ungulati che appoggiano al suolo
il terzo e il quarto dito del piede, mentre il
secondo e il quinto sono in posizione più elevata e
il primo è atrofizzato. Il sottordine è quello dei
Ruminanti. La famiglia a cui appartiene è quella dei
Cervidi, dotati di corna caduche, ramificate e
presenti, ad eccezione della renna, solo nel
maschio.
In Italia è presente
soprattutto sull'arco alpino, con netta prevalenza
del versante orientale su quello occidentale. La
lunghezza testa-corpo è di 90-130 centimetri (la
coda non supera i 2-3 centimetri), l'altezza alla
spalla è 60-70 centimetri e il peso 15-27
chilogrammi (questi valori sono leggermente
inferiori nella femmina). Il peso corporeo è
soggetto a notevoli diminuzioni stagionali in
coincidenza con il periodo degli amori, molto
dispendioso energeticamente, e con i mesi invernali,
durante i quali le disponibilità alimentari sono
scarse.
Le zampe sono lunghe e solo apparentemente fragili,
con zoccoli piccoli e stretti; gli arti posteriori
sono più alti e robusti di quelli anteriori, nella
tipica struttura degli artiodattili che abitano zone
con fitta vegetazione. Grazie a questo apparato
locomotore molto specializzato il capriolo salta e
corre con straordinaria agilità e, all'occorrenza,
si rivela anche un ottimo nuotatore. Negli adulti il
colore del mantello è rosso-ruggine brillante in
estate e grigio-bruno in inverno; durante questo
periodo sono nettamente visibili due aree bianche,
nella zona golare e in quella posteriore (specchio
anale). Nei giovani il pelo è decisamente bruno
scuro tendente al nero, con piccole macchie bianche
sui fianchi che svaniscono già dal secondo mese di
vita. Il mantello estivo compare in maggio ed è
formato da peli ispidi, quello invernale, costituito
di peli più morbidi, appare in ottobre-novembre.
Le appendici frontali,
presenti solo nel maschio, sono costituite di
tessuto osseo (e non corneo!) e hanno dimensioni
ridotte, altro indizio degli intricati ambienti
frequentati dal capriolo. La loro struttura è
simmetrica, con due aste (dette stanghe) ripiegate
all'indietro che si ramificano ognuna in tre cime o
punte parallele all'asse corporeo maggiore. I primi
abbozzi compaiono sulle ossa frontali a due tre mesi
dalla nascita, ma risultano visibili esternamente
dopo circa sei mesi; la loro crescita subisce un
arresto al settimo mese, seguita poco dopo dal
distacco di queste primitive appendici. In seguito
un tessuto cartilagineo, rivestito da un "velluto"
molto vascolarizzato e innervato, precederà la
rapida formazione del definitivo tessuto osseo;
quest'ossificazione provoca l'interruzione del ricco
sistema di vasi del "velluto" che muore e viene
eliminato per sfregamento contro la vegetazione.
L'habitat ideale per
il nostro cervide è costituito dalle folte boscaglie
montane, ambiente di transizione tra foresta vera e
propria e zone pianeggianti. Il perfetto adattamento
a questo particolare paesaggio ha permesso al
capriolo di vincere la concorrenza del cervo che
altrove si dimostra il suo principale antagonista.
Ovunque si abbiano boschi relativamente "giovani"
con fitto sottobosco, siano essi di latifoglie, di
conifere o misti, purché alternati con ampie radure
erbose e zone cespugliose, il capriolo non dimostra
soverchi problemi adattativi. Anche le aree molto
umide come, per esempio, i boschetti situati lungo
le golene dei fiumi, sono colonizzate da questo
animale che non disdegna neppure i luoghi
moderatamente antropizzati. In estate sale spesso
oltre i limiti della foresta, ai confini con le
praterie alpine, mentre in inverno può scendere in
collina o addirittura ai margini delle pianure
agricole.
La sua alimentazione è
molto selezionata e variabile a seconda
dell'ambiente in cui vive e del periodo stagionale.
In primavera-estate predilige soprattutto germogli
di piante, foglie, leguminose ed erbe varie; in
autunno mangia bacche, frutti selvatici e ghiande,
in inverno cime di alberelli, arbusti, cortecce e
cespugli.
È attivo sia di giorno
che di notte anche se predilige le prime ore del
mattino e quelle notturne per muoversi alla ricerca
del cibo. Durante le ore di luce, infatti,
generalmente riposa nel folto della vegetazione,
ruminando a lungo. Questi ritmi giornalieri sono
influenzati dalla stagione: in inverno si dimostra
più attivo perché la ricerca alimentare è difficile
e richiede maggior tempo.
Il corteggiamento è
caratterizzato dal manifestarsi di numerosi e
specifici moduli comportamentali, più complessi nel
caso di femmine al loro primo periodo degli amori
(la maturità sessuale viene raggiunta, in entrambi i
sessi, verso i 14 mesi di età), più semplici e di
breve durata nelle femmine adulte. Segue
l'accoppiamento, preceduto anch'esso da una serie di
atteggiamenti ritualizzati tra cui non mancano vere
e proprie interazioni aggressive. Talvolta il
maschio si dimostra monogamo, restando con la
femmina con cui si è accoppiato anche per lungo
tempo, ma accade più spesso che si dedichi alla
ricerca di altre compagne.
Il periodo degli amori
si svolge in luglio-agosto segue una fase
caratterizzata da una spiccata diminuzione del
comportamento territoriale da parte del maschio, che
si deve ritemprare fisicamente dopo le fatiche
riproduttive. Questo periodo è seguito da una fase
di relativa socialità per i caprioli: essa si
verifica in inverno ed è contraddistinta dalla
formazione di piccoli gruppi guidati in genere da
una femmina con i figli.
Verso la fine della
primavera, dopo una gestazione di nove mesi e mezzo
(l'uovo fecondato rimane quiescente da agosto a
dicembre), la femmina si isola per partorire,
mostrando anch'essa una sorta di territorialità. I
piccoli (in genere due per ogni femmina matura
mentre spesso le giovani capriole hanno un solo
figlio) in breve tempo sono già in grado di reggersi
sulle zampe e di seguire la madre, anche se per un
certo periodo rimangono prevalentemente sdraiati e
immobili al riparo della folta vegetazione.
L'allattamento dura circa sei mesi ma dopo un po' di
tempo perde la sua funzione esclusivamente
alimentare per assumerne una tranquillizzante nei
riguardi dei piccoli.
Il capriolo è dotato
di un repertorio vocale non molto vario ma usato,
con tonalità diverse, in parecchie circostanze. Si
tratta di un grido piuttosto acuto che viene emesso
in condizioni di pericolo, dal maschio nel periodo
degli amori e in generale da tutti gli individui per
assicurare un collegamento acustico.
|