Il gatto selvatico

 

Superordine

Ordine

Famiglia

Genere

Specie    

 

Carnivori

Felidi

Felis

Felis sylvestris

Mammiferi

Nomi dialettali: gatu servaigu, gat servaigh

 

 

 

 

Descrizione: il gatto selvatico europeo (Felis sylvestris) raggiunge 1,20 metri di lunghezza compresa la coda, che misura 35 cm., ha un corpo robusto, agilissimo, testa corta e rotondeggiante, zampe forti e lunghe, specialmente quelle posteriori, coda tronca all'estremità e di grossezza uniforme. Il pelo è folto e morbido, di colore grigio-fulvo, più chiaro sul ventre, con fasce trasversali scure; alcuni anelli nerastri ornano la coda.
E' dotato di una vista eccellente anche in pessime condizioni di luce, l'olfatto è molto buono e l'udito ottimo.

Habitat: vive nelle foreste di latifoglie e tende ad evitare i luoghi frequentati dall'uomo.

Riproduzione: si riproduce una volta all'anno dando alla luce 3 o 4 piccoli che restano con la madre fino a 5 mesi. Il periodo degli amori va da metà gennaio a metà marzo.

Alimentazione: carnivoro; è di abitudini notturne, di giorno rimane nascosto nelle cavità degli alberi, in anfratti rocciosi, in tane abbandonate, mentre di notte salta agilmente di ramo in ramo alla ricerca di conigli selvatici, roditori ed altri piccoli mammiferi, non disdegnando all'occasione rane e uccelli che scova nei nidi.
 

Caccia:  particolarmente protetto.

(Legge 11 Febbraio 1992 n.157 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) introduca specificamente all’art.2 la specie gatto selvatico nelle “specie oggetto di tutela” di cui è vietato l’abbattimento in modo assoluto e ribadisca all’articolo 21/u il divieto di utilizzare esche o bocconi avvelenati e all’art.30 l’applicazione di sanzioni penali per il contravventore.
E' il felino selvatico più diffuso in Italia nonostante sia quasi scomparso. La popolazione nazionale è stata stimata in circa 700 800 animali distribuiti nelle Alpi occidentali, sull'Appennino centro-meridionale, nel Gargano, in Sicilia ed in Sardegna dove vive la specie Felis sarda con coda lunga e ciuffo di peli sull'estremità delle orecchie.

In provincia di Siena il "Felis silvestris" o volgarmente gatto selvatico, si può osservare nella Alta Val di Merse e nella foresta del Monte Amiata.

 


 

Morfologia

 

 

Il bosco misto e la macchia mediterranea, articolati come sono in nicchie ecologiche diverse e conseguentemente ricche di animali da predare, costituiscono l'habitat adatto per un tipico animale forestale e arrampicatore qual è il gatto selvatico: per questo felide un bosco, preferibilmente su terreno scosceso, esteso ma alternato con aree aperte e cespugliose, praterie e radure, è l'ideale. Inoltre è Essenziale per lui la presenza di rupi e rocce con spaccature profonde e anfratti in grado di fornire un riparo caldo e accogliente, ma soprattutto sicuro e inaccessibile ai possibili — anche se molto rari — predatori, e tanto più dall'uomo. Imbattersi in un gatto selvatico è infatti cosa rara, ma i pochi che hanno avuto questa fortuna ricordano un animale ben diverso dal "cugino" domestico.

 

La selezione ambientale e le mutazioni genetiche favorevoli hanno gradualmente modificato le caratteristiche fisiche di questo animale, facendone una macchina da preda perfettamente adattata all'ambiente in cui vive.
L'apparato muscolo-scheletrico è molto potente, ma nello stesso tempo in grado di conferire una straordinaria agilità. Il tronco è allungato, compresso e assottigliato verso il bacino; la coda cilindrica, robusta, sottile all'estremità ma non appuntita, lunga circa quanto metà del tronco. Gli arti sono robusti, i piedi anteriori con cinque dita e i posteriori con quattro, dotate di artigli acuminati e retrattili e di cuscinetti plantari elastici e morbidi. La testa è larga e massiccia, sorretta da un collo robusto; il muso è corto, con grandi occhi ellittici dall'iride verde-oro e vibrisse molto lunghe. Anche le orecchie sono lunghe, diritte e mobilissime, pronte a percepire il minimo fruscio.

La dentatura è sviluppata e chiarisce subito le abitudini alimentari di questo animale. Il peso può oscillare da 3 a 9 chilogrammi, ed è soggetto a cambiamenti piuttosto rilevanti in coincidenza con il periodo invernale e quello degli amori, pelliccia, molto folta, presenta variazioni cromatiche e nel disegno relative alla distribuzione geografica e altimetrica, al sesso, all'età, alla stagione.

I mutamenti stagionali, assai marcati, sono espressi nei due tipici mantelli, estivo e invernale, che contraddistinguono anche gli altri mammiferi selvatici delle zone temperato-fredde. Il mantello invernale è caratterizzato da una pelliccia più lunga e folta. La sua formazione è completa verso gli ultimi mesi dell'anno, con cambiamenti più o meno rilevanti legati alla distribuzione geografica. Le fasi predominanti sono quella fulvo-giallastra, nei maschi e negli adulti, e quella bianco-argentea, nelle femmine e nei giovani.

La coda presenta vistosi anelli neri e apice sempre nero; quattro righe scure (raramente cinque) caratterizzano la regione cervicale fino alla base del collo; il dorso presenta una fascia nera che si interrompe alla radice della coda. I peli hanno proprietà erettili e interagiscono con le vibrisse nell'assicurare le straordinarie capacità tattili e sensitive di questo animale.

Il dimorfismo sessuale è piuttosto marcato e riguarda soprattutto le dimensioni corporee e il peso, decisamente maggiori nei maschi, come conseguenza di un apparato muscolo-scheletrico notevolmente più sviluppato rispetto alle femmine.

 

Il gatto selvatico è un animale solitario. Anche nei casi in cui vive in coppia mantiene la propria individualità: il maschio ha più radicato l'istinto territoriale, e di conseguenza è sempre in movimento per marcare il territorio, soprattutto nel periodo degli amori. Raramente si assiste a veri e propri duelli per il possesso delle femmine, e in questi casi non sono quasi mai cruenti. La femmina va in estro per pochissimi giorni, mentre l'eccitazione sessuale del maschio dura alcuni mesi, in genere da gennaio a giugno: in questo periodo si possono udire i caratteristici richiami amorosi che sono tra le poche esibizioni vocali del nostro enigmatico abitatore dei boschi. Contemporaneamente si intensifica l'operazione di marcatura dell'ambiente circostante, con il duplice scopo di richiamare le eventuali femmine in calore e mettere in guardia gli altri possibili pretendenti.
La gestazione dura in media 66 giorni: i piccoli vengono partoriti da marzo a giugno in luoghi nascosti e possibilmente inaccessibili. Si tratta in genere di tre o quattro individui per figliata, avvolti nella placenta, ciechi e totalmente inetti. I maschi partecipano di rado all'allevamento della prole. Le femmine, invece, si dimostrano madri premurose: questo non impedisce che la mortalità infantile sia, per vari motivi, piuttosto elevata. A 4-6 mesi i piccoli si rendono indipendenti, esponendosi, ancora molto giovani, ai mille pericoli della macchia. Dopo circa 12 mesi terminano lo sviluppo corporeo, ma solo il 10% dei nuovi nati vedrà l'alba del secondo anno.