Morfologia
Il
bosco misto e la macchia mediterranea, articolati
come sono in nicchie ecologiche diverse e
conseguentemente ricche di animali da predare,
costituiscono l'habitat adatto per un tipico animale
forestale e arrampicatore qual è il gatto selvatico:
per questo felide un bosco, preferibilmente su
terreno scosceso, esteso ma alternato con aree
aperte e cespugliose, praterie e radure, è l'ideale.
Inoltre è Essenziale per lui la presenza di rupi e
rocce con spaccature profonde e anfratti in grado di
fornire un riparo caldo e accogliente, ma
soprattutto sicuro e inaccessibile ai possibili —
anche se molto rari — predatori, e tanto più
dall'uomo. Imbattersi in un gatto selvatico è
infatti cosa rara, ma i pochi che hanno avuto questa
fortuna ricordano un animale ben diverso dal
"cugino" domestico.
La selezione
ambientale e le mutazioni genetiche favorevoli hanno
gradualmente modificato le caratteristiche fisiche
di questo animale, facendone una macchina da preda
perfettamente adattata all'ambiente in cui vive.
L'apparato muscolo-scheletrico è molto potente, ma
nello stesso tempo in grado di conferire una
straordinaria agilità. Il tronco è allungato,
compresso e assottigliato verso il bacino; la coda
cilindrica, robusta, sottile all'estremità ma non
appuntita, lunga circa quanto metà del tronco. Gli
arti sono robusti, i piedi anteriori con cinque dita
e i posteriori con quattro, dotate di artigli
acuminati e retrattili e di cuscinetti plantari
elastici e morbidi. La testa è larga e massiccia,
sorretta da un collo robusto; il muso è corto, con
grandi occhi ellittici dall'iride verde-oro e
vibrisse molto lunghe. Anche le orecchie sono
lunghe, diritte e mobilissime, pronte a percepire il
minimo fruscio.
La dentatura è
sviluppata e chiarisce subito le abitudini
alimentari di questo animale. Il peso può oscillare
da 3 a 9 chilogrammi, ed è soggetto a cambiamenti
piuttosto rilevanti in coincidenza con il periodo
invernale e quello degli amori, pelliccia, molto
folta, presenta variazioni cromatiche e nel disegno
relative alla distribuzione geografica e
altimetrica, al sesso, all'età, alla stagione.
I mutamenti
stagionali, assai marcati, sono espressi nei due
tipici mantelli, estivo e invernale, che
contraddistinguono anche gli altri mammiferi
selvatici delle zone temperato-fredde. Il mantello
invernale è caratterizzato da una pelliccia più
lunga e folta. La sua formazione è completa verso
gli ultimi mesi dell'anno, con cambiamenti più o
meno rilevanti legati alla distribuzione geografica.
Le fasi predominanti sono quella fulvo-giallastra,
nei maschi e negli adulti, e quella bianco-argentea,
nelle femmine e nei giovani.
La coda presenta
vistosi anelli neri e apice sempre nero; quattro
righe scure (raramente cinque) caratterizzano la
regione cervicale fino alla base del collo; il dorso
presenta una fascia nera che si interrompe alla
radice della coda. I peli hanno proprietà erettili e
interagiscono con le vibrisse nell'assicurare le
straordinarie capacità tattili e sensitive di questo
animale.
Il dimorfismo sessuale
è piuttosto marcato e riguarda soprattutto le
dimensioni corporee e il peso, decisamente maggiori
nei maschi, come conseguenza di un apparato
muscolo-scheletrico notevolmente più sviluppato
rispetto alle femmine.
Il gatto selvatico è
un animale solitario. Anche nei casi in cui vive in
coppia mantiene la propria individualità: il maschio
ha più radicato l'istinto territoriale, e di
conseguenza è sempre in movimento per marcare il
territorio, soprattutto nel periodo degli amori.
Raramente si assiste a veri e propri duelli per il
possesso delle femmine, e in questi casi non sono
quasi mai cruenti. La femmina va in estro per
pochissimi giorni, mentre l'eccitazione sessuale del
maschio dura alcuni mesi, in genere da gennaio a
giugno: in questo periodo si possono udire i
caratteristici richiami amorosi che sono tra le
poche esibizioni vocali del nostro enigmatico
abitatore dei boschi. Contemporaneamente si
intensifica l'operazione di marcatura dell'ambiente
circostante, con il duplice scopo di richiamare le
eventuali femmine in calore e mettere in guardia gli
altri possibili pretendenti.
La gestazione dura in media 66 giorni: i piccoli
vengono partoriti da marzo a giugno in luoghi
nascosti e possibilmente inaccessibili. Si tratta in
genere di tre o quattro individui per figliata,
avvolti nella placenta, ciechi e totalmente inetti.
I maschi partecipano di rado all'allevamento della
prole. Le femmine, invece, si dimostrano madri
premurose: questo non impedisce che la mortalità
infantile sia, per vari motivi, piuttosto elevata. A
4-6 mesi i piccoli si rendono indipendenti,
esponendosi, ancora molto giovani, ai mille pericoli
della macchia. Dopo circa 12 mesi terminano lo
sviluppo corporeo, ma solo il 10% dei nuovi nati
vedrà l'alba del secondo anno.
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