Morfologia
Oltre
che la Sicilia, questo grande roditore (arriva a 60
centimetri di lunghezza) popola l'Italia meridionale
e raggiunge la Versilia sul versante tirrenico e il
Molise su quello Adriatico; ovunque preferisce
vivere nelle zone aride e incolte, nella macchia
mediterranea e su pendici montane sino a
un'altitudine di 800 metri circa. Recenti
indicazioni consentono, inoltre, di segnalare un
fatto interessante: l'areale di distribuzione
dell'istrice si starebbe allargando verso il nord
della penisola, in seguito all'abbandono da parte
dell'uomo di alcuni tratti di terreno che prima
venivano coltivati.
L'istrice crestata {Hystrix
cristata), chiamata anche porcospino, misura da 50 a
70 centimetri di lunghezza, oltre alla coda di soli
5 centimetri: il peso dell'adulto varia generalmente
da 10 a 15 chili, sebbene siano noti esemplari che
superano anche i 20 chili. Il suo inconfondibile
aspetto la rende uno dei più singolari mammiferi
oggi viventi. Il mantello che ricopre il suo corpo è
infatti veramente caratteristico: sul capo e sul
collo, lunghe e robuste setole flessibili di colore
nerastro formano una specie di criniera erettile,
mentre il dorso è interamente coperto da aculei
rigidi, lisci, appuntiti, di varia lunghezza (da 3 a
30 centimetri) e anellati di bianco e nero. Quando
l'animale viene disturbato, erige gli aculei
perpendicolarmente al corpo formando una sorta di
ventaglio (la loro mobilità è dovuta alla
contrazione della muscolatura sottocutanea molto
sviluppata). Anche la coda è provvista di aculei più
corti (non superano i 5 centimetri di lunghezza) e
più spessi di quelli del corpo, e che sono foggiati
a tubo aperto all'estremità con la base sottile e
mobile che permette forti vibrazioni.
Questo mantello di
aculei, unico nel suo genere, oltre a incutere
timore conferisce a chi lo possiede un aspetto goffo
e pesante, anche perché il tronco dell'istrice
poggia su arti robusti ma corti, con piedi larghi,
la cui dita (nelle zampe anteriori il pollice è
rudimentale) terminano con forti unghioni nerastri.
La testa è tozza con orecchie piccole e poco
visibili in quanto sono ricoperte dalle setole e
occhi relativamente grandi molto mobili, anche se
dalla capacità visiva assai ridotta. Anche l'udito
sembra essere poco acuto; l'unico senso molto
sviluppato è l'olfatto.
Talvolta la tana,
abbastanza grande, viene ricavata da un anfratto
naturale ristrutturato allo scopo, ma in genere
viene scavata in profondità dalla coppia dove il
terreno è più soffice. È costituita da due o più
camere, collegate fra loro da cunicoli che possono
avere anche 4 o 5 sbocchi all'esterno. Qui trascorre
l'inverno dormendo, senza cadere in un vero e
proprio letargo, in quanto non disdegna di uscire di
tanto in tanto, quando fa meno freddo e quando è
spinta dalla fame. Nel nido sta rintanata anche
durante il giorno, e ne esce di notte alla ricerca
di cibo. L'alimentazione è soprattutto vegetariana:
rizomi, frutta, bulbi; inoltre le radici e le
cortecce sono particolarmente utili al consumo dei
denti (specialmente gli incisivi), a crescita
continua. Quando mangia, tiene il boccone ben saldo
con le zampe anteriori.
Il periodo degli amori
nel nostro paese corrisponde ai mesi primaverili
(gli animali in cattività possono però riprodursi
lungo tutto l'anno, mantenendo una maggiore
intensità da aprile a settembre). Il breve
corteggia-mento consiste, soprattutto, in vari
sfregamenti 'naso contro naso'. All'accettazione del
partner da parte della femmina segue
l'accoppiamento: generalmente quest'ultima dispone a
ruota gli aculei dorsali, solleva la coda quasi
parallela ad essi e permette così al maschio di
fecondarla.
La durata della gestazione, controllata con
esattezza per animali in cattività, è di circa
110-112 giorni, mentre allo stato selvatico si
aggira sui 60 giorni. Generalmente l'animale da alla
luce due piccoli e il parto avviene in una camera
della tana, ben imbottita con muschio e foglie. Pur
essendo dei nidiacei, i neonati vengono alla luce
con gli occhi già aperti, l'addome rivestito di peli
corti, peli neri sulla parte centrale del dorso e
aculei morbidi in quella anteriore. Tuttavia, già
poche ore dopo la nascita, gli aculei divengono più
duri e robusti.
I giovani, che dopo
una settimana cominciano a sporgersi fuori dalla
tana, raggiungono una totale indipendenza a 3 mesi,
e fino ad allora vengono costantemente seguiti e
difesi dai genitori, in particolare dal padre;
questi assume veramente il compito del capofamiglia
sino alla maturità dei piccoli, ed è lui addirittura
che si occupa dei primi passi all'aria aperta dei
figli, i quali con la madre scambiano invece gesti
affettuosi consistenti in ripetuti sfregamenti
nasali. Il nucleo familiare occupa un territorio di
circa mezzo ettaro, la cui perfetta conoscenza è
dovuta soprattutto al buon senso di orientamento di
cui questi mammiferi sono dotati. La vita
dell'istrice può facilmente superare i 10 anni,
anche se in cattività si sono osservati animali di
oltre 20 anni di età.
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