L'allodola

 

Ordine

Famiglia

Sottofamiglia

Genere

Specie    

Passeriformes

Alaudidae

 

Alauda

A. arvensis

Uccelli

Nomi dialettali: lòdula

 

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Descrizione: ha dimensioni piccole. becco breve e robusto, ali lunghe e appuntite, coda lunga e leggermente forcuta, ciuffo di penne sul!a nuca a forma di cresta. In entrambi i sessi il piumaggio è di colore grigio- brunastro fittamente striato di nero nelle parti superiori, fulvo biancastro nelle parti inferiori con larghe strie sul petto. In volo, vista da sotto, sono evidenti larghe strie scure sull'alto petto e la coda bordata di bianco. Lunghezza cm. 17-19, peso gr 33-48

Habitat: frequenta le campagne aperte sia coltivate che incolte, di pianura e di altopiano, steppe, brughiere, marcite, zone dunose e paludose.

Riproduzione: la stagione riproduttiva inizia in aprile. Il maschio corteggia la compagna girandole attorno con un'ala cascante, tenendo erette le piume della testa e del collo e la coda spiegata. Il nido viene costruito in una depressione del terrene, ben nascosto alla vista da un ciuffo d'erbe, nel quale la femmina depone 3-4 uova, che cova per 11-12 giorni. I nidiacei, accuditi anche dal maschio, abbandonano il nido all'età di 9-10 giorni e sono capaci di volare a circa tre settimane. Depone due o tre volte all'anno.

Alimentazione: si ciba in prevalenza di sostanze vegetali in autunno e inverno (semi di piante selvatiche e coltivate, germogli, erbe) e animali in primavera ed estate (insetti e loro larve, lombrichi, ragni, piccoli molluschi).

Caccia: cacciabile.

La caccia a l'allodola, nella provincia di Siena, è consentita, nel territorio sottoposto a gestione programmata della caccia, dalla terza domenica di settembre fino al 31 dicembre.

 


 

Morfologia

 

Questo notissimo passeraceo nidifica nel Nordafrica sino ai margini del deserto sahariano, mentre in Europa si spinge fino all'isoterma di luglio di 12°, attraverso i paesi scandinavi; occupa tanto le colture erbacee foraggiere quanto quelle cerealicole, ed è presente sui pascoli montani fino oltre i 2000 metri.

La sua biologia è stata studiata nei minimi particolari in Inghilterra e nei paesi dell'Europa centrale, dove l'allodola è soprattutto un ospite primaverile ed estivo.

Nel bacino del Mediterraneo quasi tutte le coppie nidificanti svernano invece in loco, con l'eccezione di quelle che si riproducono in altitudine, soggette a spostamenti stagionali più o meno cospicui in senso verticale.

 

L'istinto gregario delle allodole si manifesta durante la migrazione e i mesi invernali, quando gruppi costituiti anche da varie decine o centinaia di individui si soffermano sulle stoppie e i terreni lavorati in cerca di nutrimento; tali assembramenti sono più ricorrenti nelle regioni meridionali italiane, caratterizzate da inverni miti e larghe estensioni erbacee e incolte, mentre nella Val Padana e in altri settori dell'Italia settentrionale lo svernamento interessa solo gli uccelli residenti o quelli discesi dalle vicine montagne. In questa stagione la dieta delle allodole è esclusivamente granivora, e i singoli individui non attuano alcuna forma di difesa territoriale; anche le manifestazioni canore sono alquanto ridotte, limitate a brevi fraseggi di collegamento emessi durante gli spostamenti in volo.

 

A terra, l'allodola si trova a suo perfetto agio; la colorazione criptica e "distruttiva" del piumaggio serve a proteggerla sufficientemente dalla vista di eventuali predatori, anche dove il substrato è povero di ripari o ne è totalmente privo. Se necessario, sa immobilizzarsi, o si accovaccia contro il suolo, tecniche attuate quando il pericolo proviene dall'aria. Di fronte a un predatore terrestre, organizza invece un attacco collettivo, noto col termine inglese di mobbing, portato sovente con la collaborazione di altre specie; in altre circostanze, non esita però a trasferirsi in luoghi più tranquilli, lanciandosi in volo al minimo segnale d'allarme.

 

Il canto, per cui questa specie è famosa, inizia a manifestarsi in febbraio, con anticipi a gennaio. In realtà, sono stati descritti tre tipi diversi di canto, che corrispondono, nel maschio, ad altrettanti momenti della fase riproduttiva: un canto aereo, eseguito con voli circolari e prolungati sopra il territorio già occupato da una coppia; un canto a terra, di corteggiamento, e un canto associato a inseguimenti aerei fra partner o con funzioni dimostrative e di minaccia nei confronti di maschi rivali. Il più significativo è certamente il primo: il maschio acquartierato e già accoppiato lo emette levandosi in un volo tremulo e spiralato fino a grandi altezze (circa un centinaio di metri dal suolo): consiste in un susseguirsi di gorgheggi gioiosi ricchi di motivi imitativi, della durata di alcuni minuti, al termine dei quali il cantore ridiscende dapprima lentamente e ad ali distese, per tuffarsi poi rapidamente a terra negli ultimi metri. Qui corteggia la femmina eseguendo piccoli saltelli, facendo vibrare le ali e rizzando il capo verso l'alto. Se qualche rivale penetra in un territorio presidiato, il legittimo proprietario attua comportamenti di minaccia di tipo rituale: presenta all'avversario il becco spalancato, solleva le ali dietro le spalle e appoggia la coda spiegata contro il suolo; altre volte l'attacco è portato in volo, con decisi inseguimenti.

 

Avvenuta la formazione della coppia, e dopo gli accoppiamenti, è la femmina a occuparsi della costruzione del nido; si serve allo scopo di una semplice depressione, del suolo, protetta o meno da un ciuffo d'erba o da una zolla; la modella sfregandovi il proprio corpo e quindi la tappezza con radichette e fili d'erba. A intervalli di circa 24 ore, di solito nelle prime ore mattutine, depone 3-4 uova, che inizia a covare a partire dalla deposizione del penultimo uovo. Solo 11-14 giorni sono necessari per la schiusa; i piccoli, rivestiti di un lungo piumino giallastro screziato di scuro, richiedono un periodo di cure parentali al nido ancora più breve. A soli 8-9 giorni possono seguire i genitori negli spostamenti a terra, mentre acquisiscono l'uso del volo a 3 settimane dalla nascita. Entrambi i genitori provvedono alla loro nutrizione, apportando insetti e larve, alimenti utilizzati anche dagli stessi adulti durante l'intera stagione primaverile-estiva. Ciascuna coppia può effettuare due o tre covate annue, a partire da aprile.