La beccaccia

 

Ordine

Famiglia

Sottofamiglia

Genere

Specie    

Caradriformi

Scolopacidi

Scolopacini

Scolopax

S. rusticola

Uccelli

Nomi dialettali: Bcacia

 

clicca per ascoltare il canto

 

 

 

Descrizione: misura fino a 34 cm. di lunghezza ed ha un piumaggio color foglia morta, con barre trasversali nere sul capo e sul collo. Gli occhi sono di grandi dimensioni e collocati molto indietro sulla testa rotonda tali da permettergli un campo visivo di quasi 360 gradi. Il becco è lungo dai 6 agli 8 cm, robusto e arrotondato all'estremità. Le zampe sono piuttosto corte e ricoperte di piumaggio sino al calcagno. L'udito è particolarmente sviluppato e le cavità auricolari sono situate anziché dietro gli occhi, come in tutti gli uccelli, sotto e un po' davanti ad essi, e sono protette dal piumaggio.

Habitat: frequenta boschi e terreni cespugliosi dove possa perforare col becco il suolo umido in cerca di prede, gradisce quindi le sconfinate foreste del settentrione e le macchie sempreverdi, soprattutto dove la vegetazione è più fitta. Evita le pinete sparse in territori sabbiosi.

Riproduzione: di solito nidifica nei boschi silenziosi e solitari, specialmente nelle radure cosparse di cespugli isolati, scavando nel terreno una piccola conca che riveste con pochi steli secchi e di muschio. La femmina vi depone solitamente 4 uova, grosse, lisce ed opache, che cova con assiduità per circa diciassette giorni non allontanandosi mai dal nido.

Alimentazione: la sua dieta comprende larve, insetti e vermi che cattura tra le foglie smosse con il lungo becco. Talvolta fruga anche tra lo sterco dei bovini.

Caccia: cacciabile.

La caccia alla beccaccia, nella provincia di Siena, è consentita, nel territorio sottoposto a gestione programmata della caccia, dalla terza domenica di settembre fino al 31 gennaio.

 


 

Morfologia

 

Inconfondibile per le forme raccolte, il lungo becco, i grandi occhi scuri molto arretrati e i colori altamente mimetici del piumaggio (simile alle "foglie morte") la beccaccia, a partire dalla metà di ottobre, è un'ospite abituale dei vecchi boschi di latifoglie e conifere, con suoli ricchi di humus e spesse lettiere di sostanze varie in decomposizione; indispensabile è poi un'adeguata copertura cespugliosa, meglio se sempreverde. Passa gran parte della giornata sul terreno, negli angoli più tranquilli, ove possa reperire lombrichi, molluschi, insetti e larve, che raccoglie rivoltando le foglie ad una ad una o infilando il lungo becco "sensitivo" nel suolo molliccio.

 

In marzo, a volte prima, i maschi spinti dagli stimoli riproduttivi, compiono, soprattutto al crepuscolo, voli lenti appena al di sopra della chioma degli alberi e li accompagnano con suoni ora gutturali ora acuti. Vogliono attirare l'attenzione delle femmine.

Il nido è sempre ben celato sul terreno, tra l'erba, alla base di un tronco o di un cespuglio e contiene generalmente 4 uova lucenti, molto variabili nel colorito di fondo, ma quasi sempre pesantemente macchiate; schiudono dopo un'incubazione di 20-22 giorni portata a termine dalla sola femmina, mentre il maschio non si prende minimamente cura della famiglia, nemmeno dei piccoli nati che sono già un miscuglio di calde tinte brune, rugginose e fulve. La madre invece ha tanta cura di loro che li trasporta perfino tra le zampe in volo, per allontanarli da un pericolo o per trasferirli in zone più ricche di cibo.

 

In Italia è specie cacciabile ed è considerata la regina del bosco tale è la sua maestosità, la difficoltà nella cattura e la squisitezza delle carni. In passato ne era autorizzata la caccia anche all'alba ed al tramonto, la cosiddetta posta, durante gli spostamenti per i luoghi di pastura. Oggi tale pratica, detta la posta infame, è proibita poiché in quelle occasioni la beccaccia risulta essere particolarmente vulnerabile per il volo troppo regolare e quasi "a farfalla" a differenza di quando invece viene "cercata" e insidiata con il cane da ferma. È qui che essa usa tutta la sua abilità mettendo in atto varie tecniche per nascondersi all'olfatto del cane e, quando costretta ad involarsi, riesce a rendersi quasi imprendibile al cacciatore utilizzando le sue grandi doti di volo veloce e zigzagante.