Il gheppio

 

Ordine

Famiglia

Sottofamiglia

Genere

Specie    

Accipitriformes
Falconidae

Falconinae

Falco

F. tinnunculus

Uccelli

Nomi dialettali: falchèt,  

 

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Descrizione: appare agile e snello con le ali appuntite, la coda lunga e stretta e la testa rotondeggiante.
Questo splendido falco presenta un’evidente differenza del piumaggio tra i due sessi (dimorfismo sessuale). Il maschio possiede una testa e un collo grigio ardesia-bluastro; il dorso è rosso mattone con macchiettatura nera; la gola è color crema; il ventre e la sottocoda sono fulvi. La femmina e il giovane sono praticamente indistinguibili tra loro e,contrariamente ai maschi, la testa e la coda sono rossicce-giallastre. In entrambi i sessi le zampe sono gialle. La femmina è leggermente più grande del maschio. La lunghezza del gheppio è di circa 30-40 cm e l’apertura alare di 70-80 cm; il peso di questo falco arriva a 230 g nel maschio e270 g nella femmina.

Habitat: possiede una elevata capacità di adattarsi ad ambienti diversi ed, infatti, è tra gli uccelli da preda più diffusi al mondo. Vive, infatti, in ambienti aperti, steppe, praterie alternate a costruzioni e boschi dove nidifica.

Riproduzione: le parate nuziali hanno inizio a fine inverno. Come gli altri falchi, non costruisce un vero e proprio nido ma depone le uova in cavità o su sporgenze di alberi, rocce o costruzioni, anche abitate, in aprile la femmina depone 4-6 uova che cova per circa un mese.

Alimentazione: la sua dieta è costituita prevalentemente da piccoli mammiferi (topi, arvicole, talpe, scoiattoli) e, in misura minore, da uccelli che cattura a terra, lucertole, insetti.

Caccia: particolarmente protetto.

Legge 11 Febbraio 1992 n.157 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.

 


 

Morfologia

 

Mutamenti ambientali imposti a ritmo sempre più incalzante dall'intervento antropico, a vari livelli, costituiscono da tempo il fattore ecologico prioritario cui è chiamato a rispondere sul piano adattativo un numero crescente di specie animali e vegetali.

Sono sotto gli occhi di tutti i rapporti di inquilinismo e/o commensalismo che una nutrita schiera di specie animali ha secolarmente consolidato o va instaurando nei confronti dell'uomo: quotidiani riscontri sono forniti tra gli uccelli da passero, storno, merlo, balestruccio, rondone, tortora dal collare orientale, gabbiano reale, civetta e tanti altri, passeriformi e non.

Non mancano certamente i rapaci, sia diurni sia notturni, a manifestare possibilità di convivenza con l'uomo: tra i primi il gheppio è senza dubbio quello più adattabile, meglio conosciuto e diffuso. Di fatto, il grado di socialità e confidenza di questa specie varia notevolmente da zona a zona in relazione al rispetto che le viene accordato e alle disponibilità trofiche dei territori di caccia, collocati sempre in vaste zone aperte o in gran parte scoperte.

 

Il gheppio pratica due principali tecniche di predazione: l'aspetto, da posatoi dominanti, e il volo surplace, di cui è un interprete singolare ed emblematico. Per le fasi di attesa utilizza indifferentemente tralicci dell'alta tensione, pali e fili telegrafici, rami spogli di alberi isolati o di margine, cornici rocciose; in genere dedica però alla perlustrazione statica tempi modesti, privilegiando la ricerca attiva. Saranno proprio tali circostanze ad agevolarne il riconoscimento in natura e in particolare le caratteristiche figurazioni aeree, in volo librato, cui spesso fa ricorso, note come "spirito santo".

Osserviamo il piccolo rapace sostenersi per lunghi momenti nell'aria, a deboli altezze (15-30 metri) interrompendo il volo diretto, le strette ali appuntite mosse da rapidi fremiti e sfarfallii, le timoniere dispiegate a ventaglio per meglio mantenere l'assetto inclinato del corpo, intento a setacciare con la vista piccole porzioni di terreno. Individuare la preda non significa però averne fatalmente ragione; gli attacchi, portati con rapide scivolate o talora con più lente e misurate discese verticali, spesso si concludono nel nulla di fatto, co-stringendo il falchetto a reiterati saliscendi.

 

Nei maschi adulti è agevole notare la lunga coda grigia, attraversata prima dell'apice arrotondato da una larga e unica fascetta nera, mentre nelle femmine e nei giovani le timoniere appaiono fittamente barrate, su fondo rossiccio. La colorazione rosso mattone del dorso, comune a tutti gli individui, vale poi a distinguere con facilità il gheppio dagli altri falconidi italiani, se si eccettua il più raro e localizzato grillaio, presente solo nel periodo primaverile-estivo in alcune zone centromeridionali e insulari, a basse altitudini o presso le coste; nei confronti di questa specie, leggermente più piccola, dalle abitudini gregarie, sono ottimi caratteri di distinzione la presenza di macchie scure sul dorso nei maschi adulti e le unghie nere anziché biancastre, elementi però di difficile riscontro in natura.

 

Il gheppio cattura prede di dimensioni modeste, tra cui rivestono notevole importanza i roditori e altri micromammiferi terrestri, che da soli possono costituire in alcune zone o periodi anche il 70-80% della quota alimentare; durante la stagione primaverile-estiva non sono tuttavia trascurati lacertidi, piccoli uccelli, e soprattutto gli insetti (Ortotteri e Coleotteri), i quali rappresentano invece la risorsa principale per il grillaio e altri piccoli falchi essenzialmente migratori. Il sopraggiungere dei rigori invernali e la diminuzione delle prede obbliga buona parte degli effettivi a portarsi più a sud nel bacino del Mediterraneo e nell'Africa centrosettentrionale, tuttavia non pochi individui riescono a svernare presso o non lontano dai siti di nidificazione in quasi tutta l'Europa: per molti aspetti la dinamica delle varie popolazioni si avvicina a quella della poiana, il più diffuso tra gli Accipitridi.

 

I siti di nidificazione vengono rioccupati, anche dopo anni, anche dai migratori a più esteso raggio d'azione, con rientri dalle zone di sverno da fine febbraio ad aprile; in tali periodi, che preludono alla formazione delle coppie, si fanno più frequenti e significative le manifestazioni sonore, serie di acute grida e note stridenti, i voli roteanti, i giochi aerei tra i partner, e aumenta l'aggressività nei confronti di altre specie, rapaci diurni e corvidi in particolare, scacciati dal proprio territorio con ostinati attacchi dimostrativi. L'ampiezza dell'area occupata si estende in genere per qualche chilometro, tuttavia nei luoghi più favorevoli singole coppie possono coabitare a qualche centinaio di metri l'una dall'altra, così come può essere alla fine tollerata la convivenza con differenti specie (ad esempio nibbio bruno, corvo imperiale, taccole, altri falchi rupicoli). Come è tipico di tutti i Falconidi, il gheppio non costruisce un proprio nido; sfrutta per la deposizione delle uova alcune opportunità offerte dall'ambiente: più spesso anfratti e cenge rocciose riparate, ma anche vecchi nidi di altri uccelli (corvidi in particolare), talvolta riadattati alla meglio, posti su alberi, rocce, tralicci e covatoi artificiali. Le coppie "inurbate" optano invece per cavità murarie e cornici di torri, campanili e alti edifici. Nell'Europa settentrionale la specie si adatta a nidificare perfino sul terreno e in nidi abbandonati di coniglio selvatico.

 

Avvenuta la scelta del sito, ad opera del maschio, in aprile-maggio inizia la deposizione delle uova (in media 3-6), fortemente chiazzate di bruno-rossiccio, accudite principalmente dalla femmina per circa 30 giorni, mentre il partner procura il cibo per sé e la compagna. I piccoli nascono rivestiti da un primo piumino bianco, sostituito dopo una settimana di vita da un secondo grigiastro, lavato di fulviccio. Il loro grado di sviluppo può variare se la cova era iniziata dalla deposizione del primo anziché dall'ultimo uovo. Alimentati con prede cacciate dapprima solo dal maschio, poi da entrambi i genitori, acquisiscono ben presto vigore e intraprendenza; sempre più spesso sollecitano o accolgono gli apporti di cibo con caratteristiche note stridenti. Dopo l'involo, a circa un mese di vita, i giovani vengono nutriti dai genitori ancora per alcune settimane; infine, con l'incalzare dell'autunno, le famigliole si sciolgono.
Grazie al suo elevato grado di adattabilità, il gheppio è il più comune uccello da preda italiano, potendo disporre di popolazioni dislocate in tutta la penisola, grandi e piccole isole, dal livello del mare a oltre i 2000 metri di altitudine.