Il gufo comune

 

Ordine

Famiglia

Sottofamiglia

Genere

Specie    

Strigiformes
Stricidae

 

Asio

Asio otus

Uccelli

Nomi dialettali: alòch  

 

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Descrizione: è uno dei rapaci più rappresentativi (insieme alla civetta) della ornitofauna notturna.

Testa, collo e parti superiori delle ali hanno una colorazione fulvo-marroncino con macchiettature più scure che rendono nel complesso il piumaggio molto mimetico. Le parti inferiori e i fianchi variano da sfumature giallo-ocra al castano chiaro con strie e barre nerastre: contrastano notevolmente con le parti dorsali più scure. Di notte è possibile distinguere un Gufo comune in volo proprio dal candore della parte inferiore delle ali (apertura alare 84 -95 cm) in cui sono evidenti delle semilune carpali nere. I due sessi sono simili. Come tutti i rapaci notturni, il Gufo comune ha gli occhi in posizione frontale all’interno di due dischi facciali divisi da un “V” centrale, bordata di bianco, che separa i due occhi giallo-arancioni. Evidenti sono due ciuffetti auricolari: insieme di piccole piume sulla sommità del capo che cambiano posizione (ritte o più o meno abbassate) in base agli "stati d’animo" del rapace.

Habitat: frequenta zone boscose (spesso pinete) intervallate da radure o aree coltivate aperte.
Frequenta nelle ore notturne campi coltivati e praterie (area trofica) e passa le ore diurne mimetizzandosi nel fitto della vegetazione arborea. Spesso è facile osservarlo ai margini di una strada posato su cartelli stradali o bassi muretti, pronto a lanciarsi rapido e silente su una nuova preda.

Riproduzione: nidifica su alberi in nidi di altri uccelli, occasionalmente su terreno. Depone da marzo a maggio. Covata di 3-5 uova (1-6). Intervallo di deposizione 2 giorni. Incubazione di 25-30 giorni, svolta generalmente dalla femmina. Giovani indipendenti a circa 60 giorni. Età della prima nidificazione 1 anno. Produttività 1-3.

Alimentazione:  prevalentemente piccoli roditori, arvicole microtinae in particolare. Secondariamente uccelli, mediamente delle dimensioni di un passero. Occasionalmente pipistrelli, rettili, anfibi.

Caccia: particolarmente protetto.

Legge 11 Febbraio 1992 n.157 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.

 


 

Morfologia

 

Sedentaria per gran parte dell'anno, questa specie fa registrare erratismi anche cospicui o veri movimenti migratori durante l'inverno, condizionati verosimilmente dalla difficoltà di reperire cibo nelle contrade abituali; in alcune zone ricche di prede sono stati osservati in tali frangenti assembramenti anche di varie decine di individui. A differenza del più eclettico allocco, questo gufo fa dipendere la propria alimentazione in maniera vincolante dalle disponibilità locali di micromammiferi (soprattutto arvicole e topi campagnoli), che solo parzialmente può integrare, nei mesi invernali, con qualche uccello passeraceo di modeste dimensioni.

 

Il gufo comune, facilmente riconoscibile per la presenza di prominenti ciuffetti auricolari, tenuti ben eretti quando è posato, l'iride vivacemente colorata di giallo-arancio, simile a un gufo reale in formato ridotto, mostra abitudini prevalentemente notturne e vive in distretti boscosi di varia composizione, a coni-ere come a foglia caduca, pianeggianti o montani, purché provvisti di ampie radure o di terreni circostanti aperti e coltivati in cui cacciare le sue prede preferite. In questi ultimi anni è stato trovato nidificante in varie zone della Pianura Padana (settori occidentali in particolare), lungo filari alberati e boschetti fiancheggianti fiumi, campi coltivati o presso risaie. Fattore importante per la sua affermazione, soprattutto in queste situazioni ambientali, è la presenza di numerose coppie di cornacchie e gazze, di cui può utilizzare i vecchi nidi per deporre le uova e allevare la prole.

A differenza di altri rapaci notturni, il gufo comune non sceglie cavità naturali (rocciose o di vecchi tronchi d'albero) per nidificare, ma sfrutta nidi a cielo aperto di corvidi (occasionalmente, presso garzaie, anche di ardeidi), ad altezze variabili tra i 3 e i 10 metri dal suolo. Recentemente sono stati accertati in Italia anche due casi di nidificazione direttamente sul terreno, fra erbe e bassi cespugli, evento considerato eccezionale o raro anche nel resto d'Europa, soprattutto alle nostre latitudini.

 

Il periodo riproduttivo inizia ai primi di marzo o in aprile, preceduto e accompagnato nelle sue fasi iniziali da una moderata attività di "canto"; la voce di questo strigide è un profondo ululato, di timbro grave, emesso in prevalenza dal maschio.

Viene deposta normalmente una sola covata annua, composta di 4-5 (2-9) uova bianche che schiudono dopo circa 4 settimane d'incubazione, portata a termine dalla sola femmina. I piccoli, rivestiti alla nascita di un candido piumino, possono apparire con lo sviluppo di mole differente e abbandonano il nido dopo 20-25 giorni, sovente prima di aver acquisito la capacità di volare, abbarbicandosi sui rami vicini, sempre sorvegliati da presso e alimentati dei genitori.