La poiana

 

Ordine

Famiglia

Sottofamiglia

Genere

Specie    

Accipitriformes
Accipitridae

Buteoninae

Buteo

Buteo buteo

Uccelli

Nomi dialettali: puiàna  

 

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Descrizione: rapace di grandi dimensioni (le sue dimensioni sono all’incirca 51-56 x 117-137 cm); il suo piumaggio è estremamente variabile, da un bianco quasi puro a un marrone molto scuro. Le ali sono larghe, la coda corta e lunga con diverse strisce sottili trasversali e una striscia terminale più larga; ha la sottoala di colore chiaro, con macchia carpale scura. Generalmente è silenziosa, ma nel periodo della riproduzione emette una nota prolungata e lamentosa molto acuta.

Habitat: comune, in estate, in zone boscose con radure e campi intorno; in inverno anche in brughiere, pianure e ampie zone aperte.

Riproduzione: nidifica sulle pareti rocciose, sugli alberi e sul terreno scosceso. Effettua parate nuziali tra gennaio e aprile; gli accoppiamenti e la costruzione del nido avvengono a partire dal mese di marzo. I sessi sono simili; vengono deposte 2-3 uova, la cova dura 33-35 giorni e i piccoli restano nel nido per 6-7 settimane. I piccoli sono alimentati da entrambi i genitori.

Alimentazione: l'alimentazione consta di piccoli mammiferi, insetti, talvolta uccelli e, non infrequentemente, di carogne. Inoltre è una grande sterminatrice di topi. Cattura la preda sul terreno dopo aver atteso il momento propizio sugli alberi.

Caccia: particolarmente protetta.

Legge 11 Febbraio 1992 n.157 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.

 


 

Morfologia

 

Questo accipitride (Buteo buteo) è caratterizzato da varie fasi di piumaggio: le parti superiori tendono normalmente al brunastro, quelle inferiori, al contrario, mostrano una mescolanza di colori chiari e scuri, ora con macchie a "goccia", ora con larghe barrature trasversali; alcuni individui poi sono completamente bruni anche disotto, per cui è quasi impossibile individuare un abito distintivo. La coda, corta e tenuta sovente allargata, è provvista di una decina di bande trasversali scure, carattere che la differenzia dalle specie affini e dal falco pecchiaiolo. Non vi è differenza tra i sessi, se non una corporatura lievemente maggiore nella femmina, così come identici sono gli abiti stagionali. In Sardegna e Corsica vive una sottospecie più piccola, con parti inferiori tendenti al fulvo e segnate da un gran numero di striature scure.

 

Posata su di un ramo, un palo o una roccia, la poiana può apparire goffa, ma in volo si riscatta ampiamente e sa esprimere tutte le doti di un perfetto veleggiatore: intercala tratti di volo battuto a lunghi volteggi, sostenuti solo dalle correnti ascensionali, ali piegate verso l'alto, coda a ventaglio. Nel periodo riproduttivo accompagna queste evoluzioni con un fischio forte e miagolato. Con l'ausilio di una vista acutissima individua, di solito da un posatoio strategico, i piccoli roditori, sue prede preferite. La dieta alimentare viene integrata anche con anfibi, rettili, uccelli, grossi insetti e perfino con resti di animali in decomposizione.
I rappresentanti del genere Microtus sono le vittime più ricorrenti, seguiti da altri piccoli mammiferi del genere Arvicola, Talpa, Crocidura, Sorex, Apodemus. Ove abbondanti, i conigli selvatici vengono predati frequentemente, così come giovani lepri e più scarsamente scoiattoli e donnole.

Considerando un bisogno medio giornaliero di circa 150 grammi di cibo, e che la dieta è composta per i due terzi dai topi campagnoli, balza subito all'occhio l'importanza di questo rapace nel controllo delle loro popolazioni. L'abbondanza delle prede usuali condiziona sia le presenze invernali che la densità delle coppie nidificanti che, negli ambienti accidentati più favorevoli, possono raggiungere il numero di 5-7 su 10 chilometri quadrati.

 

Per nidificare si installa preferibilmente nelle zone boscose bassomontane e collinari (soprattutto ai loro margini), costretta ad abbandonare molti distretti della pianura resi inospitali dai diboscamenti e dagli avvelenamenti agricoli. Sui monti sale fino a circa 1800-2000 metri e costruisce il nido sulle ultime conifere aggrappate alle pareti rocciose o addirittura sui cespugli e sulla nuda roccia. La maggior densità si nota al di sotto dei 1000-1200 metri, nelle zone boscose intervallate da ampi spazi aperti.

Il nido sugli alberi si trova in genere tra gli 8 e i 20 metri (2-33), e spesso viene rioccupato anno dopo anno, per cui le dimensioni possono divenire ragguardevoli (fino a 180 centimetri di diametro e 120 di altezza). La stagione riproduttiva inizia di solito in marzo e, dopo 20-30 giorni impiegati nella costruzione della dimora, vengono deposte 2-3 uova (raramente 1 e 4), nella prima quindicina di aprile.

L'incubazione è compito di entrambi i genitori e si protrae per 33-35 giorni (per uovo), mentre i piccoli nati, inizialmente nutriti e riparati dalla femmina, sono in grado di volare dopo poco meno di due mesi. L'indipendenza assoluta viene guadagnata non prima di altri 40-55 giorni. La maturità sessuale è raggiunta al terzo anno di vita, raramente al secondo. Il record di longevità in natura spetta a un individuo inanellato campato ben 25 anni e 4 mesi.

 

In Italia la sottospecie tipo è stazionaria e nidificante in tutti i luoghi boscosi adatti, dal livello del mare fino ai monti, del continente e delle grandi e piccole isole (in queste ultime si riproduce lungo le coste rocciose). La densità nelle varie parti dell'areale non è uniforme, e dipende dalle caratteristiche ambientali e dalla disponibilità di prede.