La quaglia

 

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Famiglia

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Specie    

Galliformi

Fasianidi

Perdicini

Cuturnix

C. cuturnix

Uccelli

Nomi dialettali: quàia

 

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Descrizione: la Quaglia è il più piccolo rappresentante della famiglia dei Fasianidi. Ha corpo raccolto, becco breve un po' ricurvo all'apice, coda corta. Il piumaggio è di colore dominante fulvo-giallastro barralo di bianco, fulvo e nero con linee chiare e scure sui fianchi. In entrambi i sessi il becco è bruno scuro e le zampe sono bruno-giallo chiare. In volo si riconosce per le piccole dimensioni, le ali lunghe e relativamente appuntite, la colorazione mimetica e il volo basso e rettilineo, Lunghezza cm 16-20. peso gr. 60-150.

Habitat: l'habitat utilizzato dalla specie sono gli ambienti aperti, prati e campi coltivati, sia in zone pianeggianti che in zone di altitudine. Predilige inoltre uno strato erboso abbastanza denso e alto e praterie leggermente umide. In Italia è nidificante e di doppio passo primaverile ed autunnale, ma sverna spesso in molte località a sud dell'Appennino tosco emiliano.

Riproduzione: avviene al suolo e i maschi definiscono il loro territorio con il canto. La ricerca del nido, e la deposizione delle uova avviene a pochi giorni dall'arrivo della femmina, in generale dopo la metà di maggio. Ogni femmina depone dalle 7 alle 14 uova e le cova per circa 17 - 20 giorni. A 4 settimane  dalla schiusa i piccoli sono indipendenti e in grado di volare; talvolta la femmina effettua una seconda cova.

Alimentazione: si ciba essenzialmente di sostanze vegetali, semi e grani, e in primavera ed estate la dieta è integrata con insetti ed altri invertebrati

Caccia: cacciabile.

La caccia alla quaglia, nella provincia di Siena, è consentita, nel territorio sottoposto a gestione programmata della caccia, dalla terza domenica di settembre fino al 31 dicembre.

 


 

Morfologia

 

Questo piccolo galliforme, appartenente alla famiglia dei Fasianidi e originario delle steppe erbose, si è adattato a vivere nelle zone intensamente coltivate e, anche se non trova più la prosperità di un tempo, è ancora presente qua e là in tutto il paese, dalla pianura ai monti, fino a circa 2000 metri di altitudine. Oltre che per le forme compatte e arrotondate, la quaglia si riconosce per l'abito brunastro, letteralmente segnato di chiaro e di scuro: un cromatismo che la rende perfettamente mimetica, soprattutto nelle parti dorsali, che possono in parte ricordare quelle del beccaccino. La livrea, identica nelle varie stagioni, è soggetta a numerose variazioni individuali, più accentuate sulla gola e sul dorso. Il maschio si differenzia dalla femmina per un bavaglino bruno o rossastro, segnato nel centro di nero, mentre i giovani hanno tinte più slavate e parti pettorali più decisamente segnate di scuro. Il capo è piccolo, la coda corta e le zampe sono sviluppate e sprovviste di sperone. La muta completa si svolge tra giugno e settembre, con ricorrenti ritardi fino a dicembre. La quaglia se ne sta sempre ben celata nel folto della bassa vegetazione, ove svolge ogni sua attività. Disturbata corre velocemente sul terreno, destreggiandosi a meraviglia tra l'intrico delle erbe. Timida e diffidente, s'invola solo se costretta, e si rimette a breve distanza; il volo è radente, lineare e poco veloce, con battiti d'ala poco profondi.

Solo durante la migrazione, quando il volo è l'unico mezzo di locomozione, il suo procedere è più sostenuto e può raggiungere perfino punte di 90 chilometri all'ora: la velocità media nella lunga traversata del Mediterraneo è stata calcolata in circa 70 chilometri orari, e alcuni osservatori l'hanno vista perfino posarsi in mare e riprendere direttamente il volo dalla superficie dell'acqua.

 

La dieta alimentare si basa su piccoli grani raccolti sul terreno, mentre, in primavera e in estate, insetti, larve ed altri invertebrati terrestri forniscono alla prole le proteine animali necessarie alla crescita.
L'ingestione di numerose pietruzze, usanza comune agli appartenenti allo stesso gruppo sistematico, favorisce la frantumazione e la digestione del cibo più coriaceo.

 

La stagione riproduttiva inizia alla fine di aprile, non appena i maschi si sono installati decisamente nei territori più favorevoli e hanno sfoderato le loro doti canore, particolarmente attive durante le nottate tranquille. Le femmine rispondono con pigolii bisillabici, discreti e di tono dolce, e si fanno corteggiare dai maschi che girano loro attorno con il piumaggio tutto arruffato e con del cibo nel becco.
Il nido rudimentale viene posto in una fossetta del terreno, ben celato tra la folta copertura erbacea, in ambiente né troppo arido e pietroso né troppo umido. In maggio vengono deposte di solito da 7 a 14 uova (e perfino 18) giallastre, pesantemente macchiate di scuro, che schiudono dopo un'incubazione di 17-20 giorni.
La femmina, che si è sobbarcata da sola il compito della cova, si prende poi cura dei pulcini, in grado di compiere i primi voletti già a 10-12 giorni; da questo momento e per altre 5-6 settimane tutti i componenti della famiglia rimangono riuniti e formano gruppetti monofamiliari. La specie è monogama nei territori scarsamente abitati, ma vive in promiscuità in quelli densamente popolati. Spiccatamente migratrice, la quaglia, a partire dal mese di agosto, si porta a svernare in Africa; con voli notturni si concentra nelle parti costiere settentrionali e, più sensibilmente, nelle savane comprese tra il bordo meridionale del Sahara e l'Equatore.

 

In Italia è nidificante nelle aree coltivate, pianeggianti e collinari, del continente e delle isole maggiori; un certo numero di coppie frequenta anche gli incolti, le steppe e i margini delle zone umide. Sugli altopiani e sui monti la nidificazione è più scarsa, ed è stata accertata fin verso i 2000 metri di altitudine. La migrazione prenuziale si svolge dalla metà di marzo alla metà di maggio ed i contingenti giungono seguendo una direzione obliqua, da sudovest verso nordest, spesso sostenuti da un vento alle spalle.
In autunno, a partire dal mese di agosto e con ritardi fino ad ottobre-novembre, si susseguono le partenze che, per una parte delle popolazioni dell'Europa centrale, si snodano per vie diverse da quelle dell'andata: non più attraverso il ponte naturale tunisino-siciliano, ma lungo la penisola iberica, fino allo Stretto di Gibilterra; una vera e propria migrazione "circolare". Durante l'inverno una piccola parte dei contingenti nidificanti si sofferma in loco, sfidando i rigori della cattiva stagione: sono le quaglie delle regioni meridionali, della Sicilia e della Sardegna. Al nord tali presenze sono del tutto occasionali. In questi ultimi decenni la specie è diminuita ovunque, in particolare nelle aree più intensamente coltivate.