Morfologia
Fra
gli ospiti abituali dell'abetina un ruolo di
preminenza spetta certamente ad alcuni
rappresentanti del genere Turdus, che soprattutto
attraverso il canto primaverile, prorompente e
variamente musicale, segnalano la propria presenza.
Il loro habitat
d'elezione è il bosco fresco e umido, alternato a
pascolo e radure, di conifere pure o miste, a quote
comprese fra i 900 e i 1600-1700 metri; tuttavia
possono localmente nidificare a quote inferiori, tra
le caducifoglie, oppure spingersi verso il limite
superiore degli alberi, fra i larici.
Nella loro dieta
figura una notevole varietà di invertebrati
terrestri (lombrichi, molluschi, insetti, larve e
piccoli artropodi), integrati, soprattutto nei mesi
autunnali ed invernali, da bacche e frutti succosi
di numerosissime essenze, tanto selvatiche che
coltivate.
Restio a uscire allo
scoperto, il tordo preferisce sovente trovare il
cibo nei sottoboschi ombrosi, sulle lettiere, abile
a stanare vermi, chiocciole e lumache anche da sotto
le pietre, contro le quali può talora infrangere
eventuali gusci calcarei troppo resistenti.
Il periodo di nidificazione si protrae da
marzo-aprile a luglio; sono deposte in genere due
covate, in voluminosi e consistenti nidi fabbricati
dalle sole femmine contro solide biforcazioni,
normalmente di una pianta resinosa, fra 1 e 4 metri
di altezza.
Del tutto
caratteristico e inconfondibile si presenta il nido
del tordo, il quale deposita all'interno della
coppa, intessuta di rametti, muschio e licheni, un
impasto costituito da trucioli di legno, argilla e
saliva, che una volta essiccato assume l'aspetto e
la consistenza del cartone. Dopo l'involo dei
giovani, le famigliole restano a lungo riunite. La
specie possiede una frazione di popolazioni
sedentarie o al più dispersive verso il piano e i
fondivalle durante la cattiva stagione, cui si
sommano nei periodi post e prenuziali cospicui
contingenti di individui migranti e che si portano a
svernare più a sud, con provenienza locale o da vari
settori dell'Europa centrale e settentrionale; si
osservano allora comunemente frequentare ambienti
diversificati, sia collinari che pianeggianti,
soprattutto coltivi ricchi di siepi e filari
alberati, orti, frutteti, vigneti e oliveti, parchi:
tali nicchie, che rivestono nel nostro paese una
rilevanza quasi esclusivamente trofica,
rappresentano invece in altre zone dell'Europa
nordoccidentale anche un'abituale scelta
riproduttiva.
La loro diffusione in
Italia, in qualità di specie nidificanti, è massima
e più omogenea sulla catena alpina, mentre
sull'Appennino la distribuzione si fa più
discontinua e frammentaria.
|