La tortora

 

Ordine

Famiglia

Sottofamiglia

Genere

Specie    

Columbiformes
Columbidae

Columbinae

Streptopelia

S. turtur

Uccelli

Nomi dialettali: turtura, durdra    

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Descrizione: ha dimensioni medio-piccole, forme slanciate, becco relativamente breve con la base ricoperta di pelle (cera), tarsi corti, coda lunga e arrotondata. In entrambi i sessi il piumaggio e di colore bruno grigiastro con petto rosso venato. Copritrici alari fulve macchiate di nero. Lati del collo barrati di bianco e nero. Coda nera bordata in maniera evidente di bianco, becco nerastro, tarsi e piedi rosa carico.  Caratteristico è il volo: rapidi battiti d'ala con interruzioni e inclinazione del corpo alternata a destra e a sinistra. Può essere confusa con la Tortora orientale. Lunghezza cm 26-30. peso gr. 110-160.

Habitat: frequenta zone alberate e cespugliate, boschi intramezzati da aree coltivate, grandi giardini, boschetti, ecc., sia in pianura che in montagna fino a 500-1.000 m di quota. In Italia é nidificante e di passo.

Riproduzione: è specie monogama. Durante la stagione riproduttiva, che è compresa tra metà maggio e giugno-luglio, i maschi compiono parale nuziali in volo, sui rami o sul terreno e fanno udire un insistente tubare. Il nido viene preparato sia dal maschio che dalla femmina sugli alberi o su alti e folti cespugli in mode grossolano, utilizzando stecchi, ramoscelli e radici intrecciati. La femmina depone normalmente due uova con intervallo di un giorno e mezzo, e vengono covate a turno anche dal maschio per circa 14 giorni. I piccoli sono alimentali da entrambi i genitori con il cosiddetto "latte di piccione" una secrezione lattiginosa prodotta dal gozzo ed all'età di circa tre settimane lasciando il nido. Depone in genere due voile all'anno.

Alimentazione: si ciba in prevalenza di sostanze vegetali (semi di piante selvatiche e coltivate, bacche. foglie. ecc.) e occasionalmente di piccoli molluschi.

Caccia: cacciabile.

La caccia alla tortora (Streptopelia turtur), nella provincia di Siena, è consentita, nel territorio sottoposto a gestione programmata della caccia, dalla terza domenica di settembre fino al 31 dicembre.

 


 

Morfologia

 

La tortora {Streptopelia turtur) è l'unico columbide che si è adattato a vivere nell'ambiente delle colture cerealicole, purché provviste di filari di alberi, di macchioni e di sicure abbeverate.

Specie poco esigente, rifugge le alte quote e trova la maggior diffusione nei luoghi pianeggianti aperti e soleggiati. Più che per la modesta livrea grigio-rosata, con scapolari e copritrici alari castane macchiate di scuro e collarino bianco e nero, la sua presenza è tradita dal monotono canto, simile ad un ronfare, ripetuto in continuazione.

 

Diffidente e solitaria al di fuori del periodo migratorio, prende rumorosamente il volo, che appare rapido e sostenuto da battute d'ala oscillanti e cadenzate; nello staccarsi da un posatoio batte con forza le ali e apre a ventaglio la coda, mettendo in mostra i contrasti bianchi e neri delle timoniere.

Arboricola, si posa frequentemente sul terreno per raccogliere grani e semi di ogni genere e per abbeverarsi alla maniera tipica dei piccioni: immerso il becco nell'acqua, il liquido viene ingerito a seguito di prolungate aspirazioni. Le zampe robuste e la conformazione delle dita (tre rivolte in avanti e una all'indietro) le permettono agili spostamenti sul suolo e una perfetta presa sui rami.

 

La stagione riproduttiva inizia dopo la metà di maggio, non appena sono giunti i contingenti migranti provenienti dalle calde contrade africane. Il rudimentale e piatto nido di stecchi intrecciati viene costruito sugli alberi e sui cespugli, e di solito contiene due uova bianche semilucide; la schiusa avviene dopo un'incubazione di 13-15 giorni e i piccoli, che nascono nudi, sono in grado di volare a circa tre settimane.

Nei primi tempi essi sono alimentati dai genitori con il cosiddetto "latte di piccione", una secrezione lattiginosa prodotta dal gozzo. La fase riproduttiva si esaurisce in una o due covate annue.

 

La tortora è distribuita, con cinque sottospecie, nelle zone adatte dell'Europa, dell'Asia occidentale e dell'Africa; le varie popolazioni sono migratrici e si portano a svernare nelle parti tropicali e subtropicali del continente africano.
In Italia la sottospecie tipo è estiva e nidificante lungo la penisola e nelle isole maggiori (Elba compresa), raramente oltre i 1000 metri di altitudine; la migrazione si svolge da agosto a settembre e più sensibilmente da fine aprile a maggio; maggiormente interessate dal passo appaiono le regioni meridionali e le isole mediterranee, ove non è escluso possa occasionalmente fare la sua comparsa la sottospecie arenicola, propria del Nordafrica e delle Canarie e nota nella vicina Malta.