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Il castello, sorto come baluardo difensivo della repubblica di Siena, fu trasformato nel Cinquecento in residenza per iniziativa del proprietario Mino Celsi.

Il restauro cinquecentesco è attribuibile all'architetto Baldassarre Peruzzi, che sicuramente intervenne nella progettazione della cappella circolare e nella sistemazione esterna dei muri di terrazzamento.

Nel maggio del 1554 il complesso fu distrutto dalle truppe imperiali Austro-Spagnole di Carlo V. Durante il XVII secolo, contemporaneamente al restauro del fabbricato, vennero realizzati in parte i meravigliosi giardini, espressione della cultura barocca. Nel 1802 la proprietà passò alla famiglia Chigi, i quali trasformarono la residenza in un maniero neogotico. Un ulteriore restauro della dimora e del giardino si deve ai principi Aldobrandini, proprietari di Celsa dai primi del Novecento.

Nonostante i numerosi interventi subiti nel corso dei secoli l'edificio conserva il suo carattere cinquecentesco mantenendo dell'antico castello originario soltanto la torre d'angolo sud. La villa include al centro un cortile di forma triangolare, chiuso a valle da un muro con tre portali, che immettono ad una serie di terrazzamenti in leggero pendio. L'accesso al complesso avviene attraverso un viale tangente alla villa che culmina nella cappella circolare del Peruzzi. Percorrendolo si può godere sulla destra della vista del giardino formale che si sviluppa su uno dei terrazzamenti, costituendo con il suo complicato disegno e apparato architettonico un insieme di grande effetto scenografico.

Il giardino all'italiana, cui si accede tramite una cancellata inquadrata da colonne con alla sommità grandi vasi decorativi, è compreso tra un magazzino e una piccola limonaia in cui trovano riparo durante la stagione invernale le conche dei limoni. Otto geometriche aiuole di bosso, riproducenti lo stemma degli Aldobrandini composto da una stella e da un rastrello, sono evidenziate dal sapiente uso di terre colorate, con rame, che fanno risaltare il contrasto cromatico.

Nel muro di fondo, in asse con la cancellata di ferro, è situata una grande peschiera semicircolare, circondata da una bassa balaustra, che funge anche da belvedere. Dalla vasca si può ammirare il panorama sulla valle incorniciato da due colonne laterali. A fianco della villa si apre un vasto prato attraversato da un percorso delimitato da siepi di cipresso potate e modellate a forma di parapetti ondulati. Questo sentiero, che culmina in una grande peschiera, costituisce l'unico episodio dell'incompiuto grandioso giardino barocco.

La peschiera semicircolare è caratterizzata sul lato curvo da una cortina di muro a catena, la quale è scandita da balaustre a colonnine che si alternano a vasi. Questi segnano anche l'incontro delle volute sotto le quali, su uno sfondo di pietra spugnosa, sono poste statue a rilievo di divinità marine e draghi. Nell'area retrostante si sviluppa il bosco di lecci, percorso da viali rettilinei che si dipartono a ventaglio dalla peschiera e si ricongiungono attraverso altri due percorsi concentrici. Fa da sfondo ad uno dei due viali laterali una nicchia centinata, in pietra spugnosa, che contiene un bassorilievo in marmo raffigurante la nascita di Gesù. All'estremità del viale centrale si trova un'altra nicchia contenente una lastra con un'iscrizione.

 

 

 

 

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