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Siena è
l'emblema del Comune medievale, delle sue tradizioni e dei suoi costumi,
perpetuati sino a noi attraverso la celeberrima competizione del Palio.
Il fascino delle sue Madonne, dipinte da Duccio di Buoninsegna, lo
spettacolare scenario di Piazza del Campo e della campagna senese,
l'imponente mole a strisce bianche e nere della cattedrale, i complessi
ecclesiastici e gli eleganti prospetti delle antiche residenze patrizie
contribuiscono a creare una visione inalterata della città.
Una meravigliosa crisalide bloccata nel tempo e nella storia.
Quasi sicuramente insediamento etrusco, Siena prese
forma come civitas romana nel periodo repubblicano. In età augusta vi fu
fondata una colonia militare, da qui il nome di Sena Julia, e fu intorno
alla romana Via Cassia che il territorio senese iniziò a svilupparsi.
Cristianizzata alla fine del IV secolo, Siena divenne poco dopo sede
vescovile. Fu soggetta alla dominazione longobarda: nel 687 le fonti
citano un guastaldo regio al governo della città e del suo territorio.
Nel 743 fu fondata l'Abbazia di S.Salvatore sul monte Amiata, importante
centro benedettino, ben presto il più grande della Toscana e simbolo
inequivocabile della crescente forza ecclesiastica. Alla fine del X
secolo, infatti, i grandi feudatari erano già stati estromessi
dall'ormai consolidato potere temporale dei vescovi, che però non ebbe
lunga durata. Nel corso del XII secolo il governo passò in mano laica e
Siena divenne comune consolare. E' di questo periodo l'alleanza con
l'imperatore Federico I e la sua scelta di campo ghibellina, antipapa,
decisivo per il destino dei Senesi.
Nel 1167 i vescovi furono definitivamente allontanati
dall'amministrazione territoriale, segnando l'inizio della profonda e
lunga rivalità con la principale alleata toscana dalla parte guelfa e
del Papa: Firenze.
La Via Francigena, arteria fondamentale del medioevo, che collegava il nord
dell'Europa a Roma, costeggiando Siena, portò alla nascita di nuovi
insediamenti, consentendo all'economia senese di prepararsi alla gran
fioritura. Nel passaggio dal sistema feudale alla mezzadria, l'economia
agricola cambiò profondamente: appezzamenti minori, coltivazioni
intensive, introduzione delle viti e degli ulivi conferirono alla
campagna senese quello che è ancora oggi il suo caratteristico aspetto
di paesaggio molto urbanizzato.
Durante tutto il Duecento Siena fu, a dispetto di
Firenze la principale città toscana.
Nel 1240 fu istituita l'università. I commerci fiorivano e soprattutto
l'attività finanziaria e di cambio, con Francia, Inghilterra e nelle
Fiandre, oltre che in varie città italiane. Fu in quell'epoca che Siena
raggiunse la sua massima espansione, includendo anche i territori di
Grosseto e Massa Marittima, pur non operando potere in centri come
Montepulciano, San Gimignano, Poggibonsi e Colle. Firenze non poté
tollerare a lungo una simile concorrenza economica e militare. Le due
città si combatterono aspramente e a lungo. Memorabile fu la vittoria
senese del 4 settembre 1260, a Monteaperti nei pressi del fiume Arbia,
dove i cittadini di Siena, con l'aiuto dell'esercito del Re di Svezia,
attaccarono l'accampamento nemico fino alla sua distruzione.
Dante descriverà come"...lo strazio e il grande
scempio che fece l'Arbia colorata di rosso...".
Ma appena nove anni dopo i ghibellini di Siena furono estromessi
dall'amministrazione cittadina e dal 1287 al 1355 la città fu retta dal
Governo dei Nove, d'impronta guelfa. Fu un buon governo, particolarmente
longevo, che favorì i commerci e le arti in tutte le forme.
Ma le frequenti guerre, unite alla terribile
carestia del 1326, turbarono anche l'equilibrio economico di Siena. La
peste del 1348, che ridusse la popolazione ad un terzo, fu l'ultimo
gravissimo colpo. Nel 1371 la tensione sfociò nella rivolta del Bruco,
una vera e propria sommossa degli operai salariati. Contro ogni
faziosità si batté una singolare figura di donna, talmente importante
nella storia di Siena da essere secoli dopo patrona dello Stato
Italiano, Santa Caterina (1347-1380).
Altro prestigio venne a Siena da Enea Silvio Piccolomini che, diventato
Papa con il nome di Pio II, fece della città una sede arcivescovile.
Dopo incerte vicende storico e politiche, la stabilità tornò con un
personaggio controverso, Pandolfo Petrucci. Resse la città dal 1487 al
1512 con pugno di ferro ma anche con occhio di riguardo per lo sviluppo
delle arti. Despota e mecenate al tempo stesso, favorì anche l'economia
che, sotto il suo governo, ebbe una netta ripresa.
Alla sua morte ci fu una nuova fase d'instabilità dello Stato Senese e,
nemici di sempre, i Fiorentini, con l'aiuto di Clemente VII, tornarono
ad assediare Siena. La città ottenne l'aiuto e la protezione dagli
Spagnoli, ricacciando l'assedio.
Ma i Senesi dovettero difendersi anche dai loro
protettori divenuti troppo opprimenti e con una violenta sommossa nel
1552, riuscirono a riacquistare la libertà.
Tuttavia la riconquistata libertà ebbe breve durata: nuovamente cinta
d'assedio dai Fiorentini, nel 1554, dopo un'estrema resistenza, il 17
aprile del 1555, Siena capitolò.
I Medici erano i nuovi padroni. Tutto il Senese fu assoggettato dai
Medici che, saggiamente, ne fecero governatorato autonomo chiamandolo
Stato Nuovo .
Siena seguì le sorti della Toscana intera, passando dai Medici ai
Lorena, i quali durante il loro dominio le tolsero alcuni comuni che
passarono a far parte del dipartimento d'Arezzo.
Nel 1859 fu la prima città a votare, con larghissimo consenso,
l'annessione al Regno d'Italia.
"Una volta che hai scorto quella del
Mangia, tutte le altre torri, gli obelischi, le colonne ti
sembreranno minuscole, volgari e inchiodate alla terra; questa
invece sembra staccarsi dal suolo e ha più l'aspetto di un volo
che di un monumento"
(William Dean Howells, Tuscan Cities, New York 1867)
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