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Immagini dalle Crete

Immagini dalla Val d'Orcia

 
 

 

 
 

...E io pensai alla brevità della vita umana e ad un tratto di tutti i propositi, i desideri e le ammissioni non rimase più nulla se non una insanabile, forsennata voglia di viaggiare. Ah, la vera voglia di viaggiare non è niente di più che quella rischiosa gioia di pensare...Non la si tacita con i progetti...esige e costa di più; occorre almeno impegnarvi il cuore e il sangue.
(H. Hesse)

 
 
 
 

Tra gli ambienti toscani più fotografati ed ammirati, è certamente da annoverare quell'impareggiabile paesaggio che si estende a sud di Siena, sin oltre Pienza e San Quirico d'Orcia, definito ormai comunemente come le Crete Senesi.
L'aspetto leggermente vallivo e le ondulazioni di questi terreni prevalentemente argillosi che cambiano di colore al variare della vegetazione hanno in comune una dominante cromatica unica per ogni stagione dell'anno: le stesse ciottolose strade poderali s'integrano appieno con queste variabilità.
Il profilo dei casolari e dei cipressi si staglia netto sullo sfumare delle colline, lo scenario naturale si addolcisce in toni caldi che lo sguardo accarezza senza incontrare ostacoli fino alla linea dell’orizzonte.

Sembra di trovarsi in un mare senza fine le cui onde ti trasportano in una pace quasi irreale.
Innamorarsi delle Crete Senesi è come drogarsi, non riesci più a liberartene.
Si può tornare cento volte nello stesso posto e ogni volta l’immagine che avevamo conservato nella memoria si rinnova.

È una scena che varia continuamente con il mutare delle stagioni, con il passare degli anni; un dipinto naturale in cui le tecniche grafiche sono state abilmente tradotte in consuetudini agricole.

 

Se si parla strettamente di 'creta' c’è da dire che, da Siena, una lunga fascia di terreno argilloso giunge ininterrottamente fino alle pendici del Monte Amiata, e del Monte Cetona comprendendo, nella sua compatta estensione, anche il corso di fiumi come l'Arbia, l'Ombrone, l'Asso e l'Orcia.

Ma stando invece alla caratterizzazione paesaggistica consolidatasi nel tempo e nelle immagini, occorre distinguere fra il paesaggio aspro, nudo e accidentato che si profila di fronte le strade delle crete fra Siena, Asciano e Chiusure e quelle inserite invece nel paesaggio dolce, che si richiude nel bacino dell'Orcia, attraversato dalla via Cassia.

Seguendo questa antica strada lungo il tratto Buonconvento-San Quirico, con deviazione verso Montalcino, ci si rende facilmente conto come nella zona che corre verso occidente, compresa nel grande arco disegnato dall'incontro dell'Orcia con l'Ombrone, si animi un paesaggio diverso, ricco di vegetazione e di coltivazioni, che si alternano a macchie improvvise, interrotte da vigneti e da oliveti, sotto i quali compare inconfondibile il colore caldo del tufo o il rosso cupo dei terreni disboscati.

 

Risalendo l’Orcia, corso torrentizio irregolare, dall’incontro con l’Ombrone, attraverso il canyon spettacolare della Ripa, si giunge a Bagno Vignoni, varcando una delle porte naturali da cui si esce o si entra nella conca dolcissima dell'alta Val d'Orcia: un’altalena di morbide curve che si distingue per la rapidità con cui cambiano forme e colori.
In Val d’Orcia si attraversano dolci colline degradanti, quasi sempre coronate da case coloniche contornate da maestosi esemplari di cipressi, spesso arate a grosse zolle di terra rossastra o ricoperte di prati verdi, il paesaggio è sempre movimentato da cipressi, isolati o a filari; da boscaglie distese sulle pendici dei colli; da qualche fazzoletto di ulivi, piccolo ma perfetto nelle sue dimensioni.
La Val d'Orcia è sicuramente una delle zone meno deturpate dal punto di vista urbanistico. Ai piedi dei borghi medievali vi sono sì, spesso, gli agglomerati moderni, nati disordinatamente senza il rispetto dovuto ai valori storici e architettonici di questi luoghi, ma queste “note stonate” sono fortunatamente molto contenute. In molti casi, come a Monticchiello, il “bagno di Medioevo” può essere totale.

L'integrità quasi miracolosa del borgo e la cura dei suoi abitanti nel restauro e nel mantenimento degli edifici ne fanno una perla di rara bellezza.