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...E io pensai alla brevità della
vita umana e ad un tratto di tutti i propositi, i desideri e le
ammissioni non rimase più nulla se non una insanabile, forsennata voglia
di viaggiare. Ah, la vera voglia di viaggiare non è niente di più che
quella rischiosa gioia di pensare...Non la si tacita con i
progetti...esige e costa di più; occorre almeno impegnarvi il cuore e il
sangue. |
Tra gli ambienti toscani più fotografati ed
ammirati, è certamente da annoverare quell'impareggiabile paesaggio che
si estende a sud di Siena, sin oltre Pienza e San Quirico d'Orcia,
definito ormai comunemente come le Crete Senesi.
Sembra di trovarsi in un mare senza fine le cui
onde ti trasportano in una pace quasi irreale. È una scena che varia continuamente con il mutare delle stagioni, con il passare degli anni; un dipinto naturale in cui le tecniche grafiche sono state abilmente tradotte in consuetudini agricole.
Se si parla strettamente di 'creta' c’è da dire che, da Siena, una lunga fascia di terreno argilloso giunge ininterrottamente fino alle pendici del Monte Amiata, e del Monte Cetona comprendendo, nella sua compatta estensione, anche il corso di fiumi come l'Arbia, l'Ombrone, l'Asso e l'Orcia. Ma stando invece alla caratterizzazione paesaggistica consolidatasi nel tempo e nelle immagini, occorre distinguere fra il paesaggio aspro, nudo e accidentato che si profila di fronte le strade delle crete fra Siena, Asciano e Chiusure e quelle inserite invece nel paesaggio dolce, che si richiude nel bacino dell'Orcia, attraversato dalla via Cassia. Seguendo questa antica strada lungo il tratto Buonconvento-San Quirico, con deviazione verso Montalcino, ci si rende facilmente conto come nella zona che corre verso occidente, compresa nel grande arco disegnato dall'incontro dell'Orcia con l'Ombrone, si animi un paesaggio diverso, ricco di vegetazione e di coltivazioni, che si alternano a macchie improvvise, interrotte da vigneti e da oliveti, sotto i quali compare inconfondibile il colore caldo del tufo o il rosso cupo dei terreni disboscati.
Risalendo l’Orcia, corso torrentizio irregolare,
dall’incontro con l’Ombrone, attraverso il canyon spettacolare della
Ripa, si giunge a Bagno Vignoni, varcando una delle porte naturali da
cui si esce o si entra nella conca dolcissima dell'alta Val d'Orcia:
un’altalena di morbide curve che si distingue per la rapidità con cui
cambiano forme e colori.
L'integrità quasi miracolosa del borgo e la cura
dei suoi abitanti nel restauro e nel mantenimento degli edifici ne fanno
una perla di rara bellezza. |
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