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Strabone (Strabone, nato
ad Amasea verso il 58 a.C., morto tra il 21 e il 25, fu un geografo
greco. Si trasferì a Roma e studiò con Tirannione, grammatico
peripatetico e geografo suo compatriota. Sembra che proprio
quest'ultimo, esperto di geografia, lo abbia indirizzato
all'approfondimento di questo tipo di studi. Dopo molti viaggi, tornò ad
Amasea, dove cominciò a redigere una Storia in 43 libri - nessuno dei
quali è pervenuto fino a noi - che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto
essere la continuazione dell'opera di Polibio. Passò poi alla
compilazione di una Geografia in 17 libri, pensata come complementare
dell'opera storica, che ci è pervenuta per intero, salvo alcune parti
mancanti del libro VII.), nel menzionare i fiumi utilizzati
per l'approvvigionamento a Roma di legna e pietre da costruzione,
ricorda il Clanis, fiume sulle cui rive nascevano piante tifacee, papiri
e giunchi, le cui acque formavano laghi navigabili molto ricchi di
pesce, defluendo lentamente verso il Paglia e il Tevere, e che il loro
apporto aveva contribuito all'alluvione di Roma del 15 d. C, suggerendo
una modifica dell'assetto idrico, invertendo il corso del Clanis verso
l'Arno (Tacito, Ann. I, 79), progetto non realizzato per le numerose
difficoltà tecniche, l'opposizione delle municipalità e la
superstitio. |
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Geomorfologia del territorio
Il territorio
comunale di Sinalunga è situato nell'area sud-orientale della provincia
di Siena. |
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Ritrovamenti Archeologici
Le prime
notizie di scoperte archeologiche nel territorio di Sinalunga risalgono
all'inizio degli anni Trenta del secolo scorso, quando venne comunicato
all'Instituto di Corrispondenza Archeologica, recentemente costituito,
il ritrovamento di un piccolo busto di bronzo identificato come Dioniso.
L'autore della segnalazione, Pietro Capei, avvertiva che si trattava "di
lavoro apparentemente etrusco, ma del cattivo stile [...] e bisogna
esaminarlo bene per riconoscerlo antico", tanto che i sospetti
sull'autenticità del reperto consigliarono il Capei a rifiutarne
l'acquisto. Nel 1833 il naturalista Giuseppe Giuli segnalò all'Instituto
una nuova scoperta avvenuta presso Bettolle, di cui venne fatto cenno
nel Bullettino del 183411. Si trattava di un'anfora a figure nere della
tarda produzione etrusca, mancante della parte superiore, ridotta in
frammenti dagli scopritori.
Sinalunga
All'insediamento delle Carceri sono da ricollegare le sepolture a fossa contenenti fibule di bronzo scavate in località Palazzetta e le tombe, forse a camera, messe in luce in località Poggio Baldino - S. Bernardino, da dove proverrebbe, fra l'altro, un vaso di bucchero ornato con una teoria di centauri. Inoltre anfore di bucchero, una delle quali decorata a cilindretto, sono state riportate alla luce in località Amorosa e potrebbero indicare l'esistenza di un altro villaggio ubicato su uno dei rilievi collinari meno elevati, a occidente del bacino del Clanis. Altre tombe di età tardo orientalizzante sono note a Poggio Moscino, e verosimilmente sono pertinenti ad un villaggio ubicato su un importante tracciato viario che doveva collegare la zona a ovest del Clanis con i fiorenti centri dell'area orientale quali Foiano, Lucignano e Marciano. Tra la fine dell'orientalizzante e il primo arcaismo l'interesse di Chiusi per questa parte della Valdichiana sembra intensificarsi in seguito all'espansione di questo centro verso il Nord, ed in particolare verso l'area fiorentina e la valle dell'Ombrone.
Nel corso del
VI sec. a. C. tutta la fascia collinare di Sinalunga sembra essere
interessata da un incremento demografico piuttosto rilevante,
testimoniato tra l'altro da una tomba del tipo a caditoia rinvenuta
intatta nel 1981 in via degli Etruschi, contenente un ossuario di bronzo
riconducibile a fabbricazione chiusina. Il fenomeno interessa anche i
rilievi collinari ubicati a Est e a Nord di Sinalunga, come indicano i
ritrovamenti di vasi di bucchero a Poggi Gialli e di tombe con oggetti
preziosi presso Camporsi, da riferire ad un abitato posto lungo
un'importante itinerario diretto ad Asciano e alla valle dell'Ombrone.
Di recente le testimonianze in
Valdichiana degli Umbricii sono aumentate con la scoperta proprio
nel territorio di Torrita di Siena di due fornaci, nelle quali venivano
prodotti vasi in terra sigillata con bolli riferibili a C. Umbricius
Cordus e L. Umbricius Hospes, forse anch'esse impiantate
in terreni di proprietà della stessa gens. |
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Bettolle
Le
tombe più antiche hanno restituito ceramiche etrusco-corinzie e vasi di
bucchero decorato a stampo da riferire a produzione chiusina; tuttavia
non si può escludere l'esistenza di botteghe locali.
A tale proposito appare
significativa la concentrazione in questo territorio di alcuni grandi
vasi etruschi a figure rosse uno dei quali (proveniente da Bettolle)
potrebbe contribuire a rafforzare l'ipotesi della "localizzazione in
quest'area di piccole fabbriche che operavano ispirandosi a modelli
attici del periodo classico". La presenza di cospicue famiglie
aristocratiche è testimoniata ancora nel IV sec. a. C. dalla tomba della
gens heimni, imparentata per vincoli matrimoniali con la gens cilnia di
Arezzo, come testimonia una bella urna bisome recante sul coperchio la
coppia nuziale sul lectus genialis. Inoltre ancora nella seconda metà
del secolo sono documentate ceramiche sovradipinte del Sokra Group a
testimoniare i facili contatti con il mondo falisco. |
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Situazione
idrografica della Valdichiana in tre età diverse (da Piccardi) |
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