Il centro storico di
Pienza, il 16 maggio scorso, ha ospitato il passaggio dell'82ma
edizione della Mille Miglia.
Provenendo da
Radicofani, l'edizione 2009 della Mille Miglia, storica gara
automobilistica,
che dal 13 al 17 maggio ha regalato cinque giorni intensi di
emozione, ha fatto tappa a Pienza.
Mille Miglia: percorso dell'82ma
edizione. |
La "città ideale", una
terrazza che si apre sulla Val d'Orcia dove l'occhio insegue un mare
di grano in un affresco vivo d'infinite percezioni.
Dice proverbio: "nelle
botti piccole c'è il vino buono", a Pienza ci si trova anche il
formaggio.
Qui, dove la geometria si fa poesia, anche l'umile cacio non può
esimersi dal tendere al sublime, trasformandosi in un gioiello, rara
delizia dei sensi.
Il raffinato pecorino di Pienza all'apparenza può sembrare pecorino
comune, tondo, liscio, la buccia bianca, la pasta giallina ma, già
all'aroma, il nostro formaggio svela una personalità tutt'altro che
ordinaria, diffondendo un avvolgente aroma di vinaccia, tannino e
legno stagionato.
Nasce povero, da latte di pecore di razza sarda allevate allo stato
semibrado, seguendo la normale trafila: pastorizzazione,
coagulazione e rottura della cagliata che, acidificata e spurgata, è
salata a secco. Ma ecco il colpo di scena: come nelle favole, il
nostro umile cacio, rinchiuso per tre mesi in una "barrique"
impregnata di nobili essenze, ne esce trasformato in un principe.
Infine, per lasciare Pienza con la bocca dolce, è necessario cercare
nelle sue botteghe gli "ossi di morto". Niente di macabro, si tratta
di biscotti tipici del Senese fatti di farina, lievito, zucchero,
albume e mandorle (simili perciò nella composizione ai "brutti boni"
di Prato e Pistoia), noti anche col nome di "stinchi di morto"
datogli nel Grossetano, dove talora si aggiunge profumo d'anice e,
per la precisione, al nome corrisponde l'aspetto. Qui a Pienza,
invece, la forma è grezza, tondeggiante: l'impasto è lavorato in
grossi cordoni tagliati a tocchi di 2-3 cm, appiattiti e cotti in
forno. |