La storia di Farnetella risale al Medio Evo e precisamente al secolo V o VI. E' vero che la storia si fa con i documenti, e il primo che si riferisce a Farnetella risale al 1175, ma trattandosi di un documento con il quale Siena ordinava ai conti Scialenghi la restituzione del castello di Farnetella agli antichi proprietari, i conti Barotti, viene da supporre che la costruzione del castello sia avvenuta diversi decenni, se non alcuni secoli, prima.
L'intera zona della Valdichiana senese fu interessata nei secoli VII e VIII, dall'insediamento di Signori e Signorotti di origine germanica e franca e dal successivo, rapido, frazionamento delle grandi famiglie comitali che portarono alle costruzioni di nuove residenze, spesso, vicinissime le une alle altre.

 

 
 

Intorno all'anno Mille, il castello di Farnetella, descritto come potente e inaccessibile, e ubicato sul poggio sopra l'attuale abitato - chiamato tuttora, non a caso, Castelvecchio - faceva parte del piccolo dominio dei nobili Barotti, che comprendeva anche San Gimignanello, Montalceto (oggi Torre S.Alberto) e Castiglioni (detto anche Castiglion Barotti) nei pressi di Rapolano. Nella prima metà del 1100 Montalceto, San Gimignanello e Farnetella furono occupati dagli Scialenghi. Nel 1175 Siena ne ordinò la restituzione ai Barotti che ne ripresero possesso, ma nel 1234 dovettero fare i conti con l'imperatore Federico II che concesse formalmente Montalceto a Ildibrandino di Guido Cacciaconti degli Scialeghi, la cui famiglia, poco dopo, assunse il controllo anche di Farnetella.
Nella seconda metà del duecento il castello di Farnetella, accusato dalla Repubblica di Siena, per avere dato ricetto a ghibellini fuoriusciti dalla città, fu raso al suolo e poi ricostruito alcune centinaia di metri più a valle.

 

Si deve ad Adolfo Ferrari, proprietario della tenuta, l'attuale fisionomia di Farnetella. Verso la fine dell'Ottocento, infatti, fece iniziare i lavori per la costruzione di una serie di edifici, forniti di tutte le comodità moderne in un ambiente dal sapore nobilmente antico, per il soggiorno di ricchi villeggianti. Ma il progetto, forse un po' troppo ambizioso per i tempi, mise a dura prova le risorse finanziarie del Ferrari e restò incompleto. Tuttavia la grande mole del castello e la villetta attigua, caratterizzano non poco l'aspetto dell'intero paese.
 

 
 
 
   

 

Per conoscere a fondo un territorio, non basta guardarlo. Bisogna invece assaggiarlo, gustarlo, assimilarlo.
Ammirare un palazzo, una pieve o un filare di cipressi dovrà essere come bere un bicchiere dei migliori vini senesi, da sorseggiare lentamente per far esplodere i sensi.
La natura intorno a questo piccolo borgo è ancora intatta e si esprime in boschi di querce e lecci interrotti da colline ricoperte di ulivi.
Accanto agli ulivi annosi, i vigneti se ne stanno per conto loro, esposti a sud, ordinati e pettinati, in una geometria degna del più famoso pittore astrattista. Pini domestici e cipressi, viti e olivi, corbezzoli, ginepri, viburni e ginestre, rosmarini e lavande, cesellano un paesaggio tutt'altro che immobile. Qua e la compaiono rettangoli fiammanti di girasoli. Nel paesaggio entrano in perfetta armonia le case coloniche, forse le più belle della Toscana, costruite con la pietra locale dai toni fulvi.
Dalla semplice escursione al vero e proprio viaggio questo angolo della provincia senese autentica offre la possibilità di stare bene lontani dalle logiche del turismo intenso come bene di consumo.
Qui non c'è nulla da consumare ma semplicemente tutto da vivere.
Mi piace concludere questo viaggio, alla scoperta delle radici di Farnetella, con le immagini della "fiorata" che permettono di documentare in modo inconsueto, sia gli angoli caratteristici del paese, che momenti di vita di una comunità che è riuscita a mantenere viva la memoria ed il significato delle cose più semplici.
Una volta tradizione comune a molti paesi, la "fiorata", consiste nel preparare con petali di fiori e foglie - raccolti in zona - e tanta pazienza, un lungo e colorato tappeto che servirà da soffice guida per la processione del Corpus Domini. A Farnetella, a testimonianza dell'amore per il proprio paese e dell'orgoglio di renderlo bello, questa tradizione è ancora viva a conferma come in un piccolo centro la gente riesca ancora a sentirsi "comunità", a "vivere" il proprio paese, le sue strade, i suoi vicoli, lavorando insieme, generazioni anche lontane tra loro, per il solo piacere del "fare".

 

   
 
 
 

Farnetella Immagini

 
 
 
 

 
 

Farnetella, uno scorcio del borgo

Farnetella, uno scorcio della villa-castello del Ferrari

 
 
 
 

 
 

Farnetella, uno scorcio della villa-castello del Ferrari

Farnetella, un particolare della villa-castello del Ferrari

 
 
 
 

 
 

Farnetella, uno scorcio della villa adiacente al castello

Farnetella, uno vicolo del borgo

 
 
 
 

 
 

Farnetella, uno vicolo del borgo

Farnetella, uno vicolo del borgo

 
 
 
 

 
 

Farnetella, uno vicolo del borgo

Farnetella, uno vicolo del borgo

 
 
 
 

 
 

Farnetella, la Chiesa di San Giovanni Battista

Farnetella, la Chiesa di San Giovanni Battista, interno.

 
 
 
   

Nelle foto che seguono: la gente di Farnetella nelle strade, in occasione della "fiorata" che si tiene ogni anno, da tempo immemorabile, con gli stessi tempi e modalità, nel giorno del "Corpus Domini".