Morfologia
I
Barbi hanno un corpo abbastanza slanciato, con la
bocca che ha l'apertura sulla parte ventrale, che è
provvista di due paia di vistosi barbigli, più
piccoli gli anteriori e di poco più grandi i
posteriori. Anche il capo presenta una forma
notevolmente slanciata che gli conferisce il
caratteristico aspetto.
In Italia sono
presenti due sole specie del genere barbus, mentre
numerose altre specie, anche di notevoli dimensioni
sono presenti oltralpe, in Europa, in Asia ed in
Africa. La prima specie, la più diffusa è quella che
va sotto il nome di Barbus barbus plebejus. Le
caratteristiche particolari, oltre naturalmente a
quelle del genere già citato, sono quelle di un
animale molto slanciato, con il muso molto lungo che
è circa un quarto dell'intera lunghezza del corpo.
La pinna dorsale, unica, ha quattro raggi semplici
ed otto-nove forcuti, nessuno dei quali spiniforme.
Il terzo raggio indiviso è piuttosto grosso e ha una
notevole consistenza ed il margine posteriore
presenta dei dentelli.
La pinna anale è con
otto raggi molli dei quali i primi tre semplici, ed
ha una decisa curvatura verso la caudale. Il resto
delle pinne, pettorali e ventrali, che anche qui
hanno posizione addominale, sono di dimensioni
modeste. Il colore è verdastro più o me no scuro sul
dorso; sui fianchi il colore appare della stessa
tonalità ma più giallo, mentre il ventre è pressoché
bianco. Tutto il corpo, comprese le pinne presenta
delle macchiettature nere che possono variare
rispetto all'habitat ed all'età.
L'altra specie abitante le nostre acque è il Barbus
meridionalis, detto anche barbo canino.
Fondamentalmente simile al plebejus, si differenzia
per diversi caratteri, primo la statura, venti
centimetri al massimo contro l'oltre mezzo metro del
precedente. Anche l'aspetto esteriore ci mostra un
animale nel quale la macchiettatura è notevolmente
più diffusa; talvolta alcune piccole macchie vanno a
costituire zone più scure. Sistematicamente è
importante il terzo raggio semplice della dorsale
che in questo caso non presenta dentellatura alcuna
e che non ha la consistenza del corrispondente
raggio presente nel plebejus; questo carattere viene
preso a distinzione delle due specie. Altre
differenze sono le squame più grandi, la pinna anale
più lunga, ed il minor numero di vertebre, 35 contro
le 42-45 del precedente. Il barbo, di ambedue le
specie, è molto diffuso in Italia e mentre il barbo
canino preferisce le acque fredde e chiare, l'altro
si ritrova pressoché ovunque. A differenza del
cavedano e di altri ciprinidi, il barbo sopporta
male le acque nelle quali siano presenti forme
d'inquinamento, anche se non molto forti.
L'habitat preferito è
il fiume con acque pulite e con zone dove esistano
fondi ghiaiosi, che sono particolarmente importanti
nella stagione degli amori, maggio-giugno, nei quali
la femmina depone le sue uova. Le uova del barbo si
schiudono dopo circa cinque giorni, ma le larve che
ne fuoriescono hanno un accrescimento
particolarmente lento; basti pensare che per
raggiungere la lunghezza di appena dieci centimetri,
raramente è sufficiente un anno. L'animale raggiunge
la sua maturità sessuale dopo circa quattro anni.
Chi cattura una
femmina provvista di uova e si accinge a mangiarla,
sarà bene si ricordi che le uova del barbo, sebbene
non velenose come qualcuno ha sostenuto, possono
causare forti disturbi. L'alimentazione del barbo è
una delle più varie, dai vegetali alle larve di
altri pesci. Mentre gli individui giovani hanno una
certa tendenza a vivere in gruppi di diversi
individui, specie quelli appartenenti alla specie
meridionalis, gli individui più grossi si isolano e
diventano solitari.
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