Morfologia
Il
Luccio non crea problemi di classificazione, e
perché, è riconoscibilissimo, e perché, pur essendo
un animale con una abbastanza vasta area di
distribuzione, comprende tutti esemplari con
caratteristiche molto uniformi e pertanto non
esistono specie o sottospecie particolari. La cosa
che maggiormente colpisce è il muso, abbastanza
lungo e schiacciato terminante con una bocca
piuttosto grande, delimitata da una mandibola che
sporge non poco sulla mascella. I denti sono di
dimensioni diverse, secondo la posizione, ma tutti
abbastanza robusti. Le zone dove i denti sono
dislocati sono: i premascellari, il vomere, i
palatini, la mandibola; piccoli denti si ritrovano
anche sulla lingua. Il corpo, abbastanza allungato,
ha i fianchi percorsi da una linea laterale che
parte dal margine superiore dell'opercolo per
terminare, con andamento un po' ondulante, nel mezzo
del peduncolo caudale.
La pinna dorsale,
eccezionalmente lontana dal capo, è corta e termina
all'inizio del peduncolo caudale. La dorsale ha
20-23 raggi dei quali i primi 7-8 interi. Appena
dietro all'inizio della dorsale si inserisce,
naturalmente in posizione ventrale, l'anale. I raggi
che la sostengono 13-18 ed i primi 3-5 sono interi.
Anche questi al pari di quelli della dorsale e di
tutte le altre pinne sono molli.
Le pinne pettorali, non enormi, sono inserite molto
prima del margine opercolare, e l'inizio delle
ventrali, anche queste non molto grandi, è
pressappoco a metà strada tra le pettorali e
l'anale. Le squame che rivestono il corpo sono di
dimensioni ridotte, di tipo cicloide; sulla linea
laterale si possono contare 110-130 squame. La pinna
caudale ha due lobi, non molto acuti e si origina da
un peduncolo non troppo corto e compresso che inizia
al termine dell'anale e della dorsale. Il colore del
corpo è verdastro, sul dorso, più chiaro quasi
argenteo sul ventre dove tuttavia si inoltrano
strisce più scure che si dipartono dal dorso. Questo
è un tipo di livrea convenzionale che
grossolanamente rispecchia tutti i lucci, ma si
possono avere variazioni non indifferenti legate all'età
del pesce, all'ambiente ed al periodo in cui viene
osservato. Il colore delle pinne è normalmente
giallo, più o meno sporco, fittamente disseminato di
macchie molto più scure.
Sulla taglia e sulla
longevità del luccio ci sono addirittura leggende
che lo farebbero apparire centenario con dimensioni
superiori ai cinquanta chili. In Italia la
dimensione di questo pesce supera molto raramente e
se, di poco, i venticinque chili, e la massima età
che è stato possibile dimostrare non supera i sedici
anni. Sempre in Italia la distribuzione del luccio
si arresta al sud del Lazio e delle Marche, e si può
trovare sia in laghi che in fiumi. L'ambiente che il
luccio predilige non deve avere acque troppo
correnti e deve essere provvisto di vegetazione
acquatica. È un animale essenzialmente carnivoro e
sulla sua voracità addirittura proverbiale è inutile
spendere altre parole. Solitario, fa vita abbastanza
sedentaria ed attende al varco le prede, che cerca
di catturare seppure energicamente, con la minor
fatica possibile. Per questo fatto le sue prede
preferite sono pesci feriti, o in non perfetta
forma, che il luccio può così catturare con la
massima facilità. L'età degli amori inizia a fine
inverno e termina a primavera; in tale stagione le
femmine cercano acque tranquille, dove i fondali
siano bassi e la vegetazione abbondante. Le uova,
deposte in gran numero, sono di 2-3 millimetri di
diametro. Le larvette che si schiudono dopo circa
due settimane, misurano 6-8 millimetri. A questo
punto, questi piccoli esseri si fissano a piante
acquatiche dove rimangono per un certo periodo,
senza assumere cibo. Successivamente verso i
quindici giorni gli avannotti divengono indipendenti
e cominciano a muoversi, aggredendo crostacei,
pesciolini, ed anche altri avannotti di luccio. Ad
un anno di vita i piccoli lucci possono raggiungere
anche i venti centimetri di lunghezza, ma la
rapidità dell'accrescimento, che però non è mai
troppo lento, dipende come al solito dalla
disponibilità di cibo, che nel caso del luccio è
favorito dalla presenza di altre specie ittiche di
modeste dimensioni, come le alborelle.
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