Pesce gatto

 

Ordine

Famiglia

Genere

Specie    

Siluriformi

Ictaluridi

Ictalurus

I.Melas Melas

Acque interne

Nomi dialettali: pess gatt, gatto, tenca americana

 

Descrizione: il corpo è piuttosto affusolato. La bocca è munita di diversi barbigli, alcuni molto lunghi. Colore scuro più accentuato sul dorso, piuttosto chiaro sul ventre.

Habitat: pesce di importazione dal Nord America. Predilige acque ferme a fondo melmoso o con molta vegetazione. Sopporta acque anche scarsamente ossigenate.

Riproduzione: a fine primavera, quando l'acqua raggiunge i 18°; il maschio e la femmina scavano una buca dove vengono deposte le uova in numero di alcune migliaia.

Pesca sportiva: scarsamente sportiva per la facilità della cattura; si tratta di un pesce piuttosto vorace che oppone scarsa resistenza una volta allamato. Si cattura innescando larve, uova, molluschi e pesciolini, pescando preferibilmente a fondo.


Morfologia

 

Il corpo è fusiforme e la bocca, non protrattile, possiede diverse paia di barbigli, che nel pesce gatto sono quattro. Gli occhi, piccoli, sono situati piuttosto vicini alla bocca. Questa molto ampia, è armata da piccoli denti, disposti in più serie sulle mascelle. I barbigli che si dipartono dalla mascella sono molto lunghi e superano addirittura l'apertura branchiale. Gli altri barbigli si originano dai fori nasali posteriori, dagli angoli della bocca e dalla mandibola. La pinna dorsale è sorretta da 8-9 raggi dei quali il primo, molto appuntito, ma fine e non dentellato, è spiniforme; a questa fa seguito una seconda dorsale adiposa, e come tale completamente priva di raggi. Le pettorali poste appena anteriormente alla prima dorsale, hanno 9-10 raggi, ed il primo, come nella dorsale, è spinoso, sempre molto acuto, ma più robusto e posteriormente dentellato. La pinna anale, la più estesa di tutte, ha 15-20 raggi molli e termina al medesimo livello della dorsale adiposa.

Le ventrali non molto grandi, sono molto in basso, ed iniziano dopo gli ultimi raggi della dorsale. La pinna caudale che si stacca da un peduncolo ben evidente e piuttosto tozzo, ha il margine esterno con una concavità appena accennata. Il colore del corpo è fondamentalmente scuro ma l'intensità del tono può essere diversa a seconda dell'ambiente; il ventre è molto chiaro ed ha evidenti sfumature giallastre.

 

Nelle acque italiane, dove il pesce gatto è stato introdotto all'inizio di questo secolo dal Nord America, questo animale si è ambientato molto bene e può raggiungere le dimensioni di mezzo metro di lunghezza e di due chili di peso. Le sue abitudini sono preferenzialmente notturne, e la sua voracità fa si che qualsiasi cosa gli riesce gradita; pertanto è un gran divoratore di piccoli pesci, di uova, di insetti e di molluschi. Vive in svariati ambienti, ma più spesso in acque dove il fondo sia melmoso o pieno di vegetazione; ma la sua tolleranza alla scarsità di ossigeno ed all'inquinamento è veramente forte, e spesso si trova in ambienti dove ogni altra forma di vita superiore è ormai cessata. Altra cosa proverbiale è la sua robustezza e la sua grande vitalità: molti pescatori possono raccontare di aver tenuto un pesce gatto per molto tempo fuori dall'acqua, ma che una volta rimesso nel proprio ambiente abbia cominciato a comportarsi come se niente fosse successo.

 

Quando, verso la fine della primavera, l'acqua raggiunge i 18-20° comincia la stagione degli amori: la coppia organizza un incavo sul fondo, spesso a ridosso di corpi sommersi, e la femmina depone alcune migliaia di uova, che in poco più di una settimana si schiudono sempre sotto i vigili occhi dei genitori, che però, quando gli avannotti cominciano a fare vita normale, non disdegnano di attaccarli per cibarsene. Secondo i moderni ittiologi, le specie italiane del pesce gatto sono due: il melas e il nebulosus. Quest'ultima differisce dalla prima per il maggior numero di raggi della pinna anale. 21-25 contro 15-21, e per il colore che è molto più chiaro; inoltre i dentelli presenti sul lato posteriore della prima spina pettorale sono molto più marcati ed evidenti.
Dal punto di vista ecologico sembra che il nebulosus preferisca acque più limpide, profonde e scorrenti. Inoltre nelle acque italiane vengono ritrovati individui che non si possono attribuire con certezza ne all'una né all'altra specie in quanto i caratteri distintivi sono equivoci, e questo potrebbe far pensare che possano essere intervenuti fenomeni di ibridazione.