Morfologia
La
tinca ha un corpo moderatamente ovale, piuttosto
massiccio ed anche il peduncolo caudale resta di un
discreto spessore; la compressione esiste, ma non è
molto accentuata. La pelle è ricchissima di cellule
mucipare ed in questa sono inserite squame piuttosto
piccole. Il capo è di medie dimensioni e la bocca,
piccola, porta ad i suoi lati due minuscoli
barbigli; i denti sono, come in altri ciprinidi,
faringei e disposti in un'unica serie. La pinna
dorsale, sorretta da 4 raggi interi e da 8-10
divisi, è esattamente opposta alle pinne ventrali e
quest'ultime sono interessanti per distinguere il
sesso del pesce in quanto nei maschi il secondo
raggio è molto più grosso, le pinne sono più lunghe,
e raggiungono l'apertura anale. La pinna anale, che
inizia dove termina la dorsale è sorretta da 9-12
raggi dei quali i primi 3-4 sono interi; le
pettorali, come le ventrali non piccole, iniziano
abbastanza in avanti prima del margine
dell'opercolo.
La pinna caudale, infine, è piuttosto grossa,
l'incisura centrale è appena accennata e gli angoli
esterni sono abbastanza arrotondati. Il colore del
dorso è verde scuro, che nei fianchi si schiarisce
cominciando ad impastarsi con riflessi giallognoli
che predominano sul ventre, talvolta arricchiti da
componenti aranciate.
Tutte le pinne sono grigiastre con riflessi verdi o
gialli.
La lunghezza di questo
ciprinide può raggiungere e superare il mezzo metro,
ed in tal caso il peso raggiunge anche i cinque
chili. Questo robusto pesce, diffuso praticamente in
tutte le acque interne italiane, ha caratteristiche
di adattabilità superiori anche alla stessa carpa.
Il suo ambiente ideale sono le acque ferme od a
corso lentissimo con fondo fangoso, dove ci sia
abbondanza di vegetazione; resiste bene anche in
ambienti ristretti come piccoli stagni, anche in
acque dove il contenuto di ossigeno è piuttosto
basso. Praticamente omnivora, la tinca si nutre di
detriti di vegetali, di insetti, di piccoli
molluschi che riesce a scovare nella melma del
fondo. Essendo un animale che sente abbastanza la
temperature, la sua attività si blocca quasi
completamente durante la stagione fredda e cade in
una specie di letargo, talvolta immergendosi quasi
completamente nel fango dei bassi fondali.
Verso maggio-giugno
inizia la stagione degli amori e la femmina depone
un gran numero di uova del diametro di circa un
millimetro che si fissano sulle erbe sommerse; il
tempo di schiusa è funzione della temperatura ma
normalmente in circa una settimana fuoriescono
larvette lunghe 5-6 mm che dopo appena 15 giorni
cominciano a nutrirsi autonomamente, prima di
plancton, poi, gradatamente ma in breve tempo di
qualsiasi tipo di cibo. L'accrescimento non è dei
più veloci, e dopo un anno i piccoli non misurano
ancora 10 cm; dopo altri due anni le giovani tinche,
già differenziate sessualmente, hanno all'incirca la
lunghezza di 25-30 cm e sono pronte per la
riproduzione. Spesso però accade che gli esemplari
di sesso maschile maturino piuttosto prima di quelli
di sesso femminile. Anche gli accrescimenti possono
subire variazioni notevoli dovute all'ambiente ed
alla disponibilità di cibo.
La tinca è un pesce noto fino dall'antichità e su
questo pesce esistono notizie e storie più o meno
vere: è stato chiamato il medico dei pesci in quanto
si dice come pesci feriti si accostino al corpo
della tinca coprendo così una pronta guarigione.
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