Tinca

 

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Cipriniformi

Ciprinidi

Tinca

T. Tinca

Acque interne

Nomi dialettali: tenca, tencla, tinghe, trinca.

 

Descrizione: corpo ovale con testa massiccia. Il colore del dorso è verde scuro e si schiarisce man mano che ci si avvicina ai fianchi, unendosi a tonalità giallognole.

Habitat: abita le acque ferme od a corso molto lento con abbondante vegetazione.

Riproduzione: avviene nei mesi di maggio, giugno; la femmina depone un grande numero di uova che si fissano sulle erbe sommerse.

Pesca sportiva: si pesca preferibilmente a fondo oppure con galleggiante, comunque l'esca deve sempre pervenire sul fondale dove la tinca ricerca il cibo. Si possono usare per esca larve, lombrichi ed impasti previa una massiccia pasturazione.


Morfologia

 

La tinca ha un corpo moderatamente ovale, piuttosto massiccio ed anche il peduncolo caudale resta di un discreto spessore; la compressione esiste, ma non è molto accentuata. La pelle è ricchissima di cellule mucipare ed in questa sono inserite squame piuttosto piccole. Il capo è di medie dimensioni e la bocca, piccola, porta ad i suoi lati due minuscoli barbigli; i denti sono, come in altri ciprinidi, faringei e disposti in un'unica serie. La pinna dorsale, sorretta da 4 raggi interi e da 8-10 divisi, è esattamente opposta alle pinne ventrali e quest'ultime sono interessanti per distinguere il sesso del pesce in quanto nei maschi il secondo raggio è molto più grosso, le pinne sono più lunghe, e raggiungono l'apertura anale. La pinna anale, che inizia dove termina la dorsale è sorretta da 9-12 raggi dei quali i primi 3-4 sono interi; le pettorali, come le ventrali non piccole, iniziano abbastanza in avanti prima del margine dell'opercolo.
La pinna caudale, infine, è piuttosto grossa, l'incisura centrale è appena accennata e gli angoli esterni sono abbastanza arrotondati. Il colore del dorso è verde scuro, che nei fianchi si schiarisce cominciando ad impastarsi con riflessi giallognoli che predominano sul ventre, talvolta arricchiti da componenti aranciate.
Tutte le pinne sono grigiastre con riflessi verdi o gialli.

 

La lunghezza di questo ciprinide può raggiungere e superare il mezzo metro, ed in tal caso il peso raggiunge anche i cinque chili. Questo robusto pesce, diffuso praticamente in tutte le acque interne italiane, ha caratteristiche di adattabilità superiori anche alla stessa carpa. Il suo ambiente ideale sono le acque ferme od a corso lentissimo con fondo fangoso, dove ci sia abbondanza di vegetazione; resiste bene anche in ambienti ristretti come piccoli stagni, anche in acque dove il contenuto di ossigeno è piuttosto basso. Praticamente omnivora, la tinca si nutre di detriti di vegetali, di insetti, di piccoli molluschi che riesce a scovare nella melma del fondo. Essendo un animale che sente abbastanza la temperature, la sua attività si blocca quasi completamente durante la stagione fredda e cade in una specie di letargo, talvolta immergendosi quasi completamente nel fango dei bassi fondali.

 

Verso maggio-giugno inizia la stagione degli amori e la femmina depone un gran numero di uova del diametro di circa un millimetro che si fissano sulle erbe sommerse; il tempo di schiusa è funzione della temperatura ma normalmente in circa una settimana fuoriescono larvette lunghe 5-6 mm che dopo appena 15 giorni cominciano a nutrirsi autonomamente, prima di plancton, poi, gradatamente ma in breve tempo di qualsiasi tipo di cibo. L'accrescimento non è dei più veloci, e dopo un anno i piccoli non misurano ancora 10 cm; dopo altri due anni le giovani tinche, già differenziate sessualmente, hanno all'incirca la lunghezza di 25-30 cm e sono pronte per la riproduzione. Spesso però accade che gli esemplari di sesso maschile maturino piuttosto prima di quelli di sesso femminile. Anche gli accrescimenti possono subire variazioni notevoli dovute all'ambiente ed alla disponibilità di cibo.
La tinca è un pesce noto fino dall'antichità e su questo pesce esistono notizie e storie più o meno vere: è stato chiamato il medico dei pesci in quanto si dice come pesci feriti si accostino al corpo della tinca coprendo così una pronta guarigione.