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Situato nell'estremo lembo
meridionale della provincia di Siena, a confine con Umbria e Lazio, il
territorio comunale di San Casciano dei Bagni si estende nella zona
collinare a sud del monte Cetona, ed Acquapendente sul fiume Paglia,
tributario di destra del Tevere. Lo stesso Paglia e i suoi affluenti
Rigo ed Elvella ne costituiscono buona parte dei confini amministrativi.
La più antica memoria
documentaria di San Casciano risale al 995, quando il marchese Ugo di
Toscana donò all'abbazia dell'Amiata una curtis in località Bagno,
donazione poi confermata da un privilegio di Enrico II del 1004.
Soltanto nel 1081 la pieve sorta presso il villaggio - in precedenza
segnalata come dedicata a Santa Maria o a San Giovanni - compare col
titolo di San Cassiano, in un atto di protesta dei monaci amiatini
contro gli Aldobrandeschi. Tuttavia dalla metà del XII secolo fino agli
inizi del XV il castello fu signoria della potente consorteria dei
Visconti di Campiglia, mentre il controllo della zona era conteso tra
Siena e Orvieto.
Intorno alla metà del Trecento San Casciano si può considerare inserito
sotto l'egida senese ed in parte già acquistato dai Salimbeni. La
sottomissione formale a Siena è del 1386, poi confermata più volte nel
corso del Quattrocento.
Proprio sullo scadere di questo secolo, nel 1495, San Casciano fu
saccheggiato dalle soldatesche di Vitellozzo Vitelli. In seguito divenne
capoluogo della omonima podesteria dello Stato di Siena, comprendente
Celle e Fighine e quindi una buona parte corrispondente all'attuale
circoscrizione comunale. Pochi elementi rimangono oggi delle opere
fortificatorie medioevali: qualche tratto delle mura, un'alta torre
pentagonale, ed un altro paio in peggior stato di conservazione, mentre
sul versante di sud-est un grande edificio neogotico turba notevolmente
la lettura del complesso medioevale.
Fighine: il più antico documento riferibile a Fighine è un placito del
1058, rogato presso la sua pieve. Il castello fu dei Visconti di
Campiglia cui lo confermarono privilegi di Federico II, nel 1226, e di
Ludovico il Bavaro, nel 1328.
Nel corso del Duecento fu rivendicato da Siena ad Orvieto e
successivamente venne spesso in possesso dei capitani di ventura. Fu
occupato da Paolo Orsini che, all'inizio del XV secolo, lo concesse in
feudo a Monaldeschi di Orvieto.
Nel 1440 fu occupato da Baldaccio di Anghiari, ma, l'anno dopo, morto
Baldaccio se ne impossessarono i Senesi che ottennero dei Visconti di
Campiglia la concessione dei diritti che essi ancora vi vantavano. Nel
1446 la Signoria di Siena commissionò a Bartolomeo di Biagio delle Stine
e a tre maestri di Como, suoi soci, imponenti lavori di fortificazione
di cui resta la descrizione. Erano in corso questi lavori quando, nel
1451, si impossessarono di Fighine i soldati dello Stato della Chiesa,
ma nel 1464 Pio II ne fece consegna definitiva a Siena e questa affidò
il completamento del cassero a Giovanni Gori e Paolo Ducci di San
Quirico, che ultimarono il lavoro nel 1468.
Del Castello di Fighine oggi adibito a villa-fattoria si conservano
buona parte delle imponenti opere fortificatorie. Delle tre torri
angolari, quella ottagonale, la più possente, è forse il cassero; torri
circolari, di cui una funge da abside della chiesa sono inserite nel
circuito delle mura. |
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