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Il Chianti è una regione dai
confini non chiaramente definiti, fatta eccezione nella parte
nord-orientale, dove la catena dei suoi monti costituisce lo spartiacque
col Valdarno Superiore. Il territorio di Gaiole si adagia nella zona
collinare a ridosso delle ultime propaggini meridionali di questa serie
di rilievi, là dove essa degrada dolcemente verso la Berardenga. L'Arbia
ne costituisce in parte il limite occidentale, mentre il torrente
Massellone, suo affluente, è il maggior corso d'acqua che lo attraversa.
Storicamente il comune di Gaiole corrisponde esattamente per estensione
all'omonimo terziere della medioevale "Lega del Chianti", estremo lembo
meridionale del contado fiorentino, a ridosso del territorio senese.
Un altro fatto fortemente caratterizzante del territorio di Gaiole è
costituito dal cospicuo numero di castelli, frutto prima di una forte
presenza feudale legata alla consorteria dei Firidolfi, nella quale si
inserisce anche l'origine dei Ricasoli, poi delle necessità difensive
della repubblica fiorentina. Alcuni di questi castelli sono già
ricordati avanti del Mille, o poco dopo, in atti di donazione dei
marchesi di Toscana: è il caso di Vertine, di Monteluco a lecchi, Brolio,
Montegrossi. In alcuni casi poi, l'antico castello è stato ridotto a
villa o a fattoria. Esempio tipico è la Villa di Meleto.
Meleto: la Villa di Meleto conserva ancora, inglobato all'interno, il
cassero medioevale e si distingue per i due torrioni circolari che
proteggono il lato meridionale. Le origini di Meleto risalgono al XI°
secolo come possedimento dei monaci vallombrosani della vicina Abbazia
di Coltibuono. Il primo feudatario del castello risulta essere stato un
certo Guardellotto. Quest'ultimo fu spogliato di tutti i suoi beni a
causa di contrasti sorti con l'imperatore Federico I Barbarossa il quale
affidò Meleto alla locale famiglia dei Firidolfi, già insediati in altri
castelli della zona. Da qui ebbe origine il ramo dei Firidolfi detto
appunto 'da Meleto' mentre un'altra divisione della famiglia dette vita
a quello dei Ricasoli Fibindacci che legheranno fortemente il loro nome
alla storia di questi luoghi del Chianti.
La posizione strategica, su un colle a diretto controllo della
sottostante strada di collegamento fra il Valdarno Superiore e il
Chianti, oltre che la vicinanza con il confine fra i territori
controllati dai senesi e quelli fiorentini, dei quali il castello era
l'ultimo baluardo, resero Meleto una delle fortificazioni principali del
Terziere della Lega del Chianti capitanato da Gaiole. Per questi motivi
il castello fu per secoli teatro di guerre senza però subire gravi
distruzioni.
L'impostazione essenzialmente "militaresca" dell'insediamento può essere
riscontrata ancora oggi nonostante le trasformazioni subite nel XVIII
secolo: la forma a quadrilatero irregolare, quasi un trapezio, con la
presenza al centro della torre del cassero, sebbene notevolmente
abbassata, ci mostrano un classico esempio di castello-recinto. |
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