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Il territorio di Castellina in Chianti è punteggiato
dai resti di numerosi castelli medioevali, antiche dimore feudali che
svolsero per lo più un ruolo difensivo. I ruderi del Castello di
Monternano testimoniano la potenza raggiunta dalla famiglia Squarcialupi.
La posizione di Monternano [precedentemente noto
anche con i nomi di Montennano, Mortennano e Montennana], sul confine
fra i territori delle Repubbliche Senese e Fiorentina, era
strategicamente di primaria importanza: posto lungo il versante
meridionale dei rilievi montuosi che dal Chianti scendono nella Val
d'Elsa, su uno sperone roccioso sopra il borro del torrente Strolla dal
quale esercitava il controllo di due arterie fondamentali della
viabilità medievale come la via Francigena, nella sottostante val
d'Elsa, e la strada di Giogoli, nel Chianti senese. Insieme alla vicina
Poggibonsi costituiva uno sbarramento inespugnabile alle incursioni
Fiorentine verso sud. Già nel 1201 l'esercito della città del giglio
attaccò Monternano danneggiandolo gravemente, ma fu nel 1220, adducendo
la scusa che alcuni mercanti di Firenze erano stati depredati dagli
Squarcialupi, che la possente rocca fu espugnata e rasa praticamente al
suolo. In questa occasione venne probabilmente usata per la prima volta
in Toscana la tecnica d'assedio di scavare gallerie sotto le mura
nemiche per minarle e provocarne il crollo. Grazie all'aiuto di
Poggibonsi e l'appoggio dell'imperatore gli Squarcialupi riuscirono a
ricostruire il castello e mantenerlo fino al 1254 quando l'esercito
fiorentino, di ritorno dal vittorioso assedio a Monteriggioni, lo
riconquistò definitivamente.
Il castello ha forma rettangolare, con i lati più lunghi orientati a sud
e nord, di dimensioni particolarmente vaste per la zona, oggi è ridotto
ad imponenti ruderi semi sommersi dalla vegetazione. Il perimetro murato
occupa per intero il rilievo dal quale si dominano la val d'Elsa e i
borri circostanti. La strada sterrata ci conduce direttamente sotto il
fronte est, il più possente grazie alla presenza agli angoli di due
torrioni semi cilindrici. Passando sotto a quello di sud-est si arriva
alla porta principale, ancora in buono stato di conservazione, dotata di
un bell'arco a tutto sesto. Si può notare come questo tratto di cortina
muraria sia stato rinforzato, probabilmente dopo l'assedio del 1220, con
l'aggiunta di una primitiva forma di base a scarpa. Entrati all'interno
del perimetro murato appare chiaro che il fortilizio era diviso in due
parti, quella a est, con funzioni residenziali per i feudatari e quella
a ovest, più vasta, usata come piazza d'armi con edifici di servizio o
come area destinata al ricovero della popolazione del contado in caso di
pericolo. Nella parte residenziale, costruita con filaretto di buona
manifattura, sono ancora presenti i resti di alcune volte e locali
sotterranei, fra i quali la cisterna, oggi accessibile con un'apertura
postuma, proprio di fianco alla porta, anche dall'esterno della cinta
muraria. |
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