Questo castello -secondo alcuni costruito dai
Longobardi nell'VIII secolo - è oggi meglio conosciuto come Castello Banfi,
dal nome della grande azienda vitivinicola che lo ha acquistato e
magnificamente restaurato. Nulla, per la verità, attesta una così lontana
origine, ma certamente il castello è stato edificato prima del 1000 e
ricostruito o ampliato nel secolo XIII dopo la battaglia di Monteaperti (il
primo documento che parla di Poggio alle Mura è del 1377, quando apparteneva
agli eredi di Francesco Tommaso Colombini). Altri lavori di restauro sono
avvenuti nel Seicento.
Non è difficile immaginare che il castello, dominando
le valli dell'Orcia e dell'Ombrone e le vie di comunicazione fra Siena,
l'Amiata e la Maremma, sia sempre stato al centro d'aspre contese. Al suo
possesso furono interessati sia la Repubblica di Siena, (per avere uno
sbocco al mare in seguito all'espansione dei suoi commerci), sia i
Fiorentini preoccupati della crescente potenza di Siena.
Poggio alle Mura appartenne sicuramente ai Tolomei
prima e ai Placidi poi. Uno di questi, Aldello, subì la confisca da parte di
Siena essendo stato dichiarato dalla stessa, ribelle. La tenuta fu assegnata
all'ospedale senese di Santa Maria della Scala, che la restituì nel XVI
secolo agli eredi di Aldello, i quali ottennero anche di particolari
privilegi, tra i quali l'acquisto del sale e l'esenzione di gabelle sul
pane, vino e carni.
Il complesso, edificato su un basamento a scarpa,
presenta un impianto piuttosto vario dovuto alle sovrapposizioni storiche.
Di particolare interesse è il cortile quattrocentesco con basse arcate su
pilastri ottagonali. Gli edifici che circondano il castello con i loro
piacevoli dettagli tipici dell'architettura rurale, non disturbano l'insieme
del complesso. Nella ristrutturazione del castello rientra anche la
chiesetta settecentesca, isolata dal castello vero e proprio.
Oggi la Castello Banfi S.p.A., con i suoi 2800 ettari
di superficie, rappresenta una delle più grandi realtà del genere esistenti.
A vigneto sono coltivati ottocento ettari con: Sangiovese Brunello,
Moscadello, Shardonnay, Cabernet Sauvignon, Pinot grigio e Pinot nero. Sono
prodotti annualmente circa 3000 ettolitri di Brunello.
A Castello Banfi è intitolata una fondazione,
presieduta dal cavaliere del lavoro Ezio Rivella, il quale ha dato vita alla
creazione di un museo enoico dedicato alla bottiglia e al vetro dall'origine
ai tempi nostri.
Il museo ha sede nel castello: raccoglie, fra l'altro,
oltre duecento pezzi di vetri romani, di raro valore, che ben delineano le
origini dell'arte vetraia e il suo impiego per i contenitori di vino.
L'erudito settecentesco G.A. Pecci, nelle sue
Memorie storiche , così lo decrive:
"In distanza di circa miglia
24 dalla città di Siena, sopra un poggio elevato circondato da mura tutte in
pietra, con merli e torrioni, risiede un antico fortilizio, congiunto con
torre e ridotto abitabile ad uso di palazzo moderno, che Poggio alle Mura s'addimanda.
Per due porte, che ogni notte si chiudono, s'apre
l'ingresso del recinto, e quivi unita al fortilizio comparisce una nobil
fabbrica sostenuta da archi, e colonne, a cui rendono accompagnatura diverse
case di pigionali ad i granai del padrone del luogo, situati in posto che si
addimanda al chiostro. La forma del giro delle mura è in quadrato, e
abbracciano questa, oltre alle fabbriche, una vasta cisterna, con gola tutta
di una sola pietra, ma sopra di esse mura restano ancora altre case di
qualche ragguardevole apparenza, con bottega dei fabbro, e osteria, che in
tutte comprendono fuochi 24 e anime circa 80".