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Il "mio fiume".....si,
l'Orcia rispecchia fedelmente la mia concezione di fiume. Gli spazzi
aperti, la luce, i colori, i sassi, gli alberi, l'acqua e il silenzio,
rotto soltanto dallo scorrere dell'acqua, sono elementi essenziali nel
mio modo di vivere un fiume. Qui ho appreso l'arte di "capire" un fiume. Ho appreso il piacere di vivere un fiume, nei suoi profumi e silenzi esaltanti.
Ecco (sotto) come il
Repetti, in una delle sue infinite schede del Dizionario Geografico
della Toscana, descrive l'Orcia...semplicemente stupendo. |
Dizionario Geografico Fisico della Toscana di Emanuele Repetti
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ORCIA (Urcia e Urcius fi.) - Grossa fiumana che porta comunemente il nome di fiume e che partecipa la sua denominazione ad una valle secondaria, tributaria di quella dell'Ombrone sanese. Non intratterrò i lettori sull'etimologia del nome d'Orcia, che alcuni supposero provenuto dalla famiglia Urcia, nella guisa che fecero derivare il vocabolo del fiume Ombrone dai popoli Umbri che in coteste parti innanzi gli Etruschi fecero abitare. Dirò bensì che l'Orcia è quella vadosa fiumana rammentata in un privilegio concesso dall'Imperatore Lodovico Pio alla badia di S. Antimo presso Montalcino sotto nome di Vadus Ursus, indizio non dubbio che sino d'allora era qualificata per Vado, mancando di ripe e spagliando le sue acque per la valle. Il qual difetto, per esser comune alla Magra, fu da Lucano anco questa qualificata al pari dell'Osa vadosa, quando nella sua Farsaglia cantò:
Nullasque vado qui Macra moratus Alnos, vicinae percurrit in aequora Lunae. ( Parole che dicono che, come la Magra, per la poca profondità delle sue acque (vado) non portava nave alcuna)
L'Orcia ha la sua origine sulle spalle voltate a ponente del Monte Pisis o di Cetona, ad una elevatezza di circa 1600 braccia sopra il livello del mare. Da quell'altura essa per varii rivi scende precipitosa da scirocco a maestrale, nella valle lasciando a destra la badia a Spinetta e a sinistra il castello di Radicofani, donde proviene il torrente Gucenna, che è il primo tributario capace d'ingrossare l'Orcia poco innanzi che la detta fiumana da un'altra insenatura più occidentale dello stesso monte di Radicofani riceva il torrente Landola, e quindi alquanto più in basso, presso S. Pietro in Campo, dalla parte di levante il fosso Gragnano che proviene da Castiglion del Trinoro, e due miglia più avanti il torrente Miglia che scende dalle Foci del Castelluccio, mentre dopo quasi altre due miglia dal lato opposto vi confluisce il grosso torrente del Formone che parte dallo Zoccolino sopra i bagni di S. Filippo nella faccia settentrionale del Mont'Amiata. A questa
confluenza l'Orcia, più vado che fiume, spaziando si dilata in ampio
letto e vagando qua e là attraversa, da un lato campagne argillose e
semente a grano o sodaglie sparse di ciottoli trascinati dalla montagna,
finché va ad investire la gola fra la Rocca d'Orcia e i Bagni di Vignone
dopo avere accolto a destra il torrente Tresa che scende dalla schiena
dei poggi di Montepulciano, il fosso Sambuco che viene da Pienza e il
Rigo tra Pienza e S. Quirico; mentre alla sua sinistra, passata la
Rimbecca, vi confluisce il torrente Vellora dopo aver raccolto le acque
fluenti dal fianco settentrionale dei poggi di Campiglia d'Orcia, ed il
torrente Onzola che entra nella fiumana alla posta de'cavalli della
Poderina dirimpetto al Rigo prenominato. Costà
l'Orcia passa sotto un ponte nuovo di pietra che è l'unico fatto
attraverso della fiumana, dove passa la strada Regia romana. Esso è
stato rifatto nel secolo attuale un quarto di miglio distante dal primo,
che fu abbattuto dalle piene del fiume dopo quasi tre secoli di età. Appena
l'Orcia si è accoppiata all'Asso, prende la direzione di ostro fino a
che torna in quella di ponente dirimpetto alla villa signorile di Velona
sotto il poggio di Castelnuovo dell'Abate. Costà si marita all'Orcia il
pingue fiumicello Ente dopo aver accolto nel suo letto lo Zancone
proveniente dal Monte Laterone, e il Vivo che nasce sul Mont'Amiata. Così strada facendo la fiumana arriva dirimpetto a Mont'Antico, sotto cui passa il fiume Ombrone, col quale l'Orcia si accomuna dopo aver percorso circa 30 miglia di cammino e dopo avere quasi sempre passeggiato sopra un letto amplissimo senz'argini artificiali, e con un solo ponte di pietra che la fiumana cavalca.
L'estensione della contrada spettante a questa valle secondaria, della
quale come dissi all'Articolo OMBRONE SANESE, fanno parte le Valli
minori dell'Asso e dell'Ente, non dev'essere minore delle 500 miglia
quadrate, essendoché nella sua maggior lunghezza da settentrione a
ostro, partendo dalla sommità di Montalceto fino a Radicofani vi è la
distanza di 21 gradi di latitudine; e da ponente a levante, cioè, dalla
sua bocca alla cima del Monte di Cetona si contano 30 gradi di
latitudine. |
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