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La Fratta
sorge su quella che fu una delle più importanti strade dell'antica Roma:
la via consolare Cassia e, più precisamente, a metà tra le mansio (sorta
di stazione di posta) Manliana e ad Mensulas.
La prima notizia certa riferita
alla Fratta risale al 1208 nelle "Memorie storiche, politiche, civili e
naturali delle Città Terre e Castella che sono suddite della città di
Siena", di Giovanni Antonio Pecci. Nel documento la Fratta viene
indicata come "Fratta di Bettacchino" appartenente ad un conte Gualfredi,
sicuramente di un ramo della famiglia degli Scialenghi, che il Pecci
battezza "Della Valle" ma che potrebbe anche essere stato semplicemente
il conte Gualfredi di Guardavalle, che in questo periodo ha
caratteristiche di Terra murata ed è residenza di Podestà: un vero e
proprio centro quindi, e non un semplice resèdio rurale.
Dalla metà del XIII secolo inizia
un processo di decadimento innescato con tutta probabilità dal
coinvolgimento in un azione bellica, il Pecci riporta, senza particolari
commenti, la delibera del 28 dicembre 1271 con la quale il Consiglio
Generale tolse alla Fratta la residenza del Podestà. In quel tempo era
signore della Fratta Tacco di Ugolino della famiglia Pecorai che, non
pago delle semplici azioni banditesche a scapito dei viaggiatori che gli
passavano a tiro, pensò bene di attaccare un castello della Repubblica:
quello di Torrita. Siena reagì, era il 1285 quando fu catturato,
processato e giustiziato. La Fratta passò nelle giovani mani di suo
figlio Ghino il quale, ritenendo sproporzionata la condanna inflitta al
padre, giurò di vendicarsi. Le cronache riportano che gli interventi di
Siena si fecero sempre più pressanti fino a costringerlo alla fuga verso
la Val d'Orcia. Seguito da un certo numero di fedelissimi, attaccò ed
occupò il castello di Radicofani dando inizio al mito di Ghino di Tacco:
il bandito che rubava a mercanti e banchieri, nobili e prelati, senza
distinzione: purché ricchi.
La fattoria della Fratta, tuttora
molto estesa, comprendeva fino alla fine del secolo scorso moltissimi
poderi tra Bettolle e i monti di Abbadia Sicille, assumendo un ruolo
importante, in quanto "fattoria", nell'economia agricola e nella società
rurale di questa parte della Valdichiana, dove, almeno fino agli anni
"50, l'agricoltura ha rappresentato la principale fonte di produzione
del reddito per la maggior parte della comunità. Per ciò che attiene
alla produzione è impossibile dimenticare l'allevamento dei bovini di
razza Chianina, dal momento che la Fratta fu una delle tre aziende
chiamate alla formazione dei primi nuclei di selezione della "razza" e
che molti riproduttori dei più grandi allevamenti provengono proprio de
questa azienda. Queste terre, artifici operati dagli uomini con
un'ordinata e suggestiva sistemazione del suolo attraverso l'uso della
cultura promiscua: i tipici rettangoli di non grandi dimensioni,
separati spesso da filari di vite, ed il rispetto della natura e delle
peculiarità del territorio e dell'ambiente, hanno testimoniato per molto
tempo l'ideale della storia italiana e dell'integrazione naturale
dell'uomo con l'ambiente che lo circonda.
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