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Dall'VIII e fino al XIV secolo e oltre la più
importante strada della Toscana, nonché una delle maggiori in Europa, fu
la Via Francigena o Romea, che conduceva dal canale della Manica e Roma
lungo un percorso di 1600 chilometri. L'origine della strada in Toscana
va ricercata nella necessità da parte dei Longobardi di poter disporre
d'un itinerario alternativo, fra quello costiero dell'Aurelia
(impaludato, insicuro e sotto il controllo bizantino) e quello orientale
della Via Cassia.
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Il tratto Valdesano, cioè della Val d'Elsa (con tutta la sua varietrà di tracciati) era una delle tappe obbligate del percorso (nel senso che si moltiplicarono zone di ricovero, per ritemprare il corpo e lo spirito!) Questo per vari motivi, tra cui la presenza del fiume Elsa e del torrente Staggia che spesso tracimava; la vicinanza del confine 'caldo' con Firenze(sempre in lotta con Siena); il pericolo di malviventi e di assalti. In alcuni punti esistono ancora resti di tracciato medievale.
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La Via Francigena a Siena La fortuna di Siena, diversamente dalle altre maggiori città toscane, è essenzialmente medievale e legata alla presenza della Via Francigena, che vi è attestata fin dai più antichi ricordi di questo percorso. Se Siena, a cavallo tra Duecento e Trecento, raggiunse dimensioni urbane degne dei maggiori centri europei di allora, lo deve al fatto di essere stata "figlia della strada". Nella pianta della città, in rosso, il tracciato della Via Francigena. |
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Da Siena a San Quirico d'Orcia. Uscita da porta Romana, la Via Francigena si dirigeva verso sud lungo una direttrice che coincide in larga misura con l'attuale ss.2, sulla quale prospettano ancor oggi antichi ospedali. La strada costeggia la via Cassia con continui saliscendi sui crinali e arriva a Ponte a Tressa e poi alla Grancia di Cuna, immenso granaio fortificato medievale appartenuto allo Spedale del Santa Maria della Scala, la principale attrattiva storica di questo tratto. Di seguito attraversava Monteroni d'Arbia, Quinciano, fino ad entrare nel paese di Ponte d'Arbia. Superato il fiume Arbia, entrava nel borgo medievale di Buonconvento, tipica 'città-strada' lungo la via Francigena. Uscita dal borgo, risaliva la valle dell'Ombrone fino a Torrenieri; qui attraversava il paese fino alla chiesa di Santa Maria Maddalena. Citato da Sigerico con il nome di Turreiner, era importante per la posizione vicina al guado del torrente Asso, affluente dell'Orcia, e per questo dotata di un ospedale fortificato e da un castello. Oltrepassato il ponte sul torrente Asso, iniziava a salire con tornanti la collina, fino ad arrivare a Bellaria e quindi verso il paese di San Quirico d'Orcia con la sua stupenda Collegiata.
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Da San Quirico d'Orcia a Radicofani. Oltre San Quirico la strada medievale si discostava dall'attuale ss.2, stando ai resti di un ponte sull'Orcia più ad est dell'attuale, ma non è da escludere che per Vignoni la strada scendesse direttamente a Bagno Vignoni, località termale assai apprezzata nel medioevo. Superato il fiume Orcia la strada saliva verso la Rocca d'Orcia, costeggiando il paese di Castiglione d'Orcia, sul quale svetta il castello Aldobrandesco. Riscendendo verso la vallata, percorreva un ambiente collinare molto suggestivo passando per le Briccole, antico ospedale e stazione citata da Sigerico come Abricula. Attraversato il torrente Formone, risaliva il crinale fino alla rocca di Radicofani.
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