|
Rapolano Terme è famoso per le sorgenti termali
e per le cave del "travertino di Siena", sfruttate fin dai tempi degli
Etruschi ed ancora attive: oltre a quello bianco, si estrae travertino
con tonalità dal beige al tortora, mentre quello aranciato proveniva
dall' Acqua Borra.
Nei banchi di travertino è frequente trovare particolari formazioni di
calcite pisolitica (sferoidale) o stalattitica, dovute alla deposizione
in cavità preesistenti del carbonato di calcio contenuto nelle acque
termali (foto).
Nei pressi di Rapolano è famosa la Schiena d'Asino (GIR 3), una collina
di travertino sulla cui sommità sgorgavano acque termali, e la vicina
Puzzola, una grande sorgente naturale di anidride cabonica, altra
importante risorsa tuttora sfruttata nella zona.
Anticamente furono anche sfruttati piccoli depositi di allume associati
ad alcune manifestazioni termali nei dintorni di Armaiolo. Non é invece
stato sfruttato il giacimento di allume di buona qualità scoperto nel
1461 a Poggio Santa Cecilia durante la costruzione di un mulino, perchè
i tre proprietari dei terreni non riuscirono a trovare un accordo
nonostante l'elevato prezzo del momento.
Infine, in quattro cave abbandonate di pietrisco calcareo attorno a
Rapolano si trova marcasite (in noduli con struttura raggiata), goethite,
calcite (talora verde o azzurra), dendridi di manganese e raramente
minerali cupriferi al contatto tra calcari e diaspri (allofane
cuprifero, azzurrite, bornite, calcopirite, malachite, rame nativo).
Geologia
I Travertini di Rapolano sono il prodotto della deposizione carbonatica
da acque termali calde del carbonato di calcio sotto forma di
bicarbonato; le acque di origine meteorica penetrano infatti nel
sottosuolo e raggiungono gli strati più profondi della crosta terrestre
ove si surriscaldano e si arricchiscono per la dissoluzione di varie
sostanze chimiche nelle rocce ospitanti.
Queste nuove caratteristiche chimiche sono conservate
dalle acque divenute così "termali" che successivamente, spinte dalla
CO2, risalgono verso la superficie attraverso le fratture della crosta
terreste prodottesi a seguito dell'orogenesi (faglie).
La concentrazione del carbonato di calcio,
indicativamente stimabile in 14 mg/l varia a seguito della "diluizione"
che le acque termali subiscono nell'ultimo tratto della loro risalita
verso la superficie. In definitiva quindi la pietra di Rapolano
appartiene alla prima categoria dei depositi travertinosi e deve essere
considerata come un calcare di origine chimica.
|

Cava di
travertino a Serre di Rapolano |
|