Miniere del Monte Amiata

Monte Amiata - tramonto

 

 

  Mercurio    
     
 

 

Il Monte Amiata, che gli abitanti della zona chiamano "La Montagna", è un antico vulcano alto oltre 1700 metri, terra di asceti e di minatori, che si staglia all'orizzonte dell'agriturismo La Torretta.

Attorno venivano coltivate diverse miniere di mercurio, che fecero dell'Italia il secondo produttore mondiale: la più vicina a Siena è quella di Pietrineri, attiva dal 1902 al 1979, dove i lavori erano particolarmente difficili per le forti emanazioni gassose.


E' rimasta una piccola discarica di sterili, di media pezzatura, disposti a terrazze, in mezzo ad una zona a putizze (emissioni di anidride carbonica e idrogeno solforato): celestina, cinabro, gesso, marcasite e, poco comuni, orpimento, pirite, quarzo e realgar, segnalati anche barite, dawsonite, dolomite, fluorite, melanterite, metacinnabarite, millerite, solfo, stibnite, vivianite.


Poco distante c'è la putizza di Ballore (gesso, zolfo), la putizza di Campo Le Ville (celestina, gesso, zolfo) e la cava di gesso abbandonata di Poggio Zoccolino, impostata nelle Anidridi di Burano (gesso, quarzo nero).

 

Un po' di storia:

La miniera di Abbadia San Salvatore entrò in attività alla fine dell’ottocento e la sua apertura provocò un profondo sconvolgimento nel tessuto economico, sociale e culturale.

La miniera divenne il cardine economico della comunità: artigiani, braccianti, contadini e pastori si trasformarono in minatori ed il lavoro, prima precario ed esposto alle vicende stagionali, si trasformò in una fonte di reddito stabile, ma questi vantaggi venivano pagati con un lavoro durissimo, denso di pericolo e particolarmente nocivo.

Intorno al 1969/70 si aprì una crisi del mercurio a scala mondiale, che fu causata principalmente da motivi ecologici, ma anche dall’arrivo di nuovi produttori, principalmente paesi in via di sviluppo, in grado di praticare prezzi di vendita molto bassi e quindi assai concorrenziali.

A causa di queste difficoltà l’intero bacino mercurifero del Monte Amiata, compresa la miniera di Abbadia, cessò definitivamente la sua attività nel 1972.

 

Il Mercurio

Impiegato nel passato soprattutto nei procedimenti estrattivi di metalli pregiati, il mercurio è divenuto una materia prima strategica a partire dal tardo ottocento.

L’industria chimica, quella farmaceutica e quella meccanica lo utilizzarono in dimensioni rimarchevoli, fino a determinare commercializzazioni internazionali legate ai grandi interessi economici e finanziari dell’epoca.

Gli impieghi nell’industria bellica, sotto forma di fulminato di mercurio, una sorta di efficace detonatore di esplosivi nelle armi, ne decretarono in alcuni periodi storici una elevata richiesta di mercato, che assumeva punte inquietanti in concomitanza di eventi bellici.

 

Nel 2002 è stato costituito il “Parco Museo Miniere dell’Amiata”, al quale, oltre alla messa in sicurezza, al recupero dei manufatti ed alla tutela ambientale dei siti minerari, sono stati attribuiti i compiti inerenti alla conservazione degli archivi, alla promozione degli studi, alla raccolta delle testimonianze ed alla valorizzazione ai fini turistici del territorio del Parco.

In questi anni sono stati realizzati molti interventi volti alla conservazione e al recupero delle strutture minerarie amiatine, oltre ad attività di studio, ricerca e raccolta di testimonianze orali sul lavoro e la vita in miniera.
 

Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore

 

Cinabro

 

 

Cinabro cristalli

 

Cinabro, collezione museale A. S. Salvatore

 

Cinabro cristalli-01

 

Mercurio

 

Mercurio gocce