Miniere di Boccheggiano |
Boccheggiano, panorama |
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Ferro |
Le miniere di Boccheggiano hanno dato grandi soddisfazioni agli appassionati di minerali: aragonite, azzurrite, auricalcite, bismutinite, bornite, calcantite, calcocite, calcopirite, calcosina, celestina, ematite, epidoto, fluorite, galena, gesso, goethite, magnetite, malachite, marcasite, melanterite, pirite, pirrotina, quarzo, sfalerite, smithsonite, solfo, tetraedrite, solo per citare quelli più comuni.
Da segnalare che l'aragonite, nella varietà stronzioaragonite detta anche "aragostronzianite" o "stronzianite", presenta una fluorescenza rossa ai raggi ultravioletti grazie al contenuto di diversi elementi ed in particolare di stronzio, che la rende unica al mondo.
Sfruttato probabilmente fin dai tempi degli Etruschi, le prime notizie storiche risalgono al 1330 e nel 1350 Boccheggiano passò sotto il controllo di Siena: nella prima fase venne coltivato il cappellaccio limonitico superficiale per ricavare ferro.
In ragione della naturale mineralizzazione, l’area è sempre stata interessata da attività mineraria per l’estrazione di metalli. In particolare il “filone” di minerale in corrispondenza della cosiddetta “faglia di Boccheggiano” è stato coltivato dalla fine del ’800 all’inizio del ‘900 dalla “Miniera delle Merse”.
La Miniera di Campiano, che inizia la sua attività all’inizio degli anni ’70, ha interessato lo stesso filone di pirite, sia pur a maggiori profondità. La coltivazione, eseguita con i più moderni mezzi, ha raggiunto la profondità di 800 metri dalla quota d’imbocco. La chiusura definitiva della miniera e la rinuncia alla “concessione” sono state definite con decreto del Ministero dell’Industria del Commercio e dell’Artigianato in data 19 dicembre 1995.
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Calcocite |
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Bornite |
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Calcantite |
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Aragonite |
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Auricalcite |
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Azzurrite |
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Bismutinite |