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Nella
zona delle Cornate di Gerfalco, la montagna pił alta delle Colline
Metallifere, sorgono due piccoli borghi, un tempo castelli minerari ed
oggi meta dei campi estivi dei bambini senesi.
Attorno si trovavano miniere di argento, ferro, piombo e rame, coltivate
fin dall'epoca etrusca ma soprattutto tra il IX ed il XIII secolo,
quando l'area fu acquisita dalla Repubblica di Siena e divenne una delle
pił importanti "argentiere" d'Italia e d'Europa, fino alla chiusura nel
corso del XV secolo, con una parziale riattivazione nel XVIII-XIX secolo
sotto il Granducato di Toscana e poi nei primi anni del '900 con la
realizzazione di nuove gallerie con esito negativo ed il recupero del
materiale delle discariche: pirite (acido solforico) e smithsonite
(zinco).
Le successive ricerche hanno evidenziato la relativa
povertą del giacimento in quanto le mineralizzazioni, contenute nel
calcare massiccio, nella scaglia e nei "galestri e palombini",
consistono in tasche e non in filoni, come testimoniato dall'irregolare
e vasta distribuzione degli antichi scavi.
Sono ancora visibili gallerie (alcune delle quali scavate in grotte
carsiche preesistenti), trincee e avvallamenti circolari (si tratta di
scavi e pozzetti riempiti, in quanto nel XII-XIII secolo la normativa
prevedeva il ripristino ambientale), discariche di piccolissima
pezzatura, tracce di forni fusori per la prima lavorazione e,
all'interno del paese di Montieri, l'edificio che ospitava la fonderia e
la zecca; alcune grotte carsiche sono invece prive di tracce di
mineralizzazioni.
I minerali presenti sono galena argentifera, pirite, sfalerite e
tetraedrite argentifera come fase primaria; calcocite, covellina,
bornite, goethite come alterazioni; auricalcite, azzurrite, cerussite,
crisocolla, malachite e smithsonite come fasi secondarie. Di interesse
mineralogico aragonite (nella famosa varietą stalattitica detta "mossottite",
con colore dal verde pallido all'azzurro per la presenza di stronzio),
calcite (spatica e scura, detta "calcite nera"), fluorite (oggetto di
recenti ricerche minerarie senza esito positivo), gesso (varietą
"specchio d'asino"), quarzo (detto "diamante di Montieri" per la
particolare lucentezza), oltre a rare loppe derivate dalla fusione dei
minerali argentiferi.
In una antica discarica a sud di Gerfalco (fosso Mandromicci) sono stati
trovati nel 2011, all'interno di filoncelli di quarzo, diversi minerali
inediti e da considerarsi molto rari: tra questi la muchardite, primo
ritrovamento in Italia e secondo in Europa. Poco pił a ovest, presso il
podere Montevecchio, le discariche individuate negli anni 2000 (miniera
della Sambuca) hanno restituito numerosi minerali, tra i quali la rara
ordonezite, sesto ritrovamento mondiale e primo al di fuori del
continente americano.
Da Montieri e da Gerfalco partono alcuni itinerari ad anello di diversa
lunghezza, provvisti di segnavia e pannelli esplicativi, che percorrono
le aree minerarie del Poggio di Montieri e delle Cornate di Gerfalco con
l'adiacente altura di Poggio Mutti (GIR, il pił ricco di argento), oggi
siti del geoparco delle Colline Metallifere.
Alcuni percorsi raggiungono i crinali, dove si trovano diaspri
contenenti ossidi di manganese oggetto di saggi con esito negativo.
Inoltre i percorsi passano accanto alle cave storiche di calcare rosso
ammonitico, detto "marmo ammonitico", "marmo persichino" e, in base alla
provenienza, "rosso di Montieri" o "rosso di Gerfalco" (4 cave, due
delle quali GIR), utilizzato per decorare il Duomo di Siena e per
pavimentare le case della zona. E' caratterizzato da un colore rosaceo e
da grandi ammoniti fossili, che raccontano fenomeni di sedimentazione
avvenuti 190-180 milioni di anni fa in un ambiente marino poco profondo
ma lontano dalla costa.
Il "nero di Montieri" proveniva invece dalla cava storica di Grotta ai
Falchi presso Travale: un calcare grigio scuro talora attraversato da
venature bianche ed allora detto "Portargento".
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