Miniere di Murlo

La vecchia ferrovia delle miniere di Murlo Miniere

 

 

  Lignite  Manganese  
     
 

 

 "Miniera di Murlo" è un villaggio minerario nato accanto ad un grande giacimento di lignite picea e recentemente tornato ad essere abitato: sono giunti fino a noi la villa del direttore, la palazzina dell' amministrazione, le case degli addetti, il molino per il cemento (oggi abitazioni), magazzini e fornaci. Dal villaggio partono interessanti escursioni.


Un percorso ad anello di 4 km non segnato attraversa il cantiere minerario attivo dal 1870 al 1948, che occupò fino a 300 operai per sfruttare fino all'esaurimento un grande banco di lignite spesso fino a 8 metri, originatosi in ambiente lacustre nel Miocene inferiore.

Prima segue agevolmente il fondovalle del Crevolicchio passando davanti al traliccio del Pozzo del Cerrone che portava a 60 metri di profondità, realizzato nei primi anni del '900 in sostituzione di un manufatto in muratura. Poi sale di quota, attraversando affioramenti di quel diaspro che forma il letto del giacimento, per raggiungere il piacevole lago dell' Acquabuona nato verso il 1930 a causa della diga-discarica costruita con le argille che ricoprivano la lignite del soprastante cantiere Roma Alta.

 

Salendo ancora si raggiungono le aree dove avveniva lo scavo a cielo aperto e proseguendo si arriva al Fosso del Serpentaio lungo il quale si trovano gli ingressi oggi murati delle gallerie, per poi tornare verso il villaggio seguendo il tracciato della decauville (i binari dei carrelli minerari), magari deviando verso una propaggine del poggio del Farneto dove si trovava la polveriera (frammenti di laterizio) e l'inizio della vecchia scenderia (visibile un ancoraggio di cemento).


Un percorso didattico di 7 Km (comprensivi di andata e ritorno), facile e suggestivo, segue il vecchio tracciato del treno della miniera, una delle prime vie ferrate private italiane (1871), che portava la lignite alla più vicina stazione ferroviaria percorrendo in modo pressoché pianeggiante la gola del Crevole grazie a scavi nella roccia, terrapieni ed un ardito Ponte Nero.
Questo percorso è stato proposto come Geotopo di Interesse Locale (GIL 37) per la presenza di diverse formazioni rocciose, in primis imponenti strati di radiolariti di diverso colore: rosse (diaspri, per la presenza di ossidi di ferro), verdi (ftaniti, per la presenza di pirite) e nere (liditi, per la presenza di grafite).

Si tratta di gusci silicei di organismi marini depositati a oltre 4000 metri di profondità sui fondali dell'antico oceano del Giurassico, e localmente arricchiti da strati di ossidi di manganese frutto delle eruzioni sottomarine.


Nei diaspri lungo il percorso: patine di ossidi di manganese, raramente microcristallino. Nei gabbri alterati a circa 1 km dall'inizio del percorso, in località Fondo Bello: analcime (= analcite), laumontite, prehnite, grossi cristalli di diallagio e, con un po' di fortuna diposide, cabasite, epidoto, natrolite. Nei gabbri lungo il limitrofo torrrente Crevolone, in filoni feldspatici: albite e, raramente, diopside, laumontite, natrolite, orneblenda, prehenite, talco, zoisite. Sul sovrastante Monte Pertuso segnalata anticamente una modesta miniera di talco.


In quest'area furono anche sfruttate nel '900 (1944-1957, e poi nei primi anni '70) piccoli banchi di manganese che affioravano tra i diaspri sui versanti del Fosso Crevole, Fosso Crevolone e Fosso della Chiesa, ed anche aldilà dell'Ombrone sul Poggio Doria, con un tenore fino al 33-36% di Mn.

Nei cumuli di discarica e nelle trincee di una ventina di siti di estrazione, oggi invasi dalla vegetazione ed in gran parte dimenticati, possiamo trovare i minerali coltivati (ossidi di manganese): braunite (diffusa in forma compatta, talora microcristallina), pirolusite (anche in cristalli aciculari in forma raggiata) e meno frequentemente psilomelano.

 

Poco comuni calcedonio, calcofanite, calcopirite, goethite, hausmannite, manganite, marcasite, opale, pirite e quarzo, mentre è nota tra i collezionisti l'abbondanza di rodocrosite in un sito lungo il Fosso della Chiesa: un carbonato di manganese di colore rosa in diverse tonalità, accompagnato da calcite manganesifera anch'essa rosa (manganocalcite), aragonite e dolomite.


Caratteristico di questa zona è il "calcare balzano", dove strati di colore bianco si alternano a strati grigio scuro, un tempo utilizzato per produrre calce aerea di ottima qualità: sono visibili antiche cave e piccole fornaci in pietra, talora ben conservate.
Infine segnaliamo, a nord di Vescovado di Murlo, l'unica cava di diaspro del senese, attualmente inattiva, ed il ritrovamento di un geode di magnesite xx nelle serpentiniti presso il cimitero del paese.

 

Lignite

 

Pezzi di lignite

Lignite - a

 Rodocrosite minerale carbonatico di manganese

Rodocrosite

Rodocrosite - a

 

 

 

 

 

 

 

 
 

La vecchia ferrovia delle miniere di Murlo Miniere abbandonate, ferrovie dismesse e ponti sospesi: Percorso di interesse naturalistico e geologico che parte dalle vecchie miniere lignitifere di Murlo e, sul bellissimo tracciato della ferrovia dismessa, con due arditi passaggi su ponti sul torrente Crevole, raggiunge la Befa. Da qui, passando per San Giusto e la simpatica frazione di Olivello, ridiscende nuovamente al villaggio minerario. Perché questo percorso ha tutti gli ingredienti dell'avventura: la vecchia ferrovia, il villaggio popoloso, le gole sul torrente con i ponti sospesi. Il sentiero, però, è ormai da anni abbandonato a se stesso,con dei punti in qui è impossibile passare,per crolli e smottamenti avvenuti per condizioni climatiche avverse e incuria da parte di chi se ne doveva occupare.