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Il borgo di Piana è situato
in val d'Arbia, a 167 m di altitudine a nord di Buonconvento. La
località è delimitata a est dal corso del torrente Arbia, mentre ad
ovest scorre il torrente Stile.
Piana dista 2 km da Buonconvento e circa 30 km da Siena. La località
sorse in epoca alto-medievale come borgo fortificato dotato di pieve e
dove era situata una grancia dello spedale di Santa Maria della Scala di
Siena. La pieve di Piana è rammentata nella bolla pontificia del 1189 di
papa Clemente III diretta a Bono, vescovo di Siena. La storica grancia
fortificata fu acquistata dalla nobile famiglia senese de' Vecchi nel
XVI secolo, che la trasformarono in villa-fattoria. Nella canonica della
pieve di Piana alloggiò il 1º luglio 1538 papa Paolo III, durante il suo
ritorno a Roma in seguito alla tregua di Nizza.
Nel 1833 la frazione di Piana contava 591 abitanti.
Sin dal momento della sua
istituzione, la parrocchia dei ss. Innocenti, fu considerata una delle
più ricche della diocesi data l’estensione dei suoi possedimenti e
l’entità delle rendite. La sua importanza crebbe poi negli anni grazie
anche ai tesori apportati dai vari rettori, i quali, spesso,
appartenevano a facoltose famiglie senesi.
Dal 1282 i beni della Pieve
di Piana furono uniti a quelli del Vescovado ed il Vescovo di Siena
divenne Rettore anche della popolazione della Val d’Arbia. Nel 1398, per
decisione della Repubblica di Siena, la Pieve di Piana venne
ulteriormente fortificata, in quanto punto di difesa contro i possibili
attacchi delle truppe fiorentine, penetrate l’anno precedente nel
territorio senese. La Repubblica, che non disponeva in quel momento dei
denari sufficienti per comprare l’edificio, ne delegò l’acquisto allo
Spedale, il quale se ne assunse poi anche l’onere dei lavori di
fortificazione.
Affrancatasi dal Vescovado di
Siena nel 1599, la Pieve di Piana tornò, dopo alcuni secoli ad essere
indipendente; in cambio di questa ottenuta autonomia venne stabilito che
la parrocchia avrebbe fornito alla Mensa Vescovile una certa quantità di
” moscatello” a dimostrazione dell’ottima qualità del vino che si
produceva nella zona.
I vicari perpetui che si succedettero alla reggenza della Pieve dal 1600
in poi contribuirono all’arricchimento della chiesa con dipinti, altari
e stucchi barocchi.
Con la caduta della Repubblica di Siena ed il passaggio al Granducato
dei Medici, la Pieve perse d’importanza e la sua storia andò di pari
passo con le vicissitudini della popolazione residente, per la maggior
parte contadina. Terminato il periodo di grande agiatezza, la parrocchia
si resse con gli oboli della comunità, peraltro assai modesti.
Nonostante ciò, nel 1889 venne eretto il campanile, issate le tre
campane e restaurato il cimitero.
Nel 1933 a causa delle varie crepe apertesi lungo la navata s’impose il
restauro dell’edificio. All’inizio dei lavori vennero alla luce dei
pregevoli affreschi. Questa scoperta indusse la Sovrintendenza ai
monumenti di Siena ad abbattere i seicenteschi altari barocchi e
togliere gli intonaci a strisce bianche e nere che “rendevano la chiesa
simile ad una stanza mortuaria”. Riportata alla sua primitiva semplicità
la chiesa, si scavò sotto l’altare maggiore e, ritrovati i materiali che
componevano l’antichissima ara, si provvide alla sua ricostruzione.
Con il graduale spopolamento
delle campagne, la Pieve di Piana cessò di avere un ruolo guida nella
vita delle genti della Val d’Arbia, e nel 1963 anche la parrocchia,
venne trasferita a Seravalle, attualmente è sotto la giurisdizione del
parroco di Buonconvento.
A seguito di lunghi anni di totale abbandono la chiesa venne più volte
saccheggiata degli arredi e suppellettili ed ha subito un costante
degrado. Solo da una quindicina d’anni, e dopo un parziale restauro, è
tornata ad essere meta di culto.Gran parte dei suoi antichi tesori
“recuperati”, sono custoditi nel museo di arte sacra di Buonconvento.
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