Libertà e soggezione, padroni e servi

 

 

Meglio un'oncia di libertà che dieci libbre d'oro.

  Chi vive in libertà, non tenti il fato.   Chi di libertà è privo, ha in odio d'esser vivo.   Chi non ha la libertà, non ha ilarità.
La bella gabbia non nutrisce l'uccello. Chi non vuol pidi sul collo, non s'inchini. E' meglio piegarsi che scavezzarsi. Non è scappato chi si trascina dietro la catena.
Chi è in altrui balia, bisogna che ci stia. Chi è a dozzina, non comanda. I servitori sono come il tamburo, che suona ad altri, ed esso ha le battiture. O servi come servo, o fuggi come cervo.
Servi a principe e a signore, e saprai cos'è il dolore. Il campanello di camera è il peggio suono che si possa avere negli orecchi. Il padrone non va per l'acqua. Chi servo si fa, servi aspetta.
Beato chi porta il giogo a buon'ora. Al servo pazienza, e al padron prudenza. Comandi chi può, e obbedisca chi deve. Dove va il padrone, può ire il servitore.
Sentire e non ridire è buon servire. Non lisciare il pelo al servitore. Bue sciolto lecca pertutto. L'occhio del padrone ingrassa il cavallo.
Il gallo e il servitore in un anno perdon vigore. Cavol riscaldato e garzon ritornato, non fu mai buono. Non può aver cosa buona chi non liscia la padrona. Servi, e non badare a chi.
Il servizio torna sempre a casa col guadagno. I servitori non sono altro che ventre. Non conosce la pace e non la stima, chi provato non ha la guerra prima. Chi fa buona gierra, ha buona pace.
Chi ha l'armi in mano, è padron d'ogni cosa. I neutrali sono come chi sta al secondo piano, che ha il fumo del primo e il piscio del terzo. Dov'è guerra non fu mai dovizia. Per le ragion di Stato e di confini, son rovinati ricchi e poverini.
Guerra cominciata, inferno scatenato. Gli errori nelle guerre diventano pianti. A tempo di guerra con bugie si governa. A tempo di guerra ogni cavallo ha soldo.
Chi porta spada e non l'adopra, ha bisogno di chi la cuopra. I bravi alla guerra, e i poltroni alla scodella. Chi va alla guerra, mangia male e dorme in terra. In chiesa per devozione, alla guerra per necessità.
Il fine del soldato è l'essere ammazzato. Il buon ufficiale vuole avere due cose, mano larga e brachetta stretta. La guerra fa i ladri, e la la pace gl'impicca. Città affamata, città espugnata.
Sole in vista, battaglia perduta. Nemico diviso, mezzo vinto. Mal per chi le dà, peggio per chi le riceve. Basta vincere, e' non si dèe stravincere.
 Chi perde ha sempre torto. Alla pace si può sacrificare tutto. Quel che è fatto è reso. Ogni coltello aspetta il suo coltello.
Chi di coltel ferisce, di coltel perisce. Chi la fa, l'aspetti. Chi l'ha fatta si guardi. Tutti i nodi vengono al pettine.
Ognuno ama la giustizia a casa d'altri. Chi altri giudica, sé condanna. Chi ben giudica, bene elegge. Chi tosto giudica, tosto si pente.
A sangue caldo, nessun giudizio è saldo. Sacco legato fu mal giudicato. Gran giustizia, grande offesa. Non si sente le campane piccole quando suonano le grandi.
La giustizia è fatta come il naso, che dove tu lo tiri viene. A sentire una campana sola si giudica male. Meglio un magro accordo, che una grassa sentenza. Notaj, birri e messi, non t'impacciar con essi.
Né a torto né a ragione, non ti far mettere in prigione. Giudice e scrivano vuol tenere il piede in mano. Da giudice che pende, giustizia invan s'attende. Ogni diritto ha il suo rovescio.
La diritta è serva della mancina. Fatta la legge, pensata la malizia. Chi fa la legge, servarla degge. Son più i casi delle leggi.
L'uso fa leggere. 
 
Quattrini e amicizia rompon le braccia alla giustizia. Chi ha denari e amicizia, va in tasca alla giustizia. Donato ha rotto il capo a Giusto.
Le leggi sono come i ragnateli. [1] Meglio assolvere un peccatore, che dannare un giusto. Una ne paga cento. I mosconi rompono le tele de' ragni.
Il giusto cade sette volte al giorno. Il giusto ne soffre per il peccatore. Per un peccato perisce una nave. Dove molti peccano, nessuno si gastiga.
La colpa morì fanciulla, perché nessuno la voleva. La pena è zoppa, ma pure arriva. Molte volte si perde per pigrizia, quel che s'è guadagnato per giustizia. Tanto è ladro chi ruba che chi tiene il sacco.
Lite intrigata, mezza guadagnata. Chi tutto nega, tutto confessa. Val più un testimone di vista che mille d'udito. Chi vuol troppo provare, nulla prova.

[1] Intendi. le mosche vi rimangono irretite mentre i mosconi le sfondano.