L'abitato
di Rocca d'Orcia è disposto a ventaglio intorno allo
sperone calcareo su cui sorge la Rocca di Tentennano.
All'interno
della cinta di mura ci sono tre minuscoli “terzieri”: la
Rocca (intorno alla piazza), la Rocchetta (verso ovest)
e la Rocchettina (verso est). Alcuni tratti delle mura
sono ancora visibili.
La semplice
chiesa della Madonna delle Grazie di Manno risale al
‘500. In origine era orientata al contrario (con il
portale sulla strada) ma, con la costruzione della rampa
carrozzabile di accesso al borgo, fu necessario
spostarne l'ingresso dall'altra parte.
All'esterno, in alto, l'intonaco ha ancora qualche
traccia di decorazioni a monocromo.
Dalla
chiesa si sale alla porta ad arco che si apre nelle mura
e immette nella Rocchettina.
Si prosegue
tra case restaurate fino a che a destra si apre un primo
panorama sulla Val d'Orcia.
Il grosso
fabbricato che sovrasta il giardino era un tempo
l'ospedale della Rocca, che accoglieva pellegrini e
viandanti in cammino lungo la Via Francigena.
Più avanti,
entrati nel terziere della Rocca, si apre a destra una
piazzetta, in cui, fino agli anni '70, ospitava
l'ultima bottega del borgo, dove si vendeva pane, pasta,
pizzicherie, vino e un po' di tutto.
Si giunge
quindi nella piazza della Cisterna, il gioiello della
Rocca, ricca di particolari interessanti: il muro
compatto della cisterna, con il piano su cui si apre la
vera del pozzo, con gli stemmi scolpiti nelle
riquadrature e i vecchi ferri di sostegno della
carrucola; le case attorno, con i loro volumi mossi;
l'altro piccolo pozzo, sotto il grande tiglio, la
pavimentazione a grosse pietre rigate d'erba.
I
fabbricati sul lato lungo della piazza sono due antiche
“fattorie", dove abitavano i fattori e padroni dei
poderi sparsi nella valle.
Proseguendo
si infila il “borgo maestro” pavimentato a grosse lastre
e fiancheggiato da case di impianto medievale.
Una
costruzione, a destra, riconoscibile da un campaniletto
a vela, è quello che resta del Palazzo Comunale, sede
appunto del Comune della Rocca prima della riforma
granducale del ‘700 che lo soppresse aggregandolo a
Castiglione d'Orcia.
Più avanti,
una casa a sinistra reca sulla facciata una lapide che
ricorda Santa Caterina da Siena, che si tramanda abitò
questa casa nel suo soggiorno alla Rocca nel 1377-1380.
Scendendo
ancora si apre il panorama verso la parte più aspra
della gola formata dall'Orcia, e appare in fondo il
castello di Ripa d’Orcia. Più sotto la strada esce dalle
mura, dove un tempo si apriva una porta.
Ritornando
e salendo a destra, da notare una casa dove è incastrato
in alto sulla facciata un singolare resto di statua,
forse di San Sebastiano in quanto la casa era la
canonica di questa chiesa e porta ancora sul tetto un
piccolo campanile a vela.
Continuando
a salire si trova sulla destra San Sebastiano, chiesa
restaurata di recente e già sede della confraternita di
San Sebastiano. La curiosa facciata seicentesca con
timpano curvo e pinnacoli è impostata su una precedente
di chiara origine romanica. L'interno è austero, a
navata unica.
A sinistra
una breve scalinata porta al sagrato della chiesa di San
Simeone, dalla semplice facciata romanica a capanna.
All'interno sono visibili alcuni affreschi di scuola
senese risalenti al XIV - XV secolo.
Proseguendo si giunge al cancello di ingresso alla
massiccia Rocca di Tentennano.
La Rocca
risale al XII secolo e fu proprietà di diverse famiglie
nobili (Tignosi, Aldobrandeschi, Salimbeni) e della
Repubblica di Siena; fu poi contesa nelle diverse guerre
che segnarono medioevo e rinascimento, per poi essere
abbandonata dopo il ‘500. Non è stata mai espugnata: era
praticamente impossibile, prima della comparsa delle
armi da fuoco.
Negli anni
'70 è stata donata allo Stato dagli ultimi proprietari,
la famiglia Aggravi-Scotto, restaurata ed aperta al
pubblico.
Il
vasto panorama della Val d'Orcia, si apre davanti di
noi: Vignoni Vecchio che sovrasta Bagno Vignoni;
la fila dei tetti di Pienza, e più lontano, a destra, la
solitaria torre di Radicofani e Ghino di Tacco, il Robin
Hood senese.
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