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La località Talciona è conosciuta fin dall'XI secolo quale sede di un castello appartenente prima al contado senese e successivamente a quello fiorentino. È citato per la prima volta in un atto di donazione nel 1089 mentre nel 1104 risulta rogato un lodo di demarcazione tra Firenze e Siena. Situata vicino all'incrocio tra la via Cassia e la via Francigena già nel XII secolo divenne la sede di una comunità di canonici che edificarono una loro chiesa; in questa chiesa il 28 marzo 1156 il conte Guido Guerra II e l'abate di Martùri sottoscrissero una vendita di beni.
Così il Repetti ce la racconta nel suo Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana:
TALCIONE in Val d'Elsa. - Villaggio che ha dato il vocabolo ad una chiesa (S. Maria a Talcione ) cui fu annesso il popolo di S. Stefano a Talcione , nella Comunità Giurisdizione e due miglia toscane a levante di Poggibonsi, Diocesi di Colle, già di Siena, Compartimento sanese. Risiede sopra un colle presso la villa di Strozzavolpe, costà dove possedeva beni il gran conte Ugo, il quale nel 998 assegnò alla sua Badia di S. Michele in Marturi sopra Poggibonsi due poderi posti in Talcione . - Più tardi vi acquistarono giurisdizione i conti Guidi, uno de'quali nel 1156 fece una permuta dei beni medesimi posti presso la canonica di Talcione con altri di pertinenza della Badia predetta. - In quanto poi alle controversie insorte fra i vescovi di Firenze e di Siena rispetto alla giurisdizione di questa contrada vedasi l' Articolo POGGIBONSI. Due istrumenti, che uno verso la fine del secolo XI (1089) e l'altro sul principio del XII (1004), rogati nel castel di Talcione , danno a conoscere qualmente in quel frattempo il distretto civile di Talcione era passato dal territorio sanese in quello fiorentino, mentre l'istrumento del 1089 fu rogato nel Castello di Talcione , contado sanese, ed il secondo nel territorio fiorentino .
La chiesa di S. Maria a Talcione nel 1508 fu
ammensata con i suoi beni all'arcispedale di S. Maria Nuova, il quale ne
conserva il giuspadronato.
Nel 1203, durante la
definizione dei confini tra i territori senese e fiorentino in questa
zona, il castello di Talciona non viene citato mentre se ne nominava la
chiesa.
Al centro dell'architrave è
posta un'iscrizione riportante l'anno di realizzazione: A.D.
M.CC.XXX.IIII La miglior descrizione dell'architrave è riportata nel
volume realizzato da M.Salmi nel 1927: «L'architrave è più documento storico che espressione d'arte. Vi è scolpita l'Adorazione dei Magi ad altorilievo, sempre secondo una visione di pura frontalità. I re coronati, che portano la cuffia di moda nel Dugento, sono di una certa vivezza. Invece il San Giuseppe di prospetto- che assiste alla scena secondo una tradizione iconografica occidentale - ha orribili forme; e così la Vergine con le braccia aperte come le anse di un vaso. Ma il Putto non è in grembo alla Madre: è ben piantato a terra; e questa, come le altre quadrate figure, sembra seguire più le possenti tradizioni etrusche che le trascendentali forme orientali.»
L'interno si presenta completamente stonacato e sono visibili delle pesantissime stuccature sulle pietre. La copertura è a capriate. Va segnalato il tabernacolo in terracotta invetriata policroma attribuito a Giovanni e Andrea della Robbia e, posta nell'arco della monofora, una scultura raffigurante una testa umana sopra due pavoni (XIII secolo).
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