SAN GEMIGNANELLO ALLE SERRE DI RAPOLANO (TAV. LII)
(Repetti,
vol. VI, pagg. 34-35)
San Gemignanello alle Serre di Rapolano nella Valle dell'Ombrane sanese
- Cassero, un dì Castello che portò il nome della sua chiesa (S.Gemignanello
alle Serre, ora S. Fabiano) già compresa nel pievanato di Asciano, ora
in quello di S. Lorenzo alle Serre, Com. e circa 6 miglia a scir. di
Rapolano, Giur. di Asciano, Dioc. di Arezzo, Comp. di Siena.
Il diruto
fortilizio di San Gemignanello, ridotto ad uso di villa, siede presso il
giogo delle Serre, ossia dei poggi interposti tra l'Ombrane ed il
torrente Foenna, lungo la strada che staccasi dalla provinciale
Lauretana sopra Montalceto per avviarsi mediante una selva di lecci per
San Gemignanello nella via parimente provinciale delle Folci o de'
Vallesi che da Siena va a Cortona.
Una delle più antiche rimembranze, se non m'inganno, in una carta
dell'Arch. del capitolo della cattedrale di Arezzo scritta nel febbraio
del 1022 alle Serre nel castello chiamato San Gemignano. E' un atto di
donazione fatta ai canonici della chiesa aretina del conte Walfredo
figlia del fu conte Ranieri di Asciano che rinunziò a sua parte di
terreni che furono del March. Oberto posti nella Chiusa detta Obertenga,
nel pievere di S. Mustiola a quarto contado aretino, confinanti; al 1°
dal fiume Chiana; a 2° dalla via pubblica; a 3° da una delle stesse via,
a partire dal ponte della Chiana fino alla via di S. Zeno; a 4° dalle
terre del capitolo di Arezzo, della badia di S. Flora e de' Longobardi.
L'ab. Camici, che pubblicò cotesta carta nella sua continuazione de
duchi e marchesi della Toscana, scrisse Actum Sena in voce di Serre.
Esso diede pure alla luce altre pergamene della provenienza medesima,
fra le quali una del 10 ottobre 1030, in cui si tratta una permuta fatta
tra l'Abbate di S.Flora e Gherardo di Guinuizzone di alcuni terreni, fra
i quali eravi un podere posto presso la chiesa di S. Gemignano
confinante con altri effetti della chiesa medesima e con quelli de'
figli del fu Ranieri, il qual Gherardo riceve in cambio altre terre
poste nel casato di Turrita, piviere di S. Mustiola a Ouarto.
Inoltre
all'Art. Rigomagno citai due istrumenti del settembre 1036 e del luglio
1040, dai quali appariva che il predetto conte Walfredo fu padre di un
altro conte Ranieri maritato a donna Ermengarda figliuola di un C.
Alberto, che nel 1053 era restata vedova di detto conte - (Camici, oper.
cit.).
Da tutti quei documenti apparisce, che il castel di San Gemignanello nel
secolo XI dipendeva dai conti della Scialenga, i quali nel declinare del
secolo successivo si posero sotto l'accomandiglia della Rep. sanese.
La qual cosa, al dire degli storici di quella città, accadde nel 1197.
Quando i signori Nove fecero restituire ai conti Baroti della Berardenga
e Scialenga i castelli di Mont'Alceto, di Farneto e di San Gimignanello;
e ciò finché nel principio del sec. XIII il governo di Siena fece
acquisto da quei conti dei loro diritti sopra cotesta contrada, dove più
tardi l'oste fiorentina nel 1234 campeggiò, combatté e disfece 43 fra
ville e castelletti.
Nell'arch. Dipi, sanese esiste una deliberazione presa nel 1271 dal
Consiglio generale che decretò doversi tenere un giusdicente minore
anche in San Gemignanello, da risedere nel fortilizio, ridotto
attualmente a casa di campagna dalla nobil famiglia sanese de' Sansedoni,
patrona della chiesa parrocchiale si S. Fabiano che ivi
riedificò, godendo il giuspatronato alternativamente col vescovo di
Arezzo.
La parr. di S. Fabiano a San Gemignanello nel 1833 contava 198
abit.
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