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SAN GIMIGNANELLO ALLE SERRE si trova fra la Val di Chiana e la Val d'Ombrone vicino all’attuale superstrada che da Bettolle porta a Siena, poco prima di Serre di Rapolano.
Il piccolo caseggiato di San Gemignanello (anche conosciuto come San Gimignanello) viene ricordato per la prima volta in una testimonianza scritta del 1022.
In quell’anno Walfredo del fu C. Ranieri di Walfredo di Asciano risiedeva nel castello e a lui dobbiamo il primo atto notarile che menziona la fortificazione (probabile è un collegamento fra Walfredo e la famiglia degli Scialenga). Nel XII sec. è stato di proprietà della famiglia Baronti, ma successivamente è passato nelle mani dei conti della Scialenga, signori di Asciano.
Tra gli ultimi possessori nel Settecento figurano i Sansedoni, che hanno riedificato la chiesa dei santi San Fabiano e San Sebastiano.

Comprato dai Senesi nel 1212, San Gimignanello fu destinato a fortilizio e nel 1272 fu nominato un fiduciario, con obbligo di residenza, sotto gli ordini diretti del potestà di Siena.
Si può accedere alla piccola piazzetta prospiciente il portone anche con la macchina, attraversando un gradevole vialetto alberato.
Sulla destra della strada si nota l’inaspettato laghetto, che sorprende il viaggiatore per la sua bellezza. Nella piazzetta notiamo l’imponente portone centrale, che protegge il cortile interno del torrione.
Ad affacciarsi sulla piazza c’è la chiesa di San Fabiano e San Sebastiano, la cui fondazione risale al 1302. La chiesa di S. Gimignanello fu riedificata dalla nobile famiglia senese de'Sansedoni, che subentrò in molti possedimenti dei Conti della Berardenga e della Scialenga.
La nomina del parroco è alternativa fra i Sansedoni e i vescovi di Arezzo. 

Oggi la chiesa non è visitabile se non la domenica, negli orari compresi tra le funzioni religiose. All’interno possiamo trovare una Madonna con Bambino fra San Sebastiano e San Fabiano risalente al Seicento e un crocifisso ligneo del Settecento.
Il cortile interno del castello non è di norma visitabile, ma è pur sempre possibile chiedere il permesso agli odierni proprietari.
Il complesso fortificato è oggi privato ed è utilizzato per lavori agricoli, come ci racconta il delicato profumo di vinacce che campeggia nella piazzetta antistante.
Il torrione centrale della fortificazione, alloggiato nella piazza d’armi, è stato ricostruito partendo da una base che si è conservata.
La rimanente parte superiore è frutto di un adattamento ottocentesco.

 


 

 

SAN GEMIGNANELLO ALLE SERRE DI RAPOLANO (TAV. LII)

 

(Repetti, vol. VI, pagg. 34-35)

San Gemignanello alle Serre di Rapolano nella Valle dell'Ombrane sanese - Cassero, un dì Castello che portò il nome della sua chiesa (S.Gemignanello alle Serre, ora S. Fabiano) già compresa nel pievanato di Asciano, ora in quello di S. Lorenzo alle Serre, Com. e circa 6 miglia a scir. di Rapolano, Giur. di Asciano, Dioc. di Arezzo, Comp. di Siena.

Il diruto fortilizio di San Gemignanello, ridotto ad uso di villa, siede presso il giogo delle Serre, ossia dei poggi interposti tra l'Ombrane ed il torrente Foenna, lungo la strada che staccasi dalla provinciale Lauretana sopra Montalceto per avviarsi mediante una selva di lecci per San Gemignanello nella via parimente provinciale delle Folci o de' Vallesi che da Siena va a Cortona.
Una delle più antiche rimembranze, se non m'inganno, in una carta dell'Arch. del capitolo della cattedrale di Arezzo scritta nel febbraio del 1022 alle Serre nel castello chiamato San Gemignano. E' un atto di donazione fatta ai canonici della chiesa aretina del conte Walfredo figlia del fu conte Ranieri di Asciano che rinunziò a sua parte di terreni che furono del March. Oberto posti nella Chiusa detta Obertenga, nel pievere di S. Mustiola a quarto contado aretino, confinanti; al 1° dal fiume Chiana; a 2° dalla via pubblica; a 3° da una delle stesse via, a partire dal ponte della Chiana fino alla via di S. Zeno; a 4° dalle terre del capitolo di Arezzo, della badia di S. Flora e de' Longobardi.

L'ab. Camici, che pubblicò cotesta carta nella sua continuazione de duchi e marchesi della Toscana, scrisse Actum Sena in voce di Serre. Esso diede pure alla luce altre pergamene della provenienza medesima, fra le quali una del 10 ottobre 1030, in cui si tratta una permuta fatta tra l'Abbate di S.Flora e Gherardo di Guinuizzone di alcuni terreni, fra i quali eravi un podere posto presso la chiesa di S. Gemignano confinante con altri effetti della chiesa medesima e con quelli de' figli del fu Ranieri, il qual Gherardo riceve in cambio altre terre poste nel casato di Turrita, piviere di S. Mustiola a Ouarto.

Inoltre all'Art. Rigomagno citai due istrumenti del settembre 1036 e del luglio 1040, dai quali appariva che il predetto conte Walfredo fu padre di un altro conte Ranieri maritato a donna Ermengarda figliuola di un C. Alberto, che nel 1053 era restata vedova di detto conte - (Camici, oper. cit.).
Da tutti quei documenti apparisce, che il castel di San Gemignanello nel secolo XI dipendeva dai conti della Scialenga, i quali nel declinare del secolo successivo si posero sotto l'accomandiglia della Rep. sanese.
La qual cosa, al dire degli storici di quella città, accadde nel 1197.

Quando i signori Nove fecero restituire ai conti Baroti della Berardenga e Scialenga i castelli di Mont'Alceto, di Farneto e di San Gimignanello; e ciò finché nel principio del sec. XIII il governo di Siena fece acquisto da quei conti dei loro diritti sopra cotesta contrada, dove più tardi l'oste fiorentina nel 1234 campeggiò, combatté e disfece 43 fra ville e castelletti.
Nell'arch. Dipi, sanese esiste una deliberazione presa nel 1271 dal Consiglio generale che decretò doversi tenere un giusdicente minore anche in San Gemignanello, da risedere nel fortilizio, ridotto attualmente a casa di campagna dalla nobil famiglia sanese de' Sansedoni, patrona della chiesa parrocchiale si S. Fabiano che ivi riedificò, godendo il giuspatronato alternativamente col vescovo di Arezzo.

La parr. di S. Fabiano a San Gemignanello nel 1833 contava 198 abit.