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Il primo riferimento
all’antico borgo è in un atto del 28 Marzo 1108 con cui il conte
Bernardo di Montagutolo di Pari conferma all’abate della Badia
Ardenghesca di San Lorenzo sul Lanzo possessi e privilegi, fra i quali
due porzioni del castello di San Lorenzo, donati dai conti Ardengheschi
di Civitella.
Nel XII secolo, il castello si chiamava probabilmente San Lorenzo a
Foiano, nome di un borgo presso il fiume Merse, conosciuto anche come
Maciareto (poi Macereto).
Nel 1368, presso il
castello, la Repubblica di Siena costruì la strada che la univa a
Grosseto e il ponte “a Maciareto”, o “a Foiano”. Per questo San Lorenzo
prese per insegna un ponte a sei arcate, identico a quello appena
costruito, sormontato dalla balzana, lo scudo bianco e nero simbolo di
Siena.
Nel 1208 il castello fu venduto ai Marescotti, importanti banchieri e
mercanti senesi. Insofferenti alle leggi della Repubblica senese, i
Marescotti vessavano i propri contadini e i viaggiatori che utilizzavano
la strada verso Grosseto. Così, nella notte tra il 7 e l’8 Giugno 1369,
Siena mandò 2000 armati, che la mattina successiva entrarono a San
Lorenzo, catturarono Edoardo di Niccolò Marescotti e disfecero il
castello. La fortificazione andò in rovina e, dopo essere stata
svincolata dai Marescotti e rimasta quasi del tutto diroccata, fu
definitivamente abbandonata. Il villaggio seguì le sorti della città di
Siena fino alla metà del Cinquecento, quando venne annesso a Firenze.
Il castello, situato nella parte più alta del paese sopra uno sprone di
roccia e risalente probabilmente al X-XI secolo, aveva la pianta a
poligono irregolare con spigoli arrotondati e cortile interno. Il
fortilizio giunto fino a noi sembra forse risalire al XIV secolo.
Dell’antica struttura si conserva ancora la porta d’accesso ad arco
ribassato e la traccia di una finestra ad arco in pietra sul lato ovest.
Restano anche i residui di un grande muro in pietra lavorata anteriore a
metà Duecento, con sopraelevazione successiva in pietra più grezza, e lo
stemma della famiglia Marescotti, un’aquila ad ali spiegate (sulla
parete destra dell’ingresso al castello).
Interessante il particolare
di una casa in via della Piazza, che conserva tracce di un arco nella
cui chiave sono scolpite una balestra e la data 1514, probabilmente
memorie di una produzione di balestre in loco.
Dopo lo smantellamento, i resti del castello furono adattati ad
abitazioni. Al castello s’innestò quindi un borgo fortificato di forma
allungata, del quale è ancora rintracciabile buona parte delle mura nel
basamento delle case esterne. La porta d’accesso principale era forse in
una torre mozza ancora visibile accanto all’odierno accesso al paese,
mentre l’altra porta è dal lato opposto.
Con la creazione, nel 1560,
del Vicariato di Pari, il paese fu assegnato alla sua giurisdizione
civile, mentre per quella penale e criminale era competente Casole
d’Elsa. Nel 1676, il Gherardini lo descrive come villaggio non cinto di
mura, con strade scoscese, non selciate né mattonate, case sparse senza
alcun ordine, anguste e poco comode. Gli edifici pubblici erano il
Palazzo di Giustizia, la stanza dell’Oliviera, il podere di Caprareccia
e la cisterna pubblica. C’erano, inoltre, due botteghe di bottai e una
di fabbro.
Con l’abrogazione granducale dei diritti feudali, il borgo andò a far
parte (dal 1749) del Comune di Sovicille. Infine, dal 1833, divenne
parte del Comune di Monticiano. Delle vie e delle piazze restano oggi i
toponimi antichi: via dello Sdrucciolo, Oliviera, Feudatario, Croce,
Pizzicore, piazza della Bella.
Attualmente San Lorenzo a
Merse costituisce la più grande delle frazioni del Comune di Monticiano.
La sua vicinanza alla superstrada Siena-Grosseto lo pone in posizione
strategica per il raggiungimento dei due capoluoghi di provincia.
Il clima, più mite rispetto a Monticiano, fa sì che viti e ulivi possano
essere coltivati con profitto.
Bartolomeo Gherardini, nel
suo viaggio in terra di Siena per conto di Cosimo III De’ Medici,
racconta che la Corte di S. Lorenzo è assai coltivata a Vino, vedendosi
quantità di Vigne, e se ne ricoglie un Anno per l’altro circa Some mille
cinquecento di buona qualità.
La pieve di San Lorenzo, risalente all’XI secolo, dette anticamente il
nome al borgo. Accanto si trova la chiesa della Confraternita della
Misericordia, o Compagnia della Concezione, risalente al XIV-XV secolo.
La chiesa di Santa Maria delle Nevi (o di Santa Maria della Neve o della
Madonna della Piaggia) è attualmente inglobata nell’attuale camposanto
del paese.
In località Massoni, all’interno di un marroneto posto a circa due
chilometri dal paese, si possono vedere alcuni resti della cappella
dedicata alla Santissima Vergine dei Dolori, costruita nel 1717 dal
notabile e possidente locale Pellegrino Marchi e distrutta nel 1774.
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