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La più importante delle comunità era senz'altro, dopo Rapolano, quella di Serre. La notizia più antica che ci è giunta è del 1175.

Serre è ricordata nel caletto Vecchio di Siena, unitamente ad altri Castelli di proprietà dei Conti Scialenghi, che proprio nel 1175, furono costretti a fare atto di sottomissione alla Comunità di Siena, cui passarono tutti i loro beni. La seconda notizia è di poco posteriore: è del 1210 e riguarda la Grancia. Essa era uno tra i più antichi e meglio organizzati granai del territorio di Siena. Nel 1295, Simone Cacciaconti la donò all'Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena. L'antico Ospedale di Siena era un'istituzione molto potente e aveva tante proprietà in tutto il territorio senese, come attesta il simbolo delle scale sopra la porta d'ingresso del Granaio. Ora questo edificio ospita un museo che documenta la storia delle antiche grancie fortificate del Santa Maria della Scala e gli antichi metodi di lavorazione dell'olio.
Anche Serre fu comunità autonoma fino al 1777; possedeva propri statuti, simili a quelli di Rapolano ed Armaiolo.

 

La Grancia

Dopo lunghi e delicati lavori di restauro la Grancia di Serre di Rapolano è stata aperta al pubblico nel nuovo ruolo di museo. Il Museo dell’Antica Grancia di proprietà del Comune di Rapolano è stato realizzato con il contributo della Provincia di Siena in collaborazione con la Soprintendenza e l’Assessorato alla Cultura della regione Toscana.

Con questa operazione si riannodano simbolicamente i fili di un lungo tratto della storia non solo della comunità di Rapolano e Serre, ma di tutta la provincia che dall’ospedale Santa Maria della Scala e del Sistema delle Grance ha tratto molte e importanti pagine della sua storia.
La sua realizzazione iniziò nel Duecento ed intorno al Trecento il complesso aveva già assunto quell’aspetto a blocco continuo che tuttora ha.

Tra la fine del Trecento e i primi del Quattrocento fu trasformata in parte in fortezza.

Tra il 1521 e il 1531 furono ritoccati gli ambienti di rappresentanza della Grancia e la sala. Fu realizzata una nuova cappella a fianco di quella medioevale.

Intorno al 1575 fu costruito il grande edificio a tre piani che si estende in corrispondenza del secondo cortile della Grancia. Gli interventi degli ultimi secoli rispecchiano il carattere funzionale che l’edificio acquistò con l’alienazione avvenuta nel 1790.
Si tratta di un patrimonio storico-culturale molto importante che rappresentava il centro di produzione agraria locale capace di assicurare parte dei beni alimentari per l’ospedale senese. La Grancia era un deposito di grano, di lavorazione del vino e dell’olio. Proprio per conservare questa molteplicità di funzioni, il Museo dell’Antica Grancia prevede un percorso articolato.
Al suo interno c’è un settore denominato “museo dell’olio”, dedicato all’olivicoltura e al ciclo dell’olio, che utilizza spazi e macchinari di un antico frantoio. In questi locali sono sistemati pannelli sulla coltivazione e lavorazione dell’olio che nel novecento veniva appunto conservato in ziri.

Un altro settore del museo contiene il Centro di Documentazione delle Grance. In un’ala dell’edificio quattro stazioni multimediali permettono ai visitatori di conoscere, attraverso appositi ipertesti, le vicende della Grancia e del Sistema delle Grance del S.Maria. E’ anche possibile effettuare una visita virtuale nelle principali strutture architettoniche dell’edificio.