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Qui si trovano alcune cavità tettoniche in roccia
vulcanica; alcune consistono in ampi ripari, altre sono spaccature
diaclasiche. Si aprono in prossimità di due eremi famosi e storicamente
documentati fino dal secolo XII°:
l'eremo inferiore di S. Pietro al Vivo presso il castello Cervini e
l'eremo superiore di S. Benedetto o Ermicciolo.
I numerosi anfratti circostanti sono stati da sempre, saltuariamente,
occupati da ladroni, pastori, eremiti e anche qui non mancano, in
proposito le leggende.
Due cavità diaclasiche: BUCA del VIVO d'ORCIA 1; BUCA del VIVO d'ORCIA
2;
sono conosciute dai locali col nome di Buche delle Fate con evidenti
rielaborazioni fantasiose.
Un riparo in parete, BUCA della SEDIA del DIAVOLO prende il nome da una
caratteristica roccia a forma di poltrona, distante pochi metri, detta
appunto sedia del diavolo sulla quale, secondo la tradizione, stava
assiso il demonio in attesa di spaventare i passanti e di affrontare gli
eremiti che erano in grado di contrastarlo.
Anche qui sono affiorati reperti preistorici del mesolitico (nel riparo
Cervini) e dell'età del bronzo.
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Vivo
d'Orcia: "sedia del diavolo" prossima all'omonima cavità. |
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