della tradizione popolare senese |
Questa pagina è una sommaria raccolta di quel variopinto mondo di personaggi fantastici che hanno fatto parte, e ancora ne fanno parte, della tradizione popolare della Provincia di Siena. Fantasmi di personaggi storici, figure di pura invenzione, animali immaginari nati per trastullare i bambini o tenerli lontani dai pericoli, ombre ricorrenti in determinati luoghi più o mono sinistri. Queste figure, siano esse paurose o scherzose, hanno tutte lo straordinario fascino della fantasia, capace, con creazioni fantasmagoriche, di divertire e far ripercorrere i luoghi familiari in una sorta di itinerario del batticuore.
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Erano così chiamati un tempo in Toscana quei vermi luminosi che appaiono di notte negl'interstizi dei muri a secco, nelle crepe dei costoni rocciosi. Si dicevano Anime del Limbo : quindi timidi spiriti infantili, saliti dal loro luogo ultramondano a spiare nella notte e a "prendere una boccata d'aria". Era uso raccomandarsi a loro con una preghiera, in particolare per ritrovare le cose perdute. Infatti nei buchi dei muri spesso si ritrovano cose, arnesi, oggetti ritenuti smarriti, ma che qualcuno vi ha appoggiato o nascosto, dimenticandosi di riprenderli. Voleva la credenza che fossero proprio le Anime del Limbo a nasconderle e a farle ritrovare alle porte delle loro "case" a quanti mostravano loro ossequio e devozione. |
Babao -
II Babào è uno
spettro che non ha mai fatto niente di male a nessuno. Sta di solito
dentro i luoghi bui, dove non è dato di sapere. A volte sembra che
emetta dei suoni strani e disarticolati che intendono solo gli
adulti, mentre i bambini si sforzano inutilmente di sentire. |
Nella terra di
Castiglioncello del Trinoro, nei pressi di Sarteano (Siena) ci sono
le rovine d'un'antica chiesa sommersa ormai dalla vegetazione del
bosco. In certe notti, passando vicino si ode un coro di gente
ubriaca, scatenata che ripete una specie di nenia di cui le uniche
parole comprensibili sono: Balla Candelora. |
Con quello che
fu il soprannome di Bettino Ricasoli, è chiamato comunemente il suo
fantasma che appare nel Castello di Brolio, nel Chianti. |
Da parola greca
che significa "piccolo re" deriva quella latina Regulus di
uguale significato. Nella campagna toscana i contadini chiamano
regolo o serperegolo il basilisco. Talvolta si indica con
serperegolo un serpente immaginario che ha più di cento anni.
Si tratta d'un rettile favoloso di cui parla già Plinio (Storia
naturale Vlll, 21) e fu creduto animale portentoso nel Medio
Evo, da S. Gregorio Magno che chiama il regolo "Re dei serpenti" (I
Morali, XV), da Brunetto Latini che riferisce come nella testa
dell'animale sia nascosta una pietra da alcuni identificata come
rubino, da altri come diamante. Avendo uno sguardo fulminante si
doveva cacciare con uno specchio per cui, riflettendovisi i suoi
occhi mortiferi, il basilisco si uccideva incenerendosi. Si descrive
col capo di gallo, o di falco, con una cresta rossa (o d'oro) il
corpo di rettile tozzo e squamoso, la coda di serpente e due o
quattro zampe di rapace. La grandezza è incerta: si indica per lo
più la dimensione d'una robusta gamba d'uomo. |
Si chiama così
la fungaia, che si trova spesso nei prati disposta in cerchio,
tipica figura nella quale ama disporsi il fungo prataiolo (Psalliota
campestris). |
Il
potente Re Porsenna si fece costruire a Chiusi (o forse nelle
vicinanze) una grande tomba sormontata da cinque piramidi con in
cima "un globo di bronzo e un unico petaso dal quale pendevano
campanelli tenuti con catene, che, agitati dal vento, spandevano i
suoni che si udivano da molto lontano" (Plinio, Naturalis
Historia, XXXVI, 13). |
Chiusini - Propriamente sono gli abitanti di Chiusi, ma nel Senese sono conosciuti come esseri misteriosi che arrivano la sera a far chiudere gli occhi ai bambini, per il gioco di parole tra il termine Chiusi e chiudere, chiuso: stesso gioco che con pisolare probabilmente ha dato luogo al termine Pisani, con uguale significato. |
Il Fantasma dell'Orto Botanico - L'Orto Botanico di Siena, fuori della Porta all'Arco, è teatro delle gesta d'una Fantasma che ha avuto l'onore d'essere protagonista d'un pezzo teatrale, rappresentato con successo. L'autore, Giulio Cogni, è stato testimone delle imprese di questo spettro, dato che abitava vicino all'Orto. Non mancano altre testimonianze, precise e attendibili, di sferragliare di catene, focherelli accesi nella notte, apparizioni in lunghi mantelli, fuochi fatui che corrono, sbattere di porte, lanci di pietre contro coloro che davano la caccia. Gli fu anche sparato contro, ma il Fantasma non parve accorgersene. Il periodo di massima attività pare sia stato, quello degli anni Cinquanta; furono fatte sedute spiritiche, nelle quali, l'evocato, ha riferito d'essere un certo Giacomo, detto Giorno; altri pensano che si tratti d'un certo Andrea Ardengheschi, morto nella battaglia di Montalcino, dopo aver infranto un voto fatto a Sant'Andrea. Una leggenda vuole che sia il custode d'un tesoro sepolto nell'Orto un frate camaldolese, che aveva sotterrato il tesoro del suo convento per sottrarlo ai soldati di Napoleone, fattosi poi uccidere piuttosto che rivelare il suo segreto. |
Nel territorio
di Castiglion d'Orcia, nei pressi della macchia di Scargeto e
Montelaccio, si trova una sorgente detta la Fonte del Fantasma. |
In Toscana è la
farfalla bianca che nelle notti estive entra dalla finestra e prende
a svolazzare intorno al lume. Anche con altri nomi, quale
Agnelella in Abruzzo, la farfalla del lume è indicata
universalmente come segno di fortuna ed è in genere di colore
bianco. |
Il Gattomammone è un
brutto animale spaventoso che frequenta luoghi solitari, in
particolare di notte, cercando soprattutto bambini cattivi da
mettere sotto i denti. |
Gherarda -
Una misteriosa figura
di donna fa le sue apparizioni durante la notte presso il Prato
della Contessa, tra Castel del Piano e S. Fiora, sopra una dorsale
del Monte Amiata in provincia di Grosseto a circa 1400 metri
d'altezza. Si dice che sia Gherarda degli Aldobrandeschi, contessa
di Cana, vissuta ai tempi dei tempi e innamorata di Alberto,
feudatario di Chiusi. I due innamorati usavano ritrovarsi presso un
bellissimo prato che fu detto per questo "della Contessa". Anzi la
contessa Gherarda lo fece ampliare con un taglio di piante e c'è un
magnifico albero secolare che si chiama il Faggio della Contessa. |
Manonera -
Spauracchio di
caratteristiche imprecisate che si usa per allontanare i bambini dai
pericoli: - Non andare fuori che è buio c'è la Manonera che ti porta
via. Più che a un fantasma o a un brigante la fantasia popolare si
rifà spesso a una vera e propria grande mano nera che porta via. |
Marròca -
La Marroca è una
figura fantastica conosciuta nel senese, in particolare a
Montepulciano. E' un essere ripugnante, pauroso, tra una grossa
biscia e un lumacone spropositato che sta nei luoghi oscuri dove
stagna l'acqua, nelle fogne, facendo sentire la sua voce paurosa nel
gorgoglio del mulinello. |
Il Mazzi -
Presso Cosona,
piccolo villaggio con la grande villa Forteguerri, nelle vicinanze
di Pienza (Siena), si aggira un fantasma detto il Mazzi. Si vuole
che sia stato un coltivatore, proprietario del podere, che non ha
voluto lasciare dopo la morte, avvenuta probabilmente nel secolo
scorso. |
I Monaci della Badia di Coltibuono -
Nella Badia di
Coltibuono, nel Chianti, ex monastero vallombrosano abbandonato dai
religiosi da oltre un secolo, certi Monaci continuano ad abitare
ancora, andando in processione e cantando nella Chiesa l'ufficio e
le funzioni. |
Mostro favoloso,
per metà pesce e per metà bue, che si udiva mugghiare nelle balze
della Montagnola, alle sorgenti del torrente Luco, vicino al
Castello di Rosia, sette miglia circa da Siena. |
Se vedete un
mulinello di vento e polvere fate bene attenzione e fuggite perché
può essere un vortice di diavoli e streghe, creato per portare in
aria animali o persone. |
In Toscana è il mostro che si nasconde nel fondo dei pozzi nelle cui acque non si deve guardare con troppa insistenza. Infatti così facendo si vede aprire lentamente un grande occhio verde che alla fine, prende tutto lo specchio d'acqua. L'occhio è tanto ammaliatore che chiama chi lo guarda a gettarsi nell'acqua e a qualche poveretto è accaduto di non saper resistere e cadere affogando. |
Nella pianura di
Campaldino dove si svolse la famosa battaglia tra guelfi di Firenze
e fuoriusciti fiorentini alleati con gli aretini, si vedono nella
notte aggirarsi ombre evanescenti e pallide che si vuole siano dei
cadaveri insepolti dell'antica strage che avvenne l'il giugno 1289. |
Nel Senese è l'Omino del Sonno, Sabbiolino che passa la sera a gettare sabbia, rena negli occhi dei bambini. |
Figura scherzosa della tradizione toscana e regioni vicine. E' uno spauracchio da bambini, tra il serio e il faceto. Va in giro di notte con una mazzetta, anche questa di bronzo, e fa un rumore pesante di passi. Le mamme ai bambini, che non vogliono dormire, o vogliono uscire, battono, senza farsi vedere, con lo zoccolo in terra, o col mestolo dietro la porta e dicono: - Senti? Senti? C'è l'Omino di Bronzo giù che cammina e prende tutti quelli che trova. |
Fenomeno detto anche
Orologio della Morte, Veglia, Oriolino.
Assai diffusa in
Italia è la credenza che si tratti d'una figura misteriosa: S.
Pasquale che, con il suo bastone, batterebbe dei colpetti al fine di
avvertire chi si trova in pericolo di morte di mettersi nella Grazia
di Dio. |
San Pasquale dal
cielo scaglia talvolta delle pietruzze delle quali si ode il rumore,
ma non si riesce mai a ritrovare il sasso che l'ha provocato. Quando
si sta parlando di qualcosa, se si ode il lieve rumore d'un
sassolino che cade o si muove, certamente il fatto di cui si parla
si avvererà. Se si ode nel silenzio, vuoi dire che il Santo avverte
di qualche pericolo. |
A Sud-Est di Montepulciano si trova un notevole rilievo a forma approssimativa di tronco di cono chiamato Totona (forse da Mons Latonaé). Dentro le sue viscere una leggenda vuole che si trovi la tomba del Re Porsenna che sarebbe il fondatore (improbabile) di Montepulciano.
A custodia del
favoloso tesoro funebre vi sono, secondo antiche dicerie, colossali
statue che nella notte affiorano dalla terra spaventando gl'incauti
che s'avvicinano. Coloro che senza paura e senza essere notati hanno
spiato il portentoso fenomeno hanno sentito i colossi parlare tra
loro in una lingua sconosciuta, talvolta invece in italiano
ottenendo utili profezie sulle cose a venire. |
Nei pressi di
Sarteano si mostra uno scoscendimento brullo completamente privo di
vegetazione che scende dritto lungo un rilievo, quasi segno d'una
continua frana. In fondo, un abisso porta il nome di Buca del
Diavolo. |
In Val di Chiana è una strega che sta dentro un mulinello di vento. |
Il vento -
In diverse parti
d'Italia c'è un luogo preciso dove tira sempre vento: d'estate è una
brezza piacevole, d'inverno un soffio gelido o vi si avvertono
continue raffiche violente.
Il Diavolo trovò
parecchio da fare con i canonici e tanto ebbe da parlare e
accordarsi che andò con loro a cena, e poi fu loro ospite e dopo
ebbe tanto da fare che si dimenticò del Vento che è ancora lì: ogni
poco si alza e gira di qua e di là, si è stufato d'aspettare, si
rimette a sedere e soffia. |
Nei pressi di
Poggibonsi, presso l'antico castello di Strozzavolpe, nelle notti di
luna piena si può incontrare nei boschi una volpe tutta d'oro, il
cui splendore è abbagliante e, quando fugge nel bosco, appare e
scompare con bagliori tra i cespugli e le piante. |
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