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Entrando nell'antico borgo di Torri, in comune di Sovicille, si rimane sorpresi dall'atmosfera medievale che vi regna e dagli angoli suggestivi delle piazzette e dei cortili. Camminando per le strette viuzze, lunghe e parallele si arriva all'estremità più alta del paese, dove in uno stretto cortiletto si affaccia la fiancata marmorea dell'Abbazia di Torri, un'antica fondazione monastica vallombrosana, in stile romanico-gotico del XIII secolo con un chiostro quadrangolare di grande effetto. Inutile decantarne le meraviglie, chi ha avuto la fortuna di vederlo sa già che siamo di fronte a un capolavoro straordinario, miniatura e gioiello di arte romanica, un caso unico nella storia dell'arte romanico-gotica italiana.

Il borgo, nato intorno all'Abbazia, la cui costruzione venne decisa da Papa Alessandro II nel 1069, per intercessione di Beatrice di Lorena, è situato nei pressi del fiume Merse e si raggiunge da un tortuoso viale bordeggiato da cipressi; l'accesso, segnato da una porta ad arco, ne testimonia l'origine medievale, Poche sono le case restaurate di recente e pochi gli abitanti. Nella piazza c'è ancora il grande forno che serviva a fare il pane per tutta la comunità.

L'Abbazia di Torri fu molto influente nel corso del XIII secolo, quando esercitò un costante ruolo di mediazione tra i signori locali ed il Comune di Siena. Il riconoscimento della sua importanza fu sancito da una decisione del 1245, quando il Comune prese i monaci sotto la propria protezione e questi si impegnarono a costruire i mulini sul fiume Merse.

L'Abbazia nel 1333 venne devastata dalle truppe pisane e da allora ne iniziò la lenta decadenza. Alla fine del Cinquecento l'Abbazia passò alla famiglia Piccolomini, venne restaurata, e divenne chiesa parrocchiale. Nel 1867 rientrò tra i beni della Chiesa alienati dalla Stato italiano.

Il chiostro dell'Abbazia di Torri è suddiviso in tre ordini sovrapposti di logge. La parte più antica, quella inferiore, risale al 1189 ed è realizzata completamente in marmi policromi bianchi, rossi, nero-verdi. Le colonnine che sorreggono gli archi sono tutte diverse fra loro, alcune tonde, altre ottagonali, alcune sottili e slanciate, altre più robuste, alcune lisce, altre decorate a bassorilievo.

Le colonne, tutte di fattura elegante e raffinata, poggiano su di un muretto decorato a losanghe, aperto al centro dei lati per permettere l'accesso alla parte centrale del chiostro, che è pavimentato interamente in cotto. I capitelli sono scolpiti con soggetti fitomorfi, mentre i pulvini presentano raffinate scene a bassorilievo tratte dall'antico testamento (Peccato Originale, Caino e Abele, l'Anello di re Salomone, la Sirena bicaudata e il Grifone che divora un pesce).

Gli archi presentano una dicromia data da blocchi di travertino bianchi alternati a conci di alberese nero; la stessa dicromia si riscontra anche nel colonnato: basi nere, colonne bianche, capitelli neri, pulvini bianchi.
Il loggiato al piano mediano, del XIII-XIV secolo, ha grandi pilastri ottagonali in mattoni ed è totalmente rivestito in laterizio. Quello superiore ha colonnine e capitelli in legno ed è riferibile al nascente stile rinascimentale della fine del XIV secolo.

Attualmente l'abbazia è adibita a villa-fattorìa.

 

 

 

 
 
     
   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Chiostro dell'Abbazia di Torri