La cooperazione nel senese ha come genitrici tre
piccole cooperative locali, che operavano da tempo in Valdichiana, in
Valdorcia e nella zona di Siena.
L'origine di queste cooperative è antichissima. Tra i
documenti di archivio ve n'è uno che risale al 1891 ed è l'atto
costitutivo della Unione Cooperativa di Consumo di Buonconvento. In esso
si legge :
Adunanza del Consiglio.
L'anno milleottocento
novantuno a questo di ventidue novembre, ore due pom. in Buonconvento,
scuole comunali femminili.
E da gran tempo che questa
popolazione ha sentito il bisogno di vivere con alimento, che acquistato
all' ingrosso, potesse pagarlo al prezzo d'acquisto in origine, e per la
stessa valuta di completa provvista, che ogni famiglia farebbe al
principio e per tutta la durata dell'anno. Era conosciuta la gravezza e
mancavano i mezzi a potervi riparare, sono frutti che vanno maturandosi
al giungere della loro stagione. A rialzare per quanto fosse possibile
insieme con la forza materiale, lo spirito molto abbattuto dell'
operaio, un comitato chiese un' assemblea generale e l'operaio
costituitasi una società creò a questa un consiglio che potesse
decorosamente rappresentarlo e sovvenirlo.
In questo documento traspare il
carattere di mutualità, cioè la necessità di aiutare l'operaio sotto il
profilo economico e morale.
Ed è proprio questo carattere, cioè la mutualità ad improntare la prima
cooperazione nelle nostre zone, parimenti a quella nascente o già
operante nelle altre parti d'Italia. Nelle sue scarne, ma efficaci righe
il Verbale n°1 della Cooperativa
di Buonconvento, delinea pienamente il carattere di azienda
dell'operaio, cioè di un ceto non abbiente e descrive la funzione tipica
delle cooperative di consumo di allora ed anche di oggi: la mancanza di
un fine di lucro. C'è in esso lo spirito di solidarietà, c'è la presenza
di questo soggetto nuovo che è l'operaio, inteso si come individuo, ma
anche come classe sociale. Traspare in quelle parole la volontà di
lottare con strumenti nuovi contro o dentro una società che presenta
ancora forti connotazioni oligarchiche ed elitarie.
Questo tipo di cooperazione che nasce sull'esempio della cooperazione
già cresciuta nel nord europeo, soprattutto in Inghilterra, conserva per
un po' questa caratteristica di società di mutuo soccorso di tipo
verticale dove l'operaio più che un soggetto attivo, compare come un
individuo da aiutare.
E quella società liberale della fine
secolo accettò tranquillamente la nascita di queste forme mutualistiche
sino al momento in cui percepì che lo sviluppo delle cooperative andava
di pari passo con lo sviluppo di movimenti non certamente favorevoli a
quello status sociale e politico: il movimento socialista e quello
cattolico.
Movimenti che anche attraverso queste
forme di mutuo soccorso riuscivano a penetrare
nelle
campagne e a rendere più attivi i soggetti deboli di quella società. Pur
a fronte di un atteggiamento non più favorevole attuato all'inizio
dall'allora società politico economica imperante in Italia, le
cooperative progredirono in Italia e nella Toscana in termini massicci.
Le cooperative toscane alla fine della prima guerra mondiale assommavano
a 609 unità, molte delle quali aderenti alla Lega, fondata nel 1983.
La funzione
mutualistica ed organizzativa si evidenziò in maniera elevata proprio
nel periodo della guerra '15/18, periodo nel quale queste strutture
ebbero un preciso ruolo nel campo dell'approvvigionamento, nell'ammasso,
nella distribuzione. E ciò pesò in modo non indifferente in una
popolazione ed in una economia dissanguata da una guerra lunga e costosa
in termini economici e soprattutto umani. Il periodo di prosperità delle
cooperative ebbe una rapida curva verso il basso subito dopo l'avvento
del regime fascista, avversario duro del movimento cooperativo, che
sfociò spesso in attacchi feroci verso le strutture stesse in cui
operavano le cooperative. Sono di questo periodo gli incendi delle
cooperative di Montalcino e di Foiano.
Il bancone di vendita del negozio di Asciano nel 1951 |
Negli anni '50 le cooperative, praticamente distrutte
salvo quelle fascistizzate, riprendono il loro cammino, insediandosi
dapprima nei piccoli centri e ripercorrendo quella strada della
mutualità e del soccorso ai meno abbienti, che ne aveva caratterizzato
la nascita. Siamo d'altronde nel periodo della ricostruzione e di
povertà ce n'era tanta e tanto era il bisogno di solidarietà tra la
popolazione.
Dalla loro stava ormai la grande legittimazione della funzione sociale
della cooperazione, riconosciuta dall'ordinamento supremo dello Stato:
la Costituzione, attraverso l'art. 45.
La cooperazione forte di tale riconoscimento, ma anche certa di avere
dalla sua dei movimenti politici e popolari inizia il suo nuovo cammino
consapevole delle difficoltà che si manifestano dapprima sul piano
economico, anche se vengono spesso mascherate dalla grande azione di
volontariato che i nuovi cooperatori sanno esprimere. Sono tempi
indubbiamente gloriosi, vessilli di storia della caparbietà di classi
sociali meno abbienti, le quali tentano di mettere in piedi di nuovo
alcuni strumenti di difesa e di miglioramento del proprio "status" di
vita. Ma sono anche forme economiche alternative soggetti attivi che
possono controbattere e calmierare quelle strutture private che hanno
nel lucro la loro finalità.
Gli anni '50/60 dunque sono gli anni della riorganizzazione e del
posizionamento all'interno del mercato.
Problemi che portano piano piano le cooperative di consumo ad
organizzarsi, dando vita ai consorzi di servizio per lo stoccaggio e la
consegna della merce ai punti vendita, a strutture amministrative più
centralizzate per diminuire l'incidenza dei costi a monte, così come a
livello nazionale si da vita alla struttura di Coop Italia, per trovare
un unico centro di acquisti.
Il banco di vendita di Chianciano nel 1959 |
Le cooperative che sorgono o che risorgono hanno come
primo problema quello economico, cioè la sopravvivenza in un mercato
dove loro, le cooperative sono chiamate a svolgere contemporaneamente un
ruolo importante e solidale con i soci, che come risulta dagli elenchi,
sono in prevalenza operai, ma anche a posizionarsi in un mercato non
sempre chiaro, dove la concorrenza ha mille facce non sempre tutte
presidiabili. Ed è proprio qui che si mostra uno dei caratteri della
cooperazione: l'abnegazione di alcuni cooperatori, la voglia di
concretizzare tale esperienza.
"Un cooperatore nel 1951,
assunto come "banconiere" dalla Coop Agricola di Consumo di Pieve di
Sinalunga - proprietaria a quel tempo di un negozio di 40 mq. - riceveva
uno stipendio di 14.000 lire mensili. Superato il periodo lungo di prova
lo stipendio saliva a 25.000 lire mensili.
Il lavoro era molto impegnativo, lavoravano molte ore e nei
periodi estivi il negozio rimaneva aperto 11/12 ore al giorno nei giorni
feriali, 5/6 ore in quelli festivi."
Manfredi Veltroni:
[...In quel periodo la Valdichiana era
prevalentemente un ambiente agricolo, privo di un qualsiasi tessuto
industriale degno di tal nome. La popolazione aveva redditi molto bassi
e la stessa Cooperativa non godeva di momenti felici.
Due commessi del negozio di Asciano nel 1951 |
Il punto vendita di Pieve di Sinalunga inizio anni 60 |
Ogni paese aveva una sua Coop autonoma, con un suo
consiglio di amministrazione. Il "campanile" la faceva da padrone su
qualsiasi teoria di unificazione. Tale divisione e frantumazione faceva
si che il movimento fosse diviso in tante piccole aziende, alle quali
prese singolarmente mancavano i mezzi economici e le risorse umane per
andare avanti.
Finalmente nel '55/56 fu organizzato un magazzino consortile a livello
provinciale a Siena in via Martani.
Qualcosa iniziava a muoversi. Rimaneva il problema delle piccole
cooperative divise per campanile, ma a breve anche questo problema fu
affrontato. Si capì finalmente che la strategia giusta per superare
tutta una serie di problemi da quelli commerciali a quelli finanziari a
quelli organizzativi, era necessario creare aziende Coop capaci di stare
sul mercato e di confrontarsi con la concorrenza. Capita la strategia
negli anni successivi si andò alla prima unificazione tra Coop Sinalunga
e Pieve di Sinalunga poi con Bettolle e Guazzino. Questa vitalità
permise l'acquisto di tre negozi di privati, dando alla cooperazione di
Sinalunga una forza notevole, costituita da 7 negozi Coop.
Da li ci fu la fusione con Torrita di Siena, la quale
possedeva tre negozi a Torrita ed uno a Montefollonico.
Dopo questi atti si andò rapidamente anche al nuovo nome e fu fondata la
Alleanza Cooperativa Valdichiana, che sarà una delle madri della Unicoop
Senese.
Nel periodo descritto i sacrifici di ogni cooperatore furono tanti e le
soluzioni ai problemi non chiedevano solo capacità tecniche, ma anche
fantasia, chiedevano all'individuo di darsi alla Cooperativa, di non
essere un dipendente con uno stipendio ma un cooperatore che, privo
degli strumenti necessari, si inventava le soluzioni per dare risposte
adeguate ai soci.
C'era però una certezza: la solidarietà della
Cooperazione, la possibilità di trovare un libretto aperto, attraverso
il quale si poteva fare la spesa e pagare quando le tasche lo
permettevano...]
Distribuzione dei pacchi dono ai bambini di Sinalunga in
occasione della Befana del 1960 |
La testimonianza di Manfredi Veltroni riassume i dati
caratteristici del momento pre Unicoop Senese. Grande forza del
volontariato grandi sacrifici, ma anche grandi idee innovative e
capacità di analisi del momento economico e del suo sviluppo.
Una cooperazione vista non come la bottega dei
poveri, ma come struttura del mercato, sensibile ai bisogni dei
cittadini, rivolta a fornire il miglior servizio ai propri iscritti ed
ai propri consumatori, attraverso una serie di ristrutturazioni che
superano i limiti concettuali dati dal campanile, dagli egoismi paesani
e dai protagonismi locali, per tentare la strada di una grande
distribuzione organizzata su un territorio vasto, con caratteristiche
comuni che sono la solidarietà, la specificità di essere moderna pur
stando dalla parte del consumatore. "I frutti che vanno maturandosi
al giungere della loro stagione" erano piantati e stavano maturando.
Il negozio Coop di Bettolle |
Il negozio Coop di Torrita di Siena |
Il 28 giugno 1974 nasce la Unicoop Senese
In Sinalunga nell'anno 1974 il 28 giugno nello studio
del Notaio dr. Macar Mattioli, erano presenti:
Sig. Pietro Barbieri, cantoniere, Presidente
del Consiglio di Amministrazione della Alleanza Cooperative di Consumo
Valdichiana -
Sig. Mario Rusci, operaio, Presidente del
Consiglio di Amministrazione della Cooperativa Operaia di Consumo
Società a r.l. con sede in Siena, Due Ponti, con capitale di £ 166.000 -
Sig. Sassetti dr. Emilio, Presidente del
Consiglio di Amministrazione della Cooperativa di Consumo - Castelnuovo
Berardenga, Società a r.l, con il capitale sociale di £.142.000.
Sig. Sigorini Marino, coltivatore diretto,
quale Presidente del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa
Operaria di Consumo - Unione Fraterna -con sede in S. Rocco a Pilli -
Comune di Sovicille - capitale sociale £.215.500.
Sig. Picciafuochi Lido, impiegato, Presidente
del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa di Consumo - Rosia
Società a r.l.-, con il capitale di £.66.000.
Sig. Rubegni Udo, impiegato, Presidente del
Consiglio di Amministrazione delle Cooperative Riunite Valdarbia -
Società Cooperativa a r.l. - con sede in Buonconvento e capitale sociale
di £ 2.066.400.
Sig. Sandrelli Romolo, coltivatore diretto,
Presidente del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa di Consumo
Castellina in Chianti e Quercegrossa - Società a ri. capitale di
£.250.000.
Sig. Mibucci Corradino, pensionato, Presidente
del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa di Consumo -
Castellina Scalo (Monteriggioni), capitale sociale £.447.000.
[...I comparenti medesimi, nelle loro rispettive
qualità di Presidente dei Consigli di Amministrazione delle Cooperative
come sopra indicate, dichiarano che le società cooperative di consumo -
Cooperativa Operaia di Consumo, con sede in Siena - Due Ponti,
Cooperativa di Consumo con sede in Castelnuovo Berardenga, Unione
Fraterna, con sede in S. Rocco a Pilli, Cooperativa di Consumo con sede
in Rosia. Cooperative Consumo Riunite Valdarbia, con sede in
Buonconvento, Cooperativa di Consumo Castellina in Chianti e Cooperativa
di Consumo con sede in Castelliona Scalo, vengono fuse per
incorporazione nella società a responsabilità limitata-Alleanza
Cooperative di Consumo Valdichiana, la quale per effetto della
deliberata fusione assume la nuova denominazione in: "UNICOOP SENESE -
società cooperativa a responsabilità limitata" - con sede in Pieve di
Sinalunga...]
[... La fusione
ha luogo con la riunione dei capitali delle sette società, cosicché la
società incorporante viene ad avere un aumento di capitale di Lire
tremilionitrecentocin-quanta-duemilanovecento (£.3.352.900),
corrispondente all'ammontare complessivo delle quote possedute dai soci
delle Cooperative incorporate...].
I bolli di legge e le firme in calce all'atto notarile
del 28 giugno 1974. |
Nei suoi primi anni di vita la Cooperativa consolida
il suo patrimonio, senza fare grande sviluppo. La situazione
patrimoniale, la stessa situazione finanziaria non permettono
inizialmente di aprire nuove strutture importanti, né lo permettono le
capacità professionali ancora in costruzione.
Nei primi anni '70, la Unicoop Senese si trova anche nel dubbio, non
piccolo, se rimanere cooperativa separata o se in quel processo di
integrazione sempre più presente all'interno del movimento cooperativo
dovrà far parte di una cooperativa più grande. Sono anni in cui si
afferma comunque una solidità sempre più evidente del gruppo dirigente
della Cooperativa e si delinea la loro volontà di conservare il ruolo di
una cooperazione con minori mezzi, ma anche più vicina alla gente del
luogo, più familiare, più sensibile ai problemi anche dei singoli soci.
Con il 1979 la Unicoop Senese realizza il suo primo
supermercato, adatto ad offrire ai consumatori una risposta più moderna.
L'esperienza del nuovo supermercato di Pieve di Sinalunga fa capire alla
cooperativa di avere le forze interne per dare vita al proprio sviluppo,
uno sviluppo non solo economico ma anche sociale.
Il supermercato Coop di Via Boscagli a Pieve di Sinalunga
(1979) |
Testimonianza di Uliano Bufalini.
[Nel 1980 esisteva in Unicoop Senese un nucleo di
cooperatori e un assetto organizzativo minimo. Comunque era tale da
garantire una prima fase di sviluppo. Vi erano tuttavia problemi legati
alla dimensione e alla obsolescenza delle strutture, con le quali non
era possibile affrontare l'evoluzione rapida che il mercato stava
presentando.
Ci ponemmo allora da una parte la necessità di rinnovare la rete di
vendita, commisurandola all'entità demografica dei piccoli centri in cui
operavamo e dall'altra ci corse l'obbligo di chiudere i piccolissimi
negozi, ancora esistenti in centri rurali ormai semideserti.
L'obiettivo era di essere presenti con un solo supermercato competitivo
in ogni comune della nostra area.
Ma la riduzione del numero dei negozi non doveva assolutamente
comportare diminuzione dell'occupazione, né la presenza di un solo
supermercato per ogni comune, doveva prefigurare un diminuito servizio
per i nostri soci...]
[...Pur tuttavia come ogni fase di transizione e di innovazione vide
oppositori e sostenitori. Vi si opposero molti soci fondatori che si
sentivano defraudati di una loro antica creatura, vi si opponevano anche
se in modo molto netto anche alcune forze politiche, le quali leggevano
tale piano come una scelta seccamente economica, dettata dal mercato,
che non teneva conto della missione di Coop in difesa del consumatore.
Non mancarono pertanto polemiche e scontri. Tutti però furono tenuti sul
piano della trasparenza e del dialogo, consapevoli che la critica ed il
dibattito sono due armi che rafforzano, non che indeboliscono...]
[...La dimostrazione della bontà dell'intervento, sostanziata dagli
utili di bilancio conseguiti, dall'incremento costante delle vendite,
dovute anche al boom dei consumi degli anni '80, l'aumento elevato e la
fidelizzazione di migliaia di nuovi soci, ci consentirono di
intraprendere investimenti anche in altre aree, soprattutto quelle
aretine. In particolare modo le due fusioni con l'Alleanza Casentinese e
con la rinascita di Terranuova, ci fecero comprendere le reali
potenzialità di sviluppo della Unicoop Senese. Con i due insediamenti
del Casentino e del Valdarno la Unicoop Senese usciva dalla propria
nicchia e si andava a confrontare con una forte concorrenza, senza
avere, almeno nella prime fase, il supporto della base sociale...]
[...Inizia così anche il periodo delle chiusure
dei piccoli spacci cooperativi, magari nati nei tempi gloriosi, ma
ubicati in aree agricole ormai decisamente spopolate: sono del 1979 le
chiusure di Rigaiolo e Scrofiano. Nell'anno successivo viene aperta la
nuova superette di Buonconvento, che sostituisce i due "impossibili"
ubicati nello stesso paese.
Nel 1981 trasferisce ingrandendolo, il
supermercato di Sarteano. Sempre nello stesso anno acquista e si insedia
nella nuova area di Foiano della Chiana e agli inizi dell'82 acquisisce
i negozi di Monte San Savino e Castiglion Fiorentino, da operatori
privati.
Nel 1983, non senza grande discussione e qualche
scontro la Cooperativa estende il suo raggio di azione verso un'area
distante e nuovissima: Il Casentino. Era lì presente da anni una
cooperativa locale che non aveva sicuramente i mezzi per offrire
risposte adeguate al mercato.
L'arrivo di una struttura più organizzata come la Unicoop Senese
permette non solo l'unificazione ma anche l'apertura di un vero
supermercato al servizio dell'intera valle casentinese.
La nuova struttura, praticamente il primo mille metri della Unicoop
Senese, apre il panorama stesso dell'azienda ed accentua in modo
dinamico il suo piano di investimenti...]
Supermercato di Terranuova Bracciolini |
Supermercato di Bibbiena |
[...Nel 1985 apre la nuova sede di Torrita di
Siena, inaugurando quasi contemporaneamente anche il supermercato di
Torrita e insieme ad altre cooperative amplia il magazzino di
Castiglione del Lago...]
La sede di Unicoop Senese a Torrita di Siena |
[...Sono passati dieci anni dalla nascita della Unicoop Senese,
questi in sintesi i dati di crescita realizzati in dieci anni:
I dati parlano con chiarezza, da piccola
cooperativa la Unicoop Senese sta progettando e contemporaneamente
realizzando il suo futuro con obiettivi chiari; uscire dalla dimensione
delle piccole strutture per dar vita a un'azienda economicamente sana,
valida, capace di incidere nel territorio assumendo un ruolo di
programmazione nella distribuzione commerciale come impresa cooperativa
e associazione di consumatori.]
Questa, in sintesi, è la storia della nascita di
Unicoop Senese che, da un'insieme di piccole realtà cooperative, riesce
a creare, grazie al lavoro e all'impegno di chi realmente credeva nella
cooperazione, una importante azienda nel territorio senese e non.
La Cooperativa grazie alle ristrutturazioni, per una
visione ottimale del futuro, passa dai 125 addetti del primo periodo a
oltre i 400 nel 1990.
Poi, nel 1997, per scelte politiche o commerciali
(non l'ho mai ben capito)
al Teatro Signorelli di Cortona, nacque ufficialmente Coop Centro
Italia. La fusione avvenne incorporando Coop Umbria in Unicoop Senese,
cambiando la denominazione in Coop Centro Italia e trasferendo la sede a
Castiglione del Lago.
Ma questa è altra storia!
(Tratto del volume - UNICOOP SENESE:
la storia - il territorio
- finito di stampare nel 1994) |