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Dolci e sinuose colline si snodano attraverso la Valdelsa, suggestivo lembo di terra toscana, la cui bellezza e autenticità artistica si riflettono nel perfetto equilibrio generato dall’accostamento di opere d’arte appartenenti a epoche storiche e linguaggi espressivi differenti.  Oggi la Val d’Elsa è una sorta di libro aperto sulla storia dell’arte dal medioevo alla nostra contemporaneità. Percorrerla è un suggestivo viaggio del bello e delle percezioni.

Difficilmente in un'altra parte d’Italia la storia è d’attualità come in Val d’Elsa. E non solo per le architetture che residuano intatte in almeno tre luoghi cospicui:

San Gimignano affascinante nella sua fisicità medievale (in epoca barocca edificarono una chiesa che gli abitanti stessi trovarono di pessimo gusto e fu demolita, altro che moderni condoni edilizi!) perpetua l’idea municipale;

Monteriggioni eterna terramurata offre della munizione non l’immagine stereotipa che troppa medievalistica di bassa lega ci ha tramandato, ma l’esempio vero della vita intramuraria;

Colle nel suo “Castello” intonso nella struttura e nel Borgo narra vicenda d’artigiani e della protoindustria che caratterizzò l’economia due-trecentesca a testimoniare a noi contemporanei quanto siamo non novatori, ma eredi.

In Val d’Elsa la storia è un libro vivo, sfogliarne le pagine è ragionare con la gente, è inebriarsi dei profumi, è satollarsi dei sapori, è incantarsi dei paesaggi. Anche qui, come in ogni angolo di Toscana, sono modellati dall’uomo - razionalizzati dalle vigne, argentati dagli olivi, punteggiati dei manufatti d’arte - per ottimizzare le risorse naturali senza depauperarle; si scopre così che la sostenibilità, di moderno, ha solo l’urgenza. Vivere la storia qui è compiere ogni gesto quotidiano in una sorta di affascinante secolare retrospettiva.

Vi sono due luoghi dove questo contatto spaziotemporale a ritroso è più percepibile, perché forse meno eclatanti sono le architetture: Casole e Radicondoli respirano ancora dei tempi naturali del contado.

Hanno mura e “chiassi”, hanno ville (nel senso romano) e dimore campestri, hanno soprattutto un interiore metronomo che è il ritmo della tradizione, dunque dell’antropizzazione del tempo.

Resta Poggibonsi. Lì la storia gioca a “rimpiattino” (si dice così in Toscana) perché questa è tra le città valdensi quella che probabilmente ha la vicenda più antica e complessa e tuttavia bisogna cercarla. Ma di contro a Poggibonsi risiede ed è visibilissima la storia recente di questo territorio. E’ qui che avvertiamo la densità sociale - divenuta ai nostri giorni anche tollerante incontro multietnico in forza dell’atavico confrontarsi con dominatori e viandanti via via diversi - è qui che il “progresso” s’innesta sul consolidato determinarsi della Val d’Elsa. Ci vorrebbero il vanghetto dell’archeologo, la lente dell’antropologo, il taccuino dello storico, la fotocamera dello storico dell’arte, e poi ancora le papille del gastronomo, le statistiche del sociologo, le introspezioni dello psicologo e le tabelle dell’economista per comprenderne con il rigore dello studio le molteplici anime.

La storia, in Val d'Elsa, è rimasta nelle pietre e nelle pievi e racconta la contesa tra Siena e Firenze (ne è intrisa tutta la valle, ma particolarmente incidente fu su Poggibonsi e Colle Val d’Elsa), le lotte intestine (a San Gimignano furono crude) tra guelfi e ghibellini, le dispute dominicali tra il vescovo di Volterra e i liberi comuni (Casole, San Gimignano ancora), le astuzie feudali degli Aldobrandeschi (Radicondoli), la fierezza dei Guidi, le alterne fortune dei Pannocchieschi.

Tanto duellare di spade e di notai si spiega con il tesoro strategico, ma anche economico, che da sempre è la Val d’Elsa.

Cominciarono gli etruschi che da Volterra volevano espandersi Oltrarno, si sostituirono ad essi i romani che centuriarono il territorio rafforzando il controllo sulla via del mare (verso Pisa e Vada), arrivarono i longobardi che oltre a rinsanguare le campagne dopo la caduta dell’Impero costituirono i primi feudi.

E poi l’età comunale e le signorie autoctone e in ultimo il dominio mediceo che dette unità al territorio impiegando però qui, più che altrove, energie: la Val d’Elsa è terra di libertà.

La libertà, anche, di fare ciò che si è, di essere ciò che si fa.

 
     
 

San Gimignano

 
     
 

Monteriggioni

 
     
 

Colle di Val d'Elsa