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Così la descrive il Repetti nel suo Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana

 

SESTA (VILLA A) nel Chianti superiore presso le sorgenti dell’Ombrone senese. Villa con sovrastante castellare denominato Sestaccia, una volta Ceta Mura, o Civita Mura, con chiesa parrocchiale (S. Maria a Sesta), nel piviere di S. Felice in Pincis, Comunità Giurisdizione e circa 6 miglia toscane a settentrione di Castel Nuovo della Berardenga, Diocesi di Arezzo, Compartimento di Siena.
La Villa a Sesta trovasi sulla strada provinciale del Val d' Arno superiore fra S. Gusmè e la pieve di S. Felice in Pincis, poco al di sotto delle sorgenti del fiume Ombrone, mentre nelle spalle meridionali del poggio di Sesta nasce il torrente Malena tributario dell’ Arbia.
Era questa Villa posseduta dai conti della Berardenga fino almeno dal secolo IX, mentre nell'anno 882 il suo reddito fu assegnato alla badia di S. Salvatore di Campi, ossia della Berardenga. Nel principio del secolo XIV nella Villa a Sesta risedeva un giudice minore, che un secolo dopo fu riunito al nitore di S. Gusmè. Intorno a quel tempo la chiesa di S. Maria a Sesta abbracciava anche il distretto di Sestaccia, o di Ceta Mura, della Repubblica senese teneva un castellano con due fanti.
Ora la Villa a Sesta è aumentata di abitazioni con buone coltivazioni intorno ed una chiesa nuova dedicata a S. Caterina. – Sestaccia, o Ceta Mura, all'incontro è una rocca in rovina presso un folto lecceto sopra il poggio a cavaliere di Sesta. La parrocchia di S. Maria nella Villa a Sesta nel 1833 contava 296 abitanti.

 

 
     
 

 

Nel cuore della campagna chiantigiana, in un paesaggio dove convivono arte, storia e natura, ci si imbatte in un paese di antiche origini etrusche e dalle mille suggestioni. Villa a Sesta è il tipico e pittoresco borgo chiantigiano, nel comune di Castelnuovo Berardenga, ad economia prevalentemente agricola, situato lungo la strada provinciale che conduce a Brolio. Un angolo di paradiso immerso nelle campagne tra Siena, Firenze e Arezzo.

Il territorio ricco di borghi medievali, pievi e castelli è testimonianza di un antica civiltà. Qui l’autenticità è di casa a partire dal borgo e dai suoi abitanti. La casa padronale, una chiesa, un frantoio tradizionale, le case nel borgo e numerosi casali sparsi nelle limitrofe colline di vigneti e oliveti, nel cuore del Chianti Classico Gallo Nero, uno dei territori più rinomati della Toscana,

Il borgo di Villa a Sesta è documentato sin dal IX secolo e nell'anno 882 risulta tra le assegnazioni in favore della badia di San Salvatore.

Il suo territorio comprendeva anche la vicina località di Sestaccia, detta anche Ceta Mura o Civita Mura, antico castellare della Repubblica di Siena: furono signori di Ceta Mura i signori Ricasoli e i monaci della badia di Montescalari, come si legge in una lettera del 1197 spedita dall'abate di Montescalari ad alcuni nobili toscani.

A Villa a Sesta risiedeva stabilmente un giudice nel XIV secolo, poi riunito a San Gusmè il secolo successivo.
La frazione ha poi conosciuto un periodo di espansione tra il XVIII e il XIX secolo.[ Scrive il Repetti che «ora la Villa a Sesta è aumentata di abitazioni con buone coltivazioni intorno ed una chiesa nuova dedicata a S. Caterina». Villa a Sesta contava 296 abitanti nel 1833.

L'edificio di maggiore interesse della frazione è la pieve di Santa Maria, risalente al IX secolo, ma significativamente ristrutturata agli inizi del XIX secolo in stile neoclassico. All'interno è custodita una scultura della Madonna col Bambino di Jacopo della Quercia, oltre che varie opere pittoriche e scultoree dal XIV al XVIII secolo.

Su di un'altura poco a nord del borgo, si trova la località di Sestaccia, già Ceta Mura, dove sono situati i resti dell'antico castello.