Morfologia
Appartenente
all'ordine degli Artiodattili e alla famiglia dei
Suidi, il cinghiale può raggiungere la lunghezza di
160-170 centimetri (15-20 dei quali spettano alla
coda), l'altezza al garrese di 80-90 centimetri e il
peso di 160-180 chilogrammi. Questo possente
antenato del maiale domestico presenta una testa
sviluppata e inconfondibile, caratterizzata dal
tipico profilo a cuneo e da un grugno pronunciato,
appuntito e privo di peli; gli occhi sono piccoli e
seminascosti tra le setole, le orecchie ovali,
diritte e pelose. Il corpo è tozzo e robusto, con
zampe brevi e solide (le posteriori più corte delle
anteriori), ma nello stesso tempo in grado di
conferirgli straordinarie doti di velocità e
agilità, sfruttate per penetrare e muoversi
agevolmente nell'intricata vegetazione. Il cinghiale
è un ungulato tetradattilo: lo zoccolo è costituito
dal terzo e quarto dito, mentre il secondo e il
quinto sono regrediti (speroni) e sfiorano appena il
terreno. La pelle, spessa e nera, è ricoperta da
peli e setole che sul dorso si allungano a formare
una specie di criniera; il loro colore è variabile,
in relazione all'età, dal rossiccio al bruno scuro,
con l'estremità delle setole grigio-giallastra.
Durante la stagione invernale il mantello viene
infoltito da una soffice e calda lanugine e diventa
più nerastro. La dentatura è poco evoluta ma
ugualmente specializzata, soprattutto per quanto
riguarda i lunghi e taglienti canini mandibolari,
due vere e proprie lame ricurve che sporgono in su
per vari centimetri e vengono manovrate con un
movimento del capo dal basso verso l'alto. Questi
poderosi canini (i superiori si affilano
continuamente su quelli inferiori) servono
all'animale come arma di difesa (e di offesa) e per
rimuovere il terreno durante la sua infaticabile
opera di scavo effettuata a scopo alimentare.
La femmina è
riconoscibile per la taglia inferiore a quella del
maschio, la testa più appuntita, il mantello più
chiaro e i canini meno sviluppati.
Il cinghiale è un
animale fondamentalmente gregario, eccezion fatta
per i giovani di un anno e soprattutto per i maschi
anziani. Timido e prudente, predilige prati, campi,
vecchi boschi di latifoglie con ricco sottobosco e
zone paludose o pozze piene di fango nelle
vicinanze: qui vive in piccoli gruppi, attivi
prevalentemente dal tramonto all'alba. Animale
onnivoro per eccellenza, usa il muso (simile a una
corta proboscide callosa) e i potenti canini come un
vero e proprio aratro: in tal modo effettua un
costante e paziente lavoro di scavo che gli permette
di dissotterrare radici, bulbi, tartufi, insetti e
loro larve, lumache, lombrichi.
In una notte un branco di cinghiali è capace di
mettere a soqquadro un intero campo o una discreta
fetta di bosco, lasciando sul terreno i tipici
solchi, segni inconfondibili del suo passaggio e del
laborioso pasto; ma si nutre anche di erbe, teneri
germogli, funghi e frutti selvatici.
Il suo metodo di
ricerca del cibo lo porta, a volte, ad arrecare
ingenti danni alle colture cerealicole, agli alberi
da frutto, ai campi di legumi e patate (di cui è
ghiottissimo).
Anche se talvolta è
maturo sessualmente già a un anno (la femmina anche
a 8 mesi), il cinghiale di solito non si accoppia
prima dei due-tre anni di vita. Dopo l'accoppiamento
(che secondo la tradizione popolare avviene il 30
novembre, giorno di sant'Andrea) quest'ultimo resta
temporaneamente con la compagna, prima di riprendere
la sua vita solitaria.
Trascorsi circa 4 mesi e mezzo di gestazione la
femmina si allontana dal branco e, dopo lunghe
ricerche, sceglie un luogo tranquillo e sicuro; qui
partorisce da 3 a 12 piccoli (talvolta fino a 16, ma
le giovani non più di 6), robusti e già in grado di
reggersi sulle zampe, ma attentamente sorvegliati e
protetti dalla madre, che li nasconde con
accuratezza non appena si allontana per nutrirsi.
Essi vengono allevati per circa 2 settimane in una
tana costruita con grande abilità scavando una buca
e ricoprendola con abbondante materiale vegetale
(frasche, rami, muschio ed erbe). I cinghialetti
hanno, per i primi 6 mesi, un folto mantello
rossastro con vistose stilature longitudinali
chiare, che in seguito scompaiono.
Per quanto riguarda
l'altitudine, il cinghiale vive bene in pianura ma
predilige decisamente la collina e la bassa
montagna, purché le condizioni climatiche, in
inverno, non siano proibitive. La preferenza per le
ore crepuscolari e notturne deve essere considerata
un adattamento, tanto più marcato nelle aree che
presentano un elevato grado antropico: qui le sue
'incursioni' hanno carattere assolutamente
sporadico. Durante il giorno riposa nel folto della
vegetazione, e soltanto i solitari maschi anziani
vagano per la macchia.
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