Morfologia
La
faina, dal tronco flessuoso, arti assai corti e
molto solidi, misura dai 68 ai 72 centimetri, 25
circa dei quali spettano alla lunga coda ricoperta
di un soffice pelame. La sua livrea è abbastanza
simile a quella della martora (Martes martes), cui
somiglia moltissimo: bruno-grigio sul dorso, colore
più pallido nelle parti inferiori, più scure sugli
arti e sulla coda. Dalla martora si distingue, oltre
che per la dentatura, per la grande pettorina: una
grande macchia bianca che dalla gola discende
biforcandosi nella faccia interna degli arti
anteriori. Anche la sua impronta è simile a quella
della martora (è uguale il suo modo di procedere); è
però più netta, in quanto la faina ha la pianta del
piede nuda, mentre le zampe della martora sono più
pelose attorno alla callosità.
In Italia la faina è diffusa un po' ovunque, dal
piano fino a oltre 2000 metri e più, dove si
sofferma però solo durante il periodo estivo. Manca
solo in Sardegna e in Sicilia. Non ama certo molto
scavarsi una tana, anche se predilige covi
sotterranei. Finisce così per occupare nidi e tane
altrui, ovunque essi si trovino: tra le radici, nei
tronchi cavi, tra le pietraie, tra le fessure delle
rocce, e talora anche nei solai e nei fienili dei
cascinali e delle baite. Il nido deve essere però
assai confortevole per i piccoli, per cui ogni sito
prescelto verrà imbottito con foglie, fieno, penne e
piume. Dalla sua tana la faina esce generalmente di
notte per andare a caccia di topi, uccelli e loro
uova, anfibi, rettili, insetti, non disdegnando
all'occasione bacche e frutta. Silenziosa procede
sempre a balzi sul terreno, mentre sugli alberi si
mostra un'abilissima arrampicatrice. In alcune
regioni ha preso tale familiarità con gli ambienti
antropizzati che può capitare di vederla fuori dalla
tana anche di giorno, nei pressi di cascinali o
tranquille borgate.
Solitaria, si incontra con i rappresentanti dell'altro
sesso solo all'epoca degli amori, che coincide con
l'estate (luglio-agosto). Sono di questo periodo le
furiose zuffe fra i maschi che cercano di mordersi
vicendevolmente alla gola, mentre le femmine
assistono indifferenti: si accoppieranno poi con i
vincitori che subito dopo riprenderanno la loro vita
solitaria. Alla femmina toccherà la preparazione del
nido.
Il ciclo riproduttivo
è caratterizzato dall'annidamento ritardato
dell'uovo nell'utero. Si ha pertanto una gravidanza
latente per circa sei mesi: a gennaio-febbraio
avviene l'impianto degli embrioni nell'utero. In
questo periodo possono verificarsi altri
accoppiamenti, che sembra non abbiano alcun effetto
riproduttivo.
In aprile-maggio il parto: da 3 a 5 piccoli
(raramente da 2 a 7), che nascono ciechi e rimangono
tali per oltre 5 settimane, e che vengono allattati
per quasi due mesi, quando la madre incomincia a
nutrirli con bocconi di carne. All'età di 3 mesi
incominciano a uscire dal nido sotto la sorveglianza
della madre, che in caso di pericolo li riporta a
casa, afferrandoli talvolta per la nuca. La maturità
sessuale viene raggiunta non prima dei 16 mesi e la
durata media della vita è di circa 12 anni.
A causa dei costumi di vita abbastanza simili, può
accadere che la faina e la martora entrino in
competizione fra loro; è comunque un'evenienza assai
rara, in quanto generalmente la faina non vive nelle
regioni in cui si trova la martora.
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