La faina

 

Superordine

Ordine

Famiglia

Genere

Specie    

 

Carnivori

Mustelidi

Martes

Martes foina

Mammiferi

Nomi dialettali: fuina

 

 

 

Descrizione: la faina (Martes foina) ha all’incirca le stesse dimensioni della martora (Martes martes), ma è più pesante; inoltre differisce da quest’ultima anche per la presenza di una larga macchia bianca sul petto e sulla gola, per la pelliccia più ispida e per avere la superficie plantare nuda. Molto particolari sono le orecchie a punta e la coda pelosa.

Habitat: vive nelle foreste decidue, ma anche in aree collinose aperte e rocciose, e sulle Alpi raggiunge anche i 2400 metri di altitudine . E’ frequente presso le aree abitate dove può incontrare facilmente le sue prede.

Riproduzione: si accoppiano in tarda estate, ma lo sviluppo degli embrioni è ritardato, così che i cuccioli, da 3 a 5, nascono solo nella primavera successiva tra aprile e maggio. Questo adattamento particolare, presente anche in altri Mustelidi, consente di ritardare la gestazione in modo che i piccoli vengano alla luce nel periodo più adatto al loro successivo sviluppo.

Alimentazione: si muove soprattutto al crepuscolo e di notte per dare la caccia a topi, conigli, uccelli e ghiri; ma si nutre anche di insetti, anfibi, frutti selvatici e bacche. Inoltre si introduce nei pollai e nelle conigliere, saccheggiandoli e uccidendo quasi sempre tutti gli animali che vi si trovano.

 

Caccia:  protetta.

La specie è protetta dalla Convenzione di Berna, allegato 3, e dalla L. 11/02/1992, n. 157.

La Faina provoca limitati danni ai piccoli animali da cortile, mentre in alcune zone sono registrati danni a volte abbastanza consistenti alle coperture di tegole e coppi dei tetti, che vengono smossi per ricercare uccelli, nidiacei e pipistrelli. Per questi motivi la specie è a volte oggetto di interventi di controllo, che restano comunque estremamente contenuti.

 


 

Morfologia

 

La faina, dal tronco flessuoso, arti assai corti e molto solidi, misura dai 68 ai 72 centimetri, 25 circa dei quali spettano alla lunga coda ricoperta di un soffice pelame. La sua livrea è abbastanza simile a quella della martora (Martes martes), cui somiglia moltissimo: bruno-grigio sul dorso, colore più pallido nelle parti inferiori, più scure sugli arti e sulla coda. Dalla martora si distingue, oltre che per la dentatura, per la grande pettorina: una grande macchia bianca che dalla gola discende biforcandosi nella faccia interna degli arti anteriori. Anche la sua impronta è simile a quella della martora (è uguale il suo modo di procedere); è però più netta, in quanto la faina ha la pianta del piede nuda, mentre le zampe della martora sono più pelose attorno alla callosità.
 
In Italia la faina è diffusa un po' ovunque, dal piano fino a oltre 2000 metri e più, dove si sofferma però solo durante il periodo estivo. Manca solo in Sardegna e in Sicilia. Non ama certo molto scavarsi una tana, anche se predilige covi sotterranei. Finisce così per occupare nidi e tane altrui, ovunque essi si trovino: tra le radici, nei tronchi cavi, tra le pietraie, tra le fessure delle rocce, e talora anche nei solai e nei fienili dei cascinali e delle baite. Il nido deve essere però assai confortevole per i piccoli, per cui ogni sito prescelto verrà imbottito con foglie, fieno, penne e piume. Dalla sua tana la faina esce generalmente di notte per andare a caccia di topi, uccelli e loro uova, anfibi, rettili, insetti, non disdegnando all'occasione bacche e frutta. Silenziosa procede sempre a balzi sul terreno, mentre sugli alberi si mostra un'abilissima arrampicatrice. In alcune regioni ha preso tale familiarità con gli ambienti antropizzati che può capitare di vederla fuori dalla tana anche di giorno, nei pressi di cascinali o tranquille borgate.


Solitaria, si incontra con i rappresentanti dell'altro sesso solo all'epoca degli amori, che coincide con l'estate (luglio-agosto). Sono di questo periodo le furiose zuffe fra i maschi che cercano di mordersi vicendevolmente alla gola, mentre le femmine assistono indifferenti: si accoppieranno poi con i vincitori che subito dopo riprenderanno la loro vita solitaria. Alla femmina toccherà la preparazione del nido.

Il ciclo riproduttivo è caratterizzato dall'annidamento ritardato dell'uovo nell'utero. Si ha pertanto una gravidanza latente per circa sei mesi: a gennaio-febbraio avviene l'impianto degli embrioni nell'utero. In questo periodo possono verificarsi altri accoppiamenti, che sembra non abbiano alcun effetto riproduttivo.
In aprile-maggio il parto: da 3 a 5 piccoli (raramente da 2 a 7), che nascono ciechi e rimangono tali per oltre 5 settimane, e che vengono allattati per quasi due mesi, quando la madre incomincia a nutrirli con bocconi di carne. All'età di 3 mesi incominciano a uscire dal nido sotto la sorveglianza della madre, che in caso di pericolo li riporta a casa, afferrandoli talvolta per la nuca. La maturità sessuale viene raggiunta non prima dei 16 mesi e la durata media della vita è di circa 12 anni.
A causa dei costumi di vita abbastanza simili, può accadere che la faina e la martora entrino in competizione fra loro; è comunque un'evenienza assai rara, in quanto generalmente la faina non vive nelle regioni in cui si trova la martora.