Il tasso

 

Superordine

Ordine

Famiglia

Genere

Specie    

 

Carnivori

Mustelidi

Meles

Meles meles

Mammiferi

Nomi dialettali: tasse, tasce, tasciola, melogna

 

 

 

 

Descrizione: il Tasso (Meles meles), il più grosso dei mustelidi italiani, è un plantigrado lungo non più di 80 cm, compresa la coda di circa 18 cm, caratterizzato da testa piccola ed allungata con muso corto ed appuntito, occhi piccoli e padiglioni auricolari arrotondati. Il pelo è molto folto, specialmente sulla coda, e presenta una tipica colorazione bianco-nera sul capo. Possiede una robusta dentatura e gli arti sono corti e forti con 5 dita munite di unghie lunghe adatte a scavare.

Habitat: vive soprattutto in ambienti collinosi e di pianura, non superando il limite degli alberi nei boschi montani, conducendo generalmente una vita solitaria. Preferisce terreni ricchi di Humus, nei quali può trovare le sue prede.

Riproduzione: il periodo degli accoppiamenti ha luogo di solito nel mese di ottobre, e dopo una gestazione di circa tre mesi e mezzo, tra febbraio e marzo nascono da 3 a 5 piccoli che diventano adulti in un paio di anni. I cuccioli restano con i genitori fino all'autunno successivo ed in alcuni casi fino all'inverno.

Alimentazione: il cibo che ricerca, durante le uscite notturne dalla tana, è costituito, in quanto onnivoro, soprattutto di insetti, grosse larve, lombrichi, lumache, uova, frutta, miele, bacche, erba, bulbi e se riesce a catturarli anche di piccoli mammiferi e uccellini. In estate si aggira alla ricerca di cibo anche di sera.
 

Caccia:  protetto.

Il tasso è animale protetto a tutti gli effetti sul territorio nazionale dalla Legge quadro sulla caccia No.968, del 27 dicembre 1977. La suddetta Legge recita all'articolo 11: "E' vietato, ai fini della presente legge, abbattere, catturare, detenere o commerciare esemplari di qualsiasi specie di mammiferi e uccelli appartenenti alla fauna selvatica italiana."

 


 

Morfologia

 

Appartenente all'ordine dei Carnivori e alla famiglia dei Mustelidi (sottofamiglia dei Melini), il tasso (Meles meles) è lungo 80-90 centimetri, 15-20 dei quali spettano alla coda; alto al garrese una trentina di centimetri, può raggiungere il peso di 10-20 chilogrammi. Il corpo è robusto, il collo grosso, la testa appiattita con orecchie arrotondate, occhi piccoli, muso allungato e appuntito; la coda è corta, gli arti brevi, i piedi (quelli posteriori sono più lunghi degli anteriori) hanno la superficie plantare priva di peli e cinque dita provviste di unghie forti e sviluppate che l'animale utilizza durante la sua paziente e infaticabile attività di scavo. Il mantello, poco folto, è costituito da peli setolosi e lucidi, giallastri alla base, scuri in mezzo e bianchi all'apice: il colore che ne risulta è nero brizzolato sul dorso, bianco sporco su fianchi e coda, nero su gola, petto e arti, bruno sul ventre. La testa è bianca con due bande longitudinali nere che vanno dall'estremità del muso ai lati del collo (dove svaniscono gradatamente) attraversando l'area degli occhi e delle orecchie e formando, in tal modo, una simpatica mascherina. La dentatura, tipica di un onnivoro più che di un carnivoro, è costituita da canini brevi e molari aguzzi; sono presenti forti muscoli mandibolari che si inseriscono sulla cresta ossea alla sommità del cranio, conferendo all'animale una notevole potenza nel mordere. Le mammelle (3 paia) sono l'unico carattere distintivo tra maschio e femmina, ma quest'ultima ha in genere un mantello più chiaro.

 

Il tasso ama le zone boschive con fitto sottobosco, alternate con aree aperte, sia in pianura sia in montagna, anche se raramente supera i 2000 metri di quota. In Italia, sebbene qualche decennio fa fosse più numeroso, è presente un po' dovunque, ad eccezione delle isole. Con la volpe è il carnivoro più diffuso sul nostro territorio.

Animale prudente e sospettoso, il tasso attende il calar del sole per muoversi, con circospezione, alla ricerca del cibo, anche se in primavera può uscire dalla tana prima del tramonto. Quando si siede a tavola è scontroso e di indole fondamentalmente solitaria, ma se si tratta di costruire la tana o difendere il proprio territorio si trasforma in un animale molto sociale. Soprattutto in autunno e all'epoca degli amori si riunisce in gruppi familiari formati talvolta da una decina di individui che abitano la stessa dimora.

 

Nel periodo degli amori, soprattutto il maschio dominante in una certa area tende a defecare nei punti strategici di confine con le "proprietà terriere" di altri tassi; gli escrementi, a cui si aggiunge il secreto della ghiandola odorifera, vengono depositati entro buche profonde circa 10 centimetri, scavate appositamente ma non ricoperte di terra. Questo comportamento di territorialità serve a rendere olfattivamente ben manifesta la presenza in zona di maschi dominanti, in modo tale da inibire eventuali intrusioni di altri individui in un'area già sufficientemente popolata. Spesso i membri di un gruppo si marcano a vicenda con questo secreto, otte-nendo così un aroma sociale che consenta loro di riconoscere subito un estraneo proprio a causa del diverso odore: non si deve dimenticare, infatti, che il tasso è piuttosto... miope e, nonostante l'aspetto pacifico e bo-nario, anche molto irritabile.

 

Non si tratta di un velocista, ma in compenso è un efficientissimo scavatore, e ogni parte del suo corpo è strutturata in funzione di quest'attività.
Apparentemente tozzo, all'occorrenza può contrarsi e contorcersi fino a passare con relativa facilità attraverso pertugi dal diametro di 8-10 centimetri. L'estremità del muso (naso e labbro superiore) può retrarsi sensibilmente quando è in fase di scavo, diminuendo così il rischio di abrasioni alle mucose e impedendo la penetrazione di terra nelle vie respiratorie; per prevenire tale inconveniente sembra, inoltre, che il tasso sia addirittura in grado di chiudere, per brevi periodi, la cavità nasale a circa 5 millimetri dall'apertura delle narici! Le orecchie, resistenti e piuttosto rigide, posseggono un padiglione auricolare il cui bordo posteriore può spostarsi in avanti sino a occludere il canale uditivo, in modo da impedire la penetrazione di sabbia e terriccio quando l'animale sta scavando le sue tane.
 

Il tasso dedica molto tempo alla pulizia e alla "manutenzione" della propria abitazione, oltre che al suo continuo ampliamento: basti pensare che le gallerie possono estendersi sottoterra per 8-10 metri di lunghezza totale, sopra un'area di 20-25 metri quadrati. Inoltre all'interno c'è addirittura una zona apposita ove i piccoli possono scaricare i loro escrementi durante le prime settimane di vita. Nelle fredde regioni settentrionali il pigro mustelide trascorre in tana buona parte dell'inverno e, pur senza cadere in un vero e proprio letargo, dorme per lunghi periodi abbassando notevolmente il suo metabolismo e consumando lo spesso strato di grasso sottocutaneo, accumulato nei mesi estivi e autunnali con abbondanti "mangiate".

 

Animale onnivoro, a dispetto della sua appartenenza all'ordine dei Carnivori, sfrutta l'olfatto sviluppatissimo (la vista, invece, è scarsa) per individuare il cibo anche sotto terra; servendosi poi del muso appuntito e dei potenti unghioni scava il terreno portando alla luce radici, semi, tuberi, lumache, insetti e loro larve, nidiate di micromammiferi e di conigli selvatici, ma soprattutto lombrichi, di cui è ghiottissimo. Ama il miele (con le unghie rompe i favi delle api), i funghi, la frutta, né disdegna anfibi, rettili (è immune dal veleno della vipera), uova di uccelli nidificanti al suolo, carogne. Pertanto la sua dieta, ricca particolarmente di componenti vegetali (fino al 75%), è molto variabile, soprattutto in relazione al periodo stagionale.

 

In estate il tasso vive l'epoca degli amori, preceduti da una curiosa quanto misteriosa "danza" di corteggiamento effettuata dalla femmina e da acuti richiami da parte del maschio che spesso deve vedersela con gli altri pretendenti.
Dopo l'accoppiamento si verifica un curioso fenomeno, diffuso soltanto in poche altre specie animali: l'ovulo fecondato attraversa un periodo di quiescenza, della durata di 4-5 mesi, in seguito al quale si annida nella mucosa uterina della femmina dando luogo al vero e proprio sviluppo embrionale. Le cause di questo fenomeno sono certamente fisiologico-ormonali, ma il fattore che attiva un tale processo è ancora misterioso: è stato suggerito che sia il fotoperiodo autunnale (cioè il particolare rapporto tra ore di luce e di oscurità) a scatenare, per via mediata, la secrezione degli ormoni preposti, ma di questo meccanismo mancano conferme sperimentali. Finalmente, dopo altri 2 mesi di "vera" gestazione, tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera nascono i piccoli (da 3 a 5), non più grandi di un topo, ciechi e coperti da un rado pelame morbido e biancastro. Essi vengono allattati per circa 12 settimane prima di poter uscire dalla tana alla ricerca di cibo solido, sotto lo sguardo attento e premuroso della madre. In autunno, a 7-9 mesi d'età, i giovani tassi, diventati ormai fisicamente adulti, abbandonano il nucleo familiare che li ha generati e intraprendono un'esistenza autonoma, scavando personalmente la tana in cui trascorreranno il loro primo inverno: ma la maturità sessuale non sarà raggiunta prima dei due anni di vita.