Morfologia
Appartenente
all'ordine dei Carnivori e alla famiglia dei
Mustelidi (sottofamiglia dei Melini), il tasso (Meles
meles) è lungo 80-90 centimetri, 15-20 dei quali
spettano alla coda; alto al garrese una trentina di
centimetri, può raggiungere il peso di 10-20
chilogrammi. Il corpo è robusto, il collo grosso, la
testa appiattita con orecchie arrotondate, occhi
piccoli, muso allungato e appuntito; la coda è
corta, gli arti brevi, i piedi (quelli posteriori
sono più lunghi degli anteriori) hanno la superficie
plantare priva di peli e cinque dita provviste di
unghie forti e sviluppate che l'animale utilizza
durante la sua paziente e infaticabile attività di
scavo. Il mantello, poco folto, è costituito da peli
setolosi e lucidi, giallastri alla base, scuri in
mezzo e bianchi all'apice: il colore che ne risulta
è nero brizzolato sul dorso, bianco sporco su
fianchi e coda, nero su gola, petto e arti, bruno
sul ventre. La testa è bianca con due bande
longitudinali nere che vanno dall'estremità del muso
ai lati del collo (dove svaniscono gradatamente)
attraversando l'area degli occhi e delle orecchie e
formando, in tal modo, una simpatica mascherina. La
dentatura, tipica di un onnivoro più che di un
carnivoro, è costituita da canini brevi e molari
aguzzi; sono presenti forti muscoli mandibolari che
si inseriscono sulla cresta ossea alla sommità del
cranio, conferendo all'animale una notevole potenza
nel mordere. Le mammelle (3 paia) sono l'unico
carattere distintivo tra maschio e femmina, ma
quest'ultima ha in genere un mantello più chiaro.
Il tasso ama le zone
boschive con fitto sottobosco, alternate con aree
aperte, sia in pianura sia in montagna, anche se
raramente supera i 2000 metri di quota. In Italia,
sebbene qualche decennio fa fosse più numeroso, è
presente un po' dovunque, ad eccezione delle isole.
Con la volpe è il carnivoro più diffuso sul nostro
territorio.
Animale prudente e
sospettoso, il tasso attende il calar del sole per
muoversi, con circospezione, alla ricerca del cibo,
anche se in primavera può uscire dalla tana prima
del tramonto. Quando si siede a tavola è scontroso e
di indole fondamentalmente solitaria, ma se si
tratta di costruire la tana o difendere il proprio
territorio si trasforma in un animale molto sociale.
Soprattutto in autunno e all'epoca degli amori si
riunisce in gruppi familiari formati talvolta da una
decina di individui che abitano la stessa dimora.
Nel periodo degli
amori, soprattutto il maschio dominante in una certa
area tende a defecare nei punti strategici di
confine con le "proprietà terriere" di altri tassi;
gli escrementi, a cui si aggiunge il secreto della
ghiandola odorifera, vengono depositati entro buche
profonde circa 10 centimetri, scavate appositamente
ma non ricoperte di terra. Questo comportamento di
territorialità serve a rendere olfattivamente ben
manifesta la presenza in zona di maschi dominanti,
in modo tale da inibire eventuali intrusioni di
altri individui in un'area già sufficientemente
popolata. Spesso i membri di un gruppo si marcano a
vicenda con questo secreto, otte-nendo così un aroma
sociale che consenta loro di riconoscere subito un
estraneo proprio a causa del diverso odore: non si
deve dimenticare, infatti, che il tasso è
piuttosto... miope e, nonostante l'aspetto pacifico
e bo-nario, anche molto irritabile.
Non si tratta di un
velocista, ma in compenso è un efficientissimo
scavatore, e ogni parte del suo corpo è strutturata
in funzione di quest'attività.
Apparentemente tozzo, all'occorrenza può contrarsi e
contorcersi fino a passare con relativa facilità
attraverso pertugi dal diametro di 8-10 centimetri.
L'estremità del muso (naso e labbro superiore) può
retrarsi sensibilmente quando è in fase di scavo,
diminuendo così il rischio di abrasioni alle mucose
e impedendo la penetrazione di terra nelle vie
respiratorie; per prevenire tale inconveniente
sembra, inoltre, che il tasso sia addirittura in
grado di chiudere, per brevi periodi, la cavità
nasale a circa 5 millimetri dall'apertura delle
narici! Le orecchie, resistenti e piuttosto rigide,
posseggono un padiglione auricolare il cui bordo
posteriore può spostarsi in avanti sino a occludere
il canale uditivo, in modo da impedire la
penetrazione di sabbia e terriccio quando l'animale
sta scavando le sue tane.
Il tasso dedica molto
tempo alla pulizia e alla "manutenzione" della
propria abitazione, oltre che al suo continuo
ampliamento: basti pensare che le gallerie possono
estendersi sottoterra per 8-10 metri di lunghezza
totale, sopra un'area di 20-25 metri quadrati.
Inoltre all'interno c'è addirittura una zona
apposita ove i piccoli possono scaricare i loro
escrementi durante le prime settimane di vita. Nelle
fredde regioni settentrionali il pigro mustelide
trascorre in tana buona parte dell'inverno e, pur
senza cadere in un vero e proprio letargo, dorme per
lunghi periodi abbassando notevolmente il suo
metabolismo e consumando lo spesso strato di grasso
sottocutaneo, accumulato nei mesi estivi e autunnali
con abbondanti "mangiate".
Animale onnivoro, a
dispetto della sua appartenenza all'ordine dei
Carnivori, sfrutta l'olfatto sviluppatissimo (la
vista, invece, è scarsa) per individuare il cibo
anche sotto terra; servendosi poi del muso appuntito
e dei potenti unghioni scava il terreno portando
alla luce radici, semi, tuberi, lumache, insetti e
loro larve, nidiate di micromammiferi e di conigli
selvatici, ma soprattutto lombrichi, di cui è
ghiottissimo. Ama il miele (con le unghie rompe i
favi delle api), i funghi, la frutta, né disdegna
anfibi, rettili (è immune dal veleno della vipera),
uova di uccelli nidificanti al suolo, carogne.
Pertanto la sua dieta, ricca particolarmente di
componenti vegetali (fino al 75%), è molto
variabile, soprattutto in relazione al periodo
stagionale.
In estate il tasso
vive l'epoca degli amori, preceduti da una curiosa
quanto misteriosa "danza" di corteggiamento
effettuata dalla femmina e da acuti richiami da
parte del maschio che spesso deve vedersela con gli
altri pretendenti.
Dopo l'accoppiamento si verifica un curioso
fenomeno, diffuso soltanto in poche altre specie
animali: l'ovulo fecondato attraversa un periodo di
quiescenza, della durata di 4-5 mesi, in seguito al
quale si annida nella mucosa uterina della femmina
dando luogo al vero e proprio sviluppo embrionale.
Le cause di questo fenomeno sono certamente
fisiologico-ormonali, ma il fattore che attiva un
tale processo è ancora misterioso: è stato suggerito
che sia il fotoperiodo autunnale (cioè il
particolare rapporto tra ore di luce e di oscurità)
a scatenare, per via mediata, la secrezione degli
ormoni preposti, ma di questo meccanismo mancano
conferme sperimentali. Finalmente, dopo altri 2 mesi
di "vera" gestazione, tra la fine dell'inverno e
l'inizio della primavera nascono i piccoli (da 3 a
5), non più grandi di un topo, ciechi e coperti da
un rado pelame morbido e biancastro. Essi vengono
allattati per circa 12 settimane prima di poter
uscire dalla tana alla ricerca di cibo solido, sotto
lo sguardo attento e premuroso della madre. In
autunno, a 7-9 mesi d'età, i giovani tassi,
diventati ormai fisicamente adulti, abbandonano il
nucleo familiare che li ha generati e intraprendono
un'esistenza autonoma, scavando personalmente la
tana in cui trascorreranno il loro primo inverno: ma
la maturità sessuale non sarà raggiunta prima dei
due anni di vita.
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