Morfologia
Progenitore
delle anatre domestiche, il germano reale (Anas
platyrhynchos) è l'anatide più adattabile a una
grande varietà di ambienti umidi, e di conseguenza è
l'anatra più nota d'Europa. La popolazione svernante
nel Paleartico occidentale è infatti stimata a 4-5
milioni di individui e probabilmente tale cifra è
inferiore alla realtà vista la grande dispersione di
questa specie in località e ambienti non facilmente
controllabili durante i censi-menti invernali.
Il fatto di essere la specie più comune fra le
anatre e la perdita della reputazione di "autentico"
selvatico, con l'espansione degli allevamenti a
scopo cinegetico, ha influito negativamente
sull'ammirazione che gli amanti della natura
dovrebbero istintivamente sentire per un pennuto
così variopinto e vistoso. Cionondimeno,
soffermandosi ad ammirare i maschi nel perfetto
piumaggio nuziale che assumono dall'autunno, non si
può che gioire della sua frequenza.
Il collo verde bottiglia, lo stretto collarino
bianco e il bruno-porpora del petto sono i caratteri
che gli conferiscono un aspetto assai tipico e ben
distinto dalle altre anatre. Singolari anche le due
remiganti centrali arricciate a formare un curioso
ornamento sulla coda e soprattutto lo specchio
alare, formato dalle remiganti secondarie blu o
porporino, a seconda della luce, bordato di bianco e
nero. Quest'ultimo carattere è tipico del germano
reale in qualsiasi abito e permette una sicura
distinzione da tutti gli altri anatidi di femmine,
giovani e maschi nel piumaggio eclissale, rivestito
in estate.
Attualmente, proprio in seguito alla diffusione di
soggetti allevati in cattività, non è raro osservare
individui più massicci e dal più maggio anomalo.
Alcuni sono più scuri di quelli normali (femmine) o
con eccesso di bianco sul collo e le ali (maschi),
altri completamente bianchi (albini) o color
caffellatte (isabellini). Una mutazione attualmente
abbastanza diffusa (ad esempio nel Novarese) è la
cosiddetta forma "cayuga", che può lasciare
esterrefatto in un primo momento anche un buon
conoscitore degli uccelli selvatici italiani: questa
mutazione, ottenuta allo stato domestico, si
presenta di minori dimensioni, con un piumaggio
quasi completamente nerastro e un'ampia macchia
bianca sull'alto petto. A quanto pare, i germani "cayuga"
tendono ad accoppiarsi fra loro e quindi a mantenere
e diffondere questa aberrazione.
Il germano reale
vive in moltissimi habitat di acqua dolce o
salmastra dell'emisfero settentrionale fra il 35° e
il 75° parallelo, dal livello del mare fino a 1000
(eccezionalmente 2000) metri di altitudine.
Essenzialmente
si tratta di un uccello proprio delle acque calme e
poco profonde, essendo limitato nella ricerca del
nutrimento a meno di un metro di profondità, ed
evitando, anche durante il riposo, acque profonde.
Una abbondante presenza di vegetazione acquatica è
importante per la scelta dei siti di riproduzione, e
molto apprezzate sono le acque circondate da
vegetazione arborea.
Anche nella scelta degli alimenti e nei modi di
nutrirsi il germano è un opportunista e può essere
definito onnivoro. Il cibo viene raccolto sulla
superficie dell'acqua, o qualche decimetro sotto il
livello, immergendo la parte anteriore del corpo,
oppure ancora sul terreno. In prevalenza, il cibo è
di origine vegetale (mais, semi di altre graminacee
e di piante acquatiche e terrestri, ghiande,
germogli e foglioline), ma entrano nella dieta
soprattutto a fine primavera-estate anche animali
(ditteri, plecotteri, efemerotteri, crostacei e
molluschi, qualche girino...).
Durante la
stagione della riproduzione frequenta anche stagni o
fossi di minime dimensioni e il nido può anche
trovarsi a notevoli distanze dall'acqua, in svariate
posizioni. Benché usualmente lo si trovi sul
terreno, ai piedi di un albero, fra cespugli di rovi
o salici, fra le ortiche, le Solidago, i giunchi o
altra vegetazione erbacea, può essere posto anche su
alberi; in quest'ultimo caso di frequente nella
"coppa" di salici o pioppi capitozzati, e anche fino
a dieci metri dal suolo. La costruzione del nido e
la cova sono esclusivamente opera della femmina, il
cui piumaggio dalle tinte brune si confonde
facilmente con il substrato. Le prime uova si
possono trovare precocemente, già dai primi di
marzo. Il periodo di deposizione può però
prolungarsi notevolmente nel tempo, anche per
effetto della presenza di ceppi d'origine domestica,
selezionati per una lunga stagione riproduttiva.
Poiché l'incubazione dura 27-28 giorni, si possono
osservare femmine seguite da nidiacei fin dagli
ultimi giorni di marzo e soprattutto dai primi di
aprile. Il numero delle uova deposte, dal guscio
chiaro, grigio-verde o fulvo, è solitamente di 9-13;
di conseguenza è assai frequente osservare la
femmina seguita da 9-11 anatroccoli dal bel
piumaggio giallo e bruno scuro. In caso di perdita
delle uova, sommerse da una crescita delle acque o
predate da ratti, volpi, cani randagi, cornacchie e
dall'uomo (benché quest'ultimo lo faccia con lo
scopo di allevare i piccoli), la femmina torna a
deporre dopo circa un mese, anzi può talora
ricominciare il ciclo riproduttivo dopo una perdita
precoce degli anatroccoli.
Ogni femmina non
porta a termine più di una nidiata l'anno e le
famiglie con i giovani ormai completamente
sviluppati sono solitamente ridotte a 5-7 individui.
Visti i numerosi
pericoli cui i piccoli sono sottoposti per il
periodo di 50-60 giorni durante il quale sono inetti
al volo, è comprensibile la prudenza della madre, la
quale, per proteggerli, non raramente inscena
starnazzando la pantomima dell'ala ferita,
distraendo così il potenziale predatore. La
gregarietà della specie si fa quindi più manifesta e
i germani cominciano a riunirsi in gruppi che si
fanno via via più numerosi, fino alle concentrazioni
di migliaia di individui osservabili in alcune zone
di rifugio diurno in autunno-inverno.
Per quanto concerne la
migrazione, il comportamento del germano è
influenzato sensibilmente dalle condizioni
climatiche; le popolazioni del nord, centro ed est
europeo sono sensibilmente più migratrici di quelle
dell'Europa occidentale e meridionale, le quali
effettuano di solito solo spostamenti locali di non
grande portata. Fino alla fine degli anni sessanta,
quando era inferiore il numero dei germani sedentari
in Italia, si notava un evidente passo di soggetti
nordici a fine novembre primi di dicembre, quando le
gelate cacciavano i germani dagli ambienti umidi
dell'Europa centrorientale.
Durante l'aggregazione
autunno-invernale i germani iniziano i
corteggiamenti collettivi per la formazione delle
coppie. I maschi eseguono vari movimenti rituali,
derivati in parte dall'atto del bere.
La sequenza tipo di comportamento nuziale può essere
così schematizzata: il maschio scuote il becco, si
scuote e si stira, scuote la coda, si drizza sulla
parte posteriore tenendo il becco rivolto verso
l'acqua ed emettendo contemporaneamente un fischio
seguito da un brontolio, assume quindi una posizione
accorciata portando indietro il capo, sollevando le
ali e drizzando la coda. Rivolgendosi più
espressamente alla femmina, il "colloverde" nuota
annuendo ritmicamente con il capo, mostra la nuca,
si erge, solleva infine di scatto le parti
posteriori toccando l'acqua con il becco.
Queste attività toccano un massimo in
ottobre-novembre e poi riprendono in febbraio-marzo,
anche se spesso a questa stagione le coppie sono già
ben stabilite. In questo caso non è difficile notare
dispute fra i maschi, quando qualche individuo non
accoppiato cerca di sottrarre la femmina ad altri.
L'atteggiamento di minaccia più usuale consiste
nell'inseguimento con il collo proteso e il becco
che sfiora l'acqua. Ben presto la proporzione dei
maschi rispetto alle femmine aumenta sensibilmente
sugli specchi d'acqua, poiché le seconde, ormai in
gran parte intente alla cova, conducono da questo
momento un'esistenza assai più discreta.
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